Camille Corot, il cammino di Sevre. Vista di Parigi
La storia che vi racconto oggi comincia in un piccolo villaggio a sud di Parigi chiamato Barbizon, presso la foresta di Fontainebleau. Qui tra il 1830 e il 1870 si raccolse un gruppo di artisti che si dedicava alla pittura en plein air, nel bel mezzo dell'ambiente naturale, per ritrarre dal vero il paesaggio o i contadini al lavoro nei campi, alla diretta luce del sole, lontano da ogni manipolazione artificiosa dell'immagine. Gli artisti che vi parteciparono erano tutti esponenti del realismo, particolarmente disposti al mantenimento di alcune caratteristiche del linguaggio romantico: l'associazione dello stato d'animo alla visione paesistica, la rappresentazione di pulsioni sincere ed autentiche dei sentimenti, spesso riferite allo stato di umiltà dell'uomo nei confronti delle molteplici suggestioni provenienti dalla natura.A differenza del Romanticismo questa corrente non perseguì l'elevazione né, tantomeno, l'idealizzazione delle forze della natura. Un ruolo fondamentale allo sviluppo di questo movimento spetta senza dubbio a John Constable che, già nel 1824 (anno del suo esordio al Salon di Parigi) si dimostrò maestro della paesaggistica nella raffigurazione vedute rurali e campestri, ove le scene – anche quelle riprese in primo piano – nonostante il loro naturalistico realismo non riuscivano a sminuire l'importanza dello sfondo, studiato come fine a se stesso. Dal 1848 il suo linguaggio raccolse grandi consensi fra gli artisti, che provenivano da ogni parte della Francia.Jean-François Millet, l'Angelus
Un'altro importante artista che contribuì allo sviluppo di questa “Scuola” fu Jean-François Millet, il primo ad integrare la raffigurazione paesistica con figure di modesta estrazione. Si legò al gruppo anche Jean-Baptiste Camille Corot che, insieme a Charles-François Daubigny e Théodore Rousseau, in poco tempo si mise alla guida della scuola. Tra gli altri pittori aderenti al gruppo ricordiamo il manierato Narcisse Virgilio, Diaz Jules Dupré (assai vicino a Rousseau), Henri Harpignies, Constant Troyon, Jules Jacques Veyrassat, Félix Ziem, Charles Olivier de Penne, Albert Charpin e Alexandre DeFaux.La più grande manifestazione dei Barbisonniers fu quella dell'Esposizione Universale di Parigi del 1848. In tale occasione Paul Durand-Ruel (noto imprenditore francese, che più tardi si rivelerà come uno dei più fervidi sostenitori dell'Impressionismo) espose trecento opere dei pittori di Barbizon. Rousseau e Millet terminarono i loro anni di vita in quel piccolo villaggio, morendo rispettivamente nel 1867 e 1875.Il gruppo aveva come sede il modestissimo alberghetto di Père Ganne, assai prossimo ai campi, alle paludi, alle foreste ed a terre ricche di armenti. Le loro ricerche proseguirono sugli effetti della luminosità e sui contrasti coloristici del sottobosco, sulle articolazioni degli alberi (diramazioni e fogliame) e così via.Il contenuto morale della pittura realista della Scuola di Barbizon andrà sostanzialmente perduto nel successivo Impressionismo, sviluppatosi dopo il 1860, che porrà invece l'accento sulle implicazioni essenzialmente ottico-percettive della fedele rappresentazione di una realtà raffigurata soprattutto nei suoi aspetti più francamente gradevoli, decorativistici e formali.L'influenza della scuola di Barbizon, intorno ai primi del Novecento, arrivò anche anche in America, dove nacque la scuola americana di Barbizon. Tra i massimi esponenti statunitensi ricordiamo Thomas Eakins, Winslow Homer, Childe Hassam, George Inness e Henry Tanner, Wilson Irvine.