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La seconda guerra balcanica e le sue conseguenze – parte seconda (di Massimo Vassallo)

Creato il 24 settembre 2012 da Istanbulavrupa

La seconda guerra balcanica e le sue conseguenze – parte seconda (di Massimo Vassallo)Il 30/7/1913 n.s (17 luglio v.s) si tenne quindi, alle ore 16.00, la 1° seduta della Conferenza della pace a Bucarest, tra Romania, Serbia, Montenegro e Grecia da un lato e la vinta Bulgaria dall’altro; si decise l’immediata sospensione delle ostilità a partire dalle h. 12.00 del 31/7/1913 n.s, ora dell’Europa Centrale; la seduta decisiva fu la 7°, che si tenne il 6/8/1913 (24 luglio v.s) e che decise di dare Kavála alla Grecia, grazie anche all’appoggio di Wilhelm II (1888-1918) che stravedeva per il cognato Kōnstantinos II (1913-1917 e 1920-1922), da poco Sovrano in seguito all’assassinio di Geōrgios I (1863-1913) il 18 marzo a Salonicco per mano dell’anarchico Aléxandros Schinas
I delegati erano i seguenti
Per la Serbia (Nikola Pašić, Pres Cons ; Ristić, Ministro a Bucarest; Spalajković, ex-Ministro a Sofia e futuro Ministro a San Pietroburgo; col. Smiljanić, attaché militare; ten-col Danilo Kalafatović, attaché militare uscente a Bucarest, colui che il 17/4/1941 firmò la resa incondizionata alla Wehrmacht; Šamović, capo segretariato Presidenza del Consiglio; Gavrilović, segretario del Ministero degli Esteri)
Per il Montenegro (Vuković, Pres Cons ; Matanović, ex-Ministro)
Per la Grecia (Venizelos, Pres Cons ; Panas, ex-Ministro a Sofia; Politēs, esperto; Capt. Exadaktylos; Capt. Palis)
Per la Romania (Titu Majorescu, P.M , nominato all’unanimità Presidente della Conferenza, conservatore; Take Ionescu, Min Interni, uno dei capi intesofili nella Grande Guerra; Alexandru Marghiloman, Min Finanze, uno dei capi neutralisti nella Grande Guerra, futuro P.M dal marzo all’inizio novembre 1918, gradito alle Potenze Centrali e firmatario della Pace di Bucarest del 7/5/1918, non ratificata; Disescu; Gen. Constantin Coandă, che divenne P.M dopo la caduta di Marghiloman il 6/11/1918 e riprese la guerra a fianco dell’Intesa; Col. Christescu)
Per la Bulgaria (Tončev, Min Finanze; Gen. Fičev; ten-col Stančov; Radev, attaché; Pazanov, attaché; Dimitrov, attaché; Išerkov, attaché; Iksanov, attaché)
Il 10/8/1913 n.s (28 luglio v.s), di domenica, venne firmato il trattato di Bucarest che concluse le guerre balcaniche, ma fu foriero di altre complicazioni; la Bulgaria dovette cedere quasi tutta la Macedonia occidentale ai Serbi (tranne il distretto di Strumica, ceduto solo il 27/11/1919 a Neuilly, insieme a Caribrod, Bosilegrad e Dimitrovgrad che erano nella “vecchia” Bulgaria) e tutta la Macedonia settentrionale ai greci; la Tracia occidentale (Didymoteichon/Dimetika/Demotika, Alexandroupolē/Dedeağaç/Dedeagač, Komotēnē/Gümülcine/Gjumjurdžina) rimase bulgara sino al 27/11/1919;
anche la Dobrugia meridionale, fu perduta, alla Romania, ma questa i bulgari la riavranno, inclusa Silistra, il 7/9/1940 con il trattato di Craiova, unico mutamento territoriale dell’epoca dell’Asse a rimanere in vigore nel dopoguerra per volere di Stalin
Il trattato di Bucarest rappresentò una grande vittoria per l’Intesa e un’enorme sconfitta per l’Austria-Ungheria che aveva ogni interesse ad una Bulgaria forte e a una Serbia debole e, in questo senso, fu una delle cause della Grande Guerra
L’eredità della Turchia europea era infine assegnata ed i bulgari ricevettero solo le briciole, ponendo le basi per l’irredentismo bulgaro del 1913-1944
Nel frattempo le Potenze avevano deliberato sulla questione albanese che avevano avocato a sé, ponendo anche qui germi di dissensi e problemi che durano tuttora
Il 29/7/1913 la Conferenza degli Ambasciatori di Londra decise infatti la nascita dell’Albania come Principato indipendente, sovrano, ereditario e neutro e ne fissò le frontiere con la Serbia e il Montenegro; le frontiere meridionali con la Grecia avrebbero dovuto essere fissate separatamente, in seguito; era prevista l’organizzazione di una gendarmeria locale, sotto il controllo di una potenza estranea ai Balcani (si pensò alla Svezia, e dopo il suo rifiuto si scelse l’Olanda); al trono fu chiamato il principe tedesco Wilhelm von Wied che assunse il titolo albanese di “mbret” (Re, letteralmente Imperatore), ma regnò pochi mesi, dal marzo 1914 al 3/9/1914 ; poi l’Albania ripiombò nell’anarchia e fu occupata volta a volta da una o più potenze (Montenegro, Serbia, Bulgaria, Austria-Ungheria, Italia, Francia), rinascendo solo nel 1920, dopo la rivolta di Valona (Vlorë) contro gli italiani
Scutari (Shkodër, Skadar) fu lasciata all’Albania, con grande disappunto dei montenegrini, mentre il Kosovo,per quanto abitato in maggioranza da albanesi (musulmani e qualche cattolico) fu assegnato per ragioni storiche e “sentimentali” alla Serbia che ebbe anche la città di Ohrid (Ohri, in greco Achrída, antica Lýchnidos), con la vicina Struga/Strugë (oggi entrambe in Macedonia) e le città di Gostivar (Gostivari), Debar (Dibër) e Ki
evo (Kërçovë), oggi parimenti in Macedonia
Le frontiere meridionali diedero più problemi a causa degli intrighi di Venizelos
Il 17/12/1913 a Firenze, con un grande ruolo del marchese di San Giuliano (l’Italia insieme all’Austria-Ungheria fu il grande fautore dell’Albania indipendente, che russi e francesi avrebbero volentieri spartito fra serbi e greci), venne infine firmato il protocollo sulle frontiere greco-albanesi; la Grecia ottenne il sangiaccato di Préveza (con Parga), quasi tutto il sangiaccato di Iōannina (Janinë) e una parte del sangiaccato di Gjirokastër (Argyrokastron); l’Albania ottenne il sangiaccato di Berat, la maggior parte del sangiaccato di Gjirokastër e una piccolissima parte del sangiaccato di Iōannina; tutto questo era nel vilāyet di Yanya, d’ora in poi andiamo nel vilāyet di Manastir (Bitola); partendo dal lato sud del Lago di Ohrid, ad ovest del monastero di Sveti Naum nell’attuale Macedonia (in albanese Shën Naumi) l’Albania otteneva tutto il kaza di Korçë (Korytsa) nel sangiaccato omonimo, con le città di Leskovik (Leskovíki), Gjirokastër (Argyrokastron), Delvinë (Délvinion) e Sarandë (Ayioi Saranda, Santi Quaranta), mentre Kónitsa (Konicë, in aromuno Coniţa) toccava alla Grecia
Il 13/2/1914 la Conferenza degli Ambasciatori stabilì che la Grecia avrebbe dovuto rispettare il protocollo di Firenze ed iniziare l’evacuazione dell’Epiro settentrionale (per usare la terminologia greca) il 1/3/1914 partendo dal kaza di Korytsa (Korçë) e dall’isola di Sazan (Sasōn, Saseno) e finendo entro il 31/3/1914, con l’evacuazione del kaza di Delvinë (Délvinion); la Grecia accettò il 15/2/1914 ma, in puro stile venizelista, cercò di ciurlare nel manico e il 28/2/1914 i greci dell’Epiro settentrionale proclamarono l’indipendenza, non volendo far parte dell’Albania; la situazione non era ancora chiarita in modo definitivo, dal punto di vista giuridico internazionale, allo scoppio della Grande Guerra.
Sempre il 13/2/1914 la Conferenza degli Ambasciatori prese la sua decisione sulle isole dell’Egeo; andarono tutte alla Grecia tranne Imvros (Imroz, dal 1970 Gökçeada), Tenedos (Bozcaada) e Kastelórizo (ufficialmente Megístē, in turco Meis); l’assegnazione delle isole però non era ancora stata formalizzata “de iure” allo scoppio della guerra europea (non c’era ancora stato un trattato con tutti i crismi) cosicché i britannici, sin dal marzo 1915, si sentirono autorizzati ad occupare le isole che ritenevano utili alla loro strategia bellica col pretesto che erano territorio “ottomano” cioè nemico ! oggi Kastelórizo (Castelrosso) è greca (dopo essere stata italiana sino al 1943/1947)
Restava solo la ripresa di relazioni pacifiche fra la Turchia e le Potenze balcaniche;
fu la Bulgaria la prima a fare pace con la Porta e non fu un caso; infatti ormai Sofia pensava soprattutto a vendicarsi della Serbia e non pensava più ad Edirne.Scutari (Shkodrë, Skadar) viene lasciata all’Albania ma il Kosovo viene assegnato integralmente ai serbi (per quanto abitato in maggioranza da albanesi, in genere musulmani più qualche cattolico e rivendicato dai nazionalisti schipetari sin dal famoso congresso di Prizren del 1878); anche Debar (in albanese Dibra), Gostivar e Kičevo vengono assegnate ai Serbi (oggi sono in Macedonia, come Ohrid e Struga che gli albanesi avrebbero pure voluto
ne fissa i confini con il Montenegro e la Serbia; Scutari (Shkodrë, Skadar) viene lasciata all’Albania ma il Kosovo viene assegnato integralmente ai serbi (per quanto abitato in maggioranza da albanesi, in genere musulmani più qualche cattolico e rivendicato dai nazionalisti schipetari sin dal famoso congresso di Prizren del 1878); anche Debar (in albanese Dibra), Gostivar e Kičevo vengono assegnate ai Serbi (oggi sono in Macedonia, come Ohrid e Struga che gli albanesi avrebbero pure voluto); ne fissa i confini con il Montenegro e la Serbia; Scutari (Shkodrë, Skadar) viene lasciata all’Albania ma il Kosovo viene assegnato integralmente ai serbi (per quanto abitato in maggioranza da albanesi, in genere musulmani più qualche cattolico e rivendicato dai nazionalisti schipetari sin dal famoso congresso di Prizren del 1878); anche Debar (in albanese Dibra), Gostivar e Kičevo vengono assegnate ai Serbi (oggi sono in Macedonia, come Ohrid e Struga che gli albanesi avrebbero pure voluto); Inizio modulo
, e ne fissa i confini con il Montenegro e la Serbia; Scutari (Shkodrë, Skadar) viene lasciata all’Albania ma il Kosovo viene assegnato integralmente ai serbi (per quanto abitato in maggioranza da albanesi, in genere musulmani più qualche cattolico e rivendicato dai nazionalisti schipetari sin dal famoso congresso di Prizren del 1878); anche Debar (in albanese Dibra), Gostivar e Kičevo vengono assegnate ai Serbi (oggi sono in Macedonia, come Ohrid e Struga che gli albanesi avrebbero pure voluto);
la frontiera meridionale con la Grecia invece non fu ancora fissata, lo sarà a Firenze 6 mesi dopo da San Giuliano (ma i greci non erano convinti e la Grande Guerra scoppiò a situazione ancora non risolta…)
La posizione filo-serba sulle frontiere fu sostenuta da Francia e Russia, cui si aggiunsero Gran Bretagna e anche Germania; Italia (moderatamente) e soprattutto Austria-Ungheria difesero invece le ragioni della Grande Albania (che nacque nel 1941 per volontà del Duce)
invece sulla questione preliminare e cruciale, della creazione o no di uno Stato albanese (serbi e greci avrebbero preferito spartirselo allo Shkumbi :D ) solo Francia e Russia appoggiarono le tesi serbo-greche, mentre Gran Bretagna, Germania e soprattutto Italia e Austria-Ungheria si schierarono per la nascita dell’Albania (la cui indipendenza fu proclamata il 28/11/1912 da Ismail Bey Qemali
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Il 29/9/1913 (16/9/1913 v.s) alle ore 18.45, un lunedì, venne firmato il Trattato di pace di Costantinopoli fra Turchia e Bulgaria (Tala’āt Pāšā, Ministro dell’Interno, 1° delegato ottomano; gen. Mahmūd Pāšā, Ministro Marina, 2° delegato ottomano; Khalīl Bey, Presidente del Consiglio di Stato, 3° delegato ottomano; gen. Savov, ex-Ministro, 1° delegato bulgaro; Načovič, ex-Ministro, 2° delegato bulgaro; Toev, Ministro Plenipotenziario, 3° delegato bulgaro…egli rimase a Costantinopoli come Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario di S.M. il Re dei Bulgari accreditato presso S.M il Sultano, fino all’autunno 1914 quando fu trasferito nella stessa qualità a Vienna ove rimase sino alla fine della guerra); l’8/10/1913 vi fu scambio di telegrammi tra il Sultano Mehmed V Rešād (27/4/1909-3/7/1918) ed il Re dei Bulgari, annunciante l’avvenuta ratifica
Da allora in poi le relazioni fra Sofia e Costantinopoli divennero abbastanza intime e il 21/8/1915 la Turchia restituì alcuni territori presso Edirne per rendere più facili le comunicazioni ferroviarie bulgare e soprattutto perché i bulgari così esigevano per intervenire in guerra al fianco degli Imperi Centrali (e dunque pure della Turchia); nel 1919 quell’area andò alla Grecia e dopo la disastrosa guerra greco-turca è oggi di nuovo in mano turca
Il 14/11/1913 (1/11/1913 v.s) venne firmato il Trattato di pace di Atene fra Grecia e Turchia (Panas; Galıp Kemāl Bey, che restò ad Atene come Ministro ottomano e presentò le credenziali il 2/2/1914; era ancora lì allorché il 21/11/1916 l’Intesa, con atto di prepotenza e violando la sovranità greca, obbligò i Ministri della Quadruplice a lasciare la capitale ellenica; i suoi colleghi, espulsi nella stessa occasione, erano il tedesco Mirbach che troverà la morte il 6/7/1918 nella Russia sovietica ad opera dei socialisti rivoluzionari di sinistra, l’austro-ungarico Szilássy ed il bulgaro Georgi Pasarov: partirono alle 9.00 del 22/11/1916 sulla Mikali diretta a Kavála, donde i suoi colleghi giunsero a Sofia il 28/11/1916 mentre lui forse si recò direttamente a Costantinopoli o forse passò anch’egli da Sofia, i giornali dell’epoca non lo dicono)
Le relazioni con la Grecia restarono tese per la questione delle isole, di cui ho detto prima
La Serbia attese di più (pur non avendo alcun contenzioso territoriale con la Turchia); finalmente il 14/3/1914 n.s (1/3/1914 v.s, inizio del 1330 māliyye) venne firmato a Costantinopoli il Trattato di pace con l’Impero ottomano (Ahmed Rešīd Bey; Dragomir L. Stefanović, segretario generale nel Ministero degli Esteri serbo)
Il Montenegro non aveva ancora firmato la pace all’inizio di novembre 1914 quando rinnovò la dichiarazione di guerra in solidarietà con la Russia, dunque le relazioni fra Cetinje e Costantinopoli cessarono quel fatidico 8/10/1912
Alla fine delle guerre balcaniche l’Impero Ottomano aveva perso quasi tutto in Europa ma aveva conservato la Tracia orientale che la Turchia repubblicana, dopo averla “riconquistata” sui Greci nel 1922, mantiene ancora oggi.


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