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La semplificazione che aiuta le mafie

Creato il 02 luglio 2013 da Trame In Divenire @trameindivenire

La burocrazia italiana è un cancro e come il cancro uccide l’Italia, e quindi l’economia, gli investimenti, il benessere e lo sviluppo dell’intero paese. Tonnellate di carte, spesso bollate, che passano da un ufficio all’altro, da un burocrate all’altro, e che spesso si traducono in lungaggini e quindi in costi che si aggiungono a costi e rendono difficile, talvolta impossibile, la vita pubblica e privata. Sono almeno vent’anni che si sente parlare di semplificazione amministrativa e fin’ora è sempre stato per mera propaganda elettorale che raramente si è tradotta in realtà.

Non sempre però la burocrazia serve a uccidere il paese. C’è anche quella burocrazia che il paese (economia, territorio, ambiente, lavoro e lavoratori), lo tutelano e lo difendono dalla speculazione finanziaria ed edilizia, dallo sfruttamento, dal consumo di suolo ad opera di scaltri [im]prenditori: vere e proprie lobby mafiose e trasversali al di la dei colori e delle parti, più simili a predatori famelici che divorano ogni sorta di bene, pubblico e privato, che usano la politica a loro uso e consumo per il raggiungimento dei propri obbiettivi di mero profitto.

Dopo decenni di saccheggi (basti ricordare gli autotreni carichi di olivi secolari in viaggio verso le destinazioni più improbabili), la Regione Puglia si è dotata di strumenti amministrativi a tutela del patrimonio pubblico, storico, archeologico, ambientale. Tra queste la V.I.A. (Valutazione di impatto ambientale), necessaria per valutare gli impatti ambientali prodotti dall’attuazione di un determinato progetto di opere pubbliche e private; la Legge Regionale 14/07 a “Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia”; l’Autorità di Bacino della Puglia, ente operante sui bacini idrografici istituito con legge dello Stato (18 maggio 1989 n.183), con la quale si dettano le Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo.

Venerdì 19 aprile, alle ore 11,00, a Bari presso la Sala Finocchiaro al primo piano della sede del Consiglio regionale, è stata presentata alla stampa (che ha preferito restare nel silenzio accondiscendente e servile del potere, senza muovere la benché minima critica a favore o contro) la proposta di legge sulla semplificazione amministrativa (atto cons. 261/A): “Consigli, commissioni e comitati – semplificazione dei procedimenti amministrativi“. La proposta di legge è stata promossa trasversalmente (PD, PDL, SEL, UDC e altri) dai consiglieri regionali Fabiano Amati, Donato Pentassuglia, Giuseppe Romano, Mario Loizzo, Antonio Maniglio, Nicola Marmo, Ruggiero Mennea, Maurizio Friolo, Francesco Damone, Salvatore Negro, Andrea Caroppo, Francesco Ognissanti, Aurelio Gianfreda, Donato Pellegrino, Antonio Martucci, Michele Ventricelli, Ignazio Zullo e Antonio Camporeale.

Ora, la proposta di semplificazione amministrativa prevede la soppressione (guarda caso) degli anzidetti consigli, commissioni e comitati deputati alla verifica e rilascio delle certificazioni e autorizzazioni relative.  Il testo della proposta  è qui: proposta-261A-IX.pdfQualora la proposta dovesse essere approvata dal consiglio regionale, accadrà che un solo tecnico (spesso di nomina e incarico politici), sostituirà gli attuali organismi composti da più esperti in materia e, in totale autonomia deciderà se rilasciare o meno (e chi sa in base a quali metri di valutazione), una delle tre (o tutte e tre insieme) autorizzazioni.

Visti i tempi e visto il clima politico che si vive in Italia e in Puglia, il pensiero va dritto alla Legge Regionale 14/07 “Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia”, modificata di recente a favore delle lobby trasversali del “cemento e della frascina”, qui e  qui; al progetto Tap (Trans Adriatic Pipeline), qui;nonché alle mire espansionistiche di scaltri [im]prenditori/predatori: qui. Sembra che tutto vada in questa direzione, con il pretesto dei costi e delle lungaggini, a discapito dell’ambiente, dei beni comuni e a favore dell’interesse di pochi: lobby, multinazionali, tangentisti riciclati [im]prenditori, mafie comprese.


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