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La Scozia di Lucia: sorridi, sei a Glencoe!

Creato il 28 agosto 2013 da Auroradomeniconi

La Scozia di Lucia: sorridi, sei a Glencoe!Abbiamo lasciato Lucia nella valle di Glencoe, in preda al più cupo sconforto perchè qualche brutto pensiero stava minando la sua serenità. E la ritroviamo ancora lì, nel luogo più emblematico di Scozia; ma questa volta il paesaggio scozzese riesce nell’impresa di ridarle il sorriso. Ecco un altro strabiliante racconto della raccolta “Scotland, my love”.

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Ero più tranquilla. La bellezza del paesaggio aveva abbassato la mia barriera di dolore e mi si stava aprendo la visuale delle meraviglie del posto, illuminate e colorate da un sole brillante e decisamente insolito. I fiori risaltavano i loro colori e il lago era azzurro e non grigio, come sono di solito i laghi scozzesi che riposano sotto la coltre di nubi. Ero contenta all’idea di riportare nell’album dei miei ricordi foto che avrebbero ritratto un paesaggio con dei colori accesi. Devo ammettere che preferisco una Scozia grigia e piovosa, perchè tale è il ritratto della mia Terra; siccome mi piace anche scattare foto e ci tengo a farle nel miglior modo possibile, sono contenta di avere anche scatti che ritraggano colori forti, decisi e brillanti!

Ci siamo fermati poi in una località dal nome sconosciuto, a dirimpetto del Pap of Glencoe, subito passato il villaggio di Glencoe. Abbiamo parcheggiato la macchina in un parcheggio che sembrava un’isola amena e bucolica. Ero ancora di stato d’animo poco disponibile al sorriso e alla parola, ma ero tuttavia fortemente attratta dalla potenza della bellezza dell’ambiente che mi circondava e disponibile a recepirla, ammirandone ogni singola particella. La forza attrattiva principale era costituita dal ruscello, le cui acque lanciavano gridi sommessi e argentei e scorrevano civette e sbarazzine sulle pietre ben levigate. Il suono emesso dallo scroscio continuo dell’acqua, baciata dallo scintillio delle sue molecole filtrate dai raggi del sole, costituiva un elemento drenante per la mia tensione, la mia rabbia, la mia profonda delusione. Poco a poco i mostri che albergavano nel mio cuore se ne andavano via, scomparivano sui battiti e sui levare dalle note argentee suonate dal ruscello, lasciando spazi di recupero che mi portavano a riprendere contatto con la mia razionalità che non tollerava più di vedermi in quello stato pietoso.

La Scozia di Lucia: sorridi, sei a Glencoe!
Il posto in cui mi trovavo mi ha teso la sua mano e mi ha consegnato un biglietto d’amore in cui c’era scritto: “Sorridi! Sei in Scozia, a Glencoe, nel cuore della valle. Ti voglio bene e sono felice che tu stia qui. Ti offro tutta me stessa, ma sorridi”. Era un potente messaggio, quello che la mia Scozia mi dava; allora, la sua mano ha preso la mia e mi ha trascinata verso l’orizzonte geometrico delle sue colline e della sua lunga valle, proprio davanti ai miei occhi. Mi ha condotto lo sguardo verso l’erba e ho ammirato il trionfo dei fiori ivi distesi a formare un tappeto variopinto. C’erano fiori gialli, campanule viola giganti, thistles ovunque, ma soprattutto erica, l’amata erica, ricordo di dolci sensazioni passate, perdute nel gioco crudele, ingrato e incomprensibile della vita. Il terreno era disseminato di piccoli cespugli di questo fiore che in agosto colora di viola le colline scozzesi. Mi sono persa ad ammirare quei fiori, che introducevano lo sfondo della Glen Coe, in prospettiva davanti ai miei occhi. Eravamo piccoli e minuti in quell’immensa valle di sogni e odori torbati. Mi sono persa tra le sue linee di fuga, intenta a fissare il loro punto d’incontro, davanti a me. Mi ci sono persa davvero e sono entrata in un’altra dimensione in cui tutto era soft e ovattato.

Una folata di vento mi ha riportata alla realtà e mi son fatta rapire dalla forza del tempo, dei pendii squadrati di quelle colline ricoperte di un pallido strato d’erba verde e sempre ero attratta da quel ruscello che continuava a spostare le sue molecole di pietra in pietra, di balzetto in balzetto. Mi sono girata verso mio marito e finalmente ho abbozzato un sorriso. Ero pronta a ripartire.

Il viaggio è durato poche centinaia di metri, poichè alla mia destra si è aperto uno scorcio ameno, di bellezza prorompente, quasi impossibile fosse stato reale. Ho lasciato la strada principale e attraverso una stretta discesa sono scesa sulle rive di un piccolo lochan, ai piedi della collina, davanti a un cottage bianco, così fiabesco da sembrare finto.

Sono uscita di macchina e mi sono posta al bordo del laghetto, un mondo intricato di alghe, colori, di erbe e di riflessi. Non era reale ciò che stavo guardando, era pura emozione, era un artificio emotivo, una proiezione di uno stato di estasi. Era uno specchio di trasparenze impudiche che lasciavano intravedere quello che si celava sotto la superficie. Tutto il mio essere, con ogni senso si è unito in un atto di connubio totale con quello specchio d’acqua che mostrava le sue viscere pullulanti di forme di vita. Erbe e alghe di varie sfumature di verde e marrone erano lisciate dai movimenti subacquei del lago, come lunghissimi capelli di principesse d’altri tempi, dedite a ricamare il loro arazzo, mentre guardavano fuori dalla finestra del castello, sognando e sospirando la libertà intravista là fuori, ma a cui non era loro concesso neanche pensarla.

Continua…

Photo Credit: Lucia Tysserand

Leggi: La Scozia di Lucia: tensioni e imprevisti nella Valle di Glencoe

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