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Il presidente serbo Tomislav Nikolić ha reso noto che alla riunione dei vertici dello Stato e' stato raggiunto un alto tasso di accordo sulla piattaforma relativa al Kosovo e ha annunciato che su questo documento presto si potra' esprimere anche il Parlamento della Serbia. Nikolić ha precisato che gia' da questa settimana si potrebbe allargare la composizione delle persone che si esprimeranno a favore della piattaforma per il dialogo con Priština. Alla domanda quanto potrebbe essere lo spazio di manovra in cui si arriverebbe ad una soluzione accettata da entrambe le parti, il presidente serbo ha risposto che questo spazio è molto limitato. "Adesso abbiamo la soluzione pronta, non ha nessun senso parlare di telecomunicazioni [una delle questioni tecniche affrontate fino ad ora nei colloqui tra Belgrado e Pristina, n.d.r.]quando non sappiamo se stiamo ordinando il Kosovo indipendente oppure la vita in Kosovo", ha osservato Nikolić e ha aggiunto che "davanti al desiderio del Kosovo di essere uno stato esiste un muro che si chiama l'adesione alle Nazioni Unite, ma per fortuna esistono stati membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite grazie ai quali tutta la costruzione relativa alle istituzioni albanesi cade nell'acqua".
Nikolić ha sottolineato che il segretario di Stato americano Hillary Clinton e l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue Cathrine Ashton, recentemente a Belgrado, non hanno richiesto dalla Serbia il riconoscimento del Kosovo. Ha rilevato che le due rappresentanti della politica estera americana ed europea non sono state informate delle soluzioni della piattaforma di dialogo tra Belgrado e Priština poiche' ne deve essere prima informato il popolo serbo. "Sogno che la Serbia inizi i negoziati di adesione con l'Ue, e' un segnale che la Serbia è uno stato ordinato. E se vogliono condizionarci con il riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo, che questo ci aspetti nel momento dell'ingresso e non come condizione per iniziare i negoziati", ha detto Nikolić. Per quanto riguarda i primi cento giorni del nuovo governo presieduto da Ivica Dacic [formato dopo le elezioni parlamentari della scorsa primavera, n.d.r.], il capo dello stato serbo ha valutato che esso ha fatto piu' di ogni altro precedente esecutivo nello stesso periodo rilevando che questo e' un governo proserbo che deve capire quanto seria sia la situazione.
Lunedi' scorso, intanto, Ivica Dačić si e' trovato a Roma e ha incontrato il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi. In questa occasione il premier serbo ha dichiarato che la Serbia vuole diventare presto membro dell'Ue ed e' pronta ad un accordo concordato con Priština nell'interesse di entrambe le parti. "Invitiamo tutti i paesi dell'Ue e del mondo a considerare seriamente la Serbia. Quando noi diciamo una cosa, allora sara' cosi'. Ci sono ancora i resti della sfiducia che uno ingannera' l'altro. No. Questo governo dira' chiaramente quello che puo' e quello che non puo' fare. Una tale relazione costruttiva ci aspettiamo anche dall'altra parte", ha detto Dačić aggiungendo che l'avanzamento nel dialogo tra Belgrado e Priština deve accompagnare l'avanzamento della Serbia nelle integrazioni europee in modo veloce. Secondo Dačić, la Serbia e' il piu' grande amico dell'Italia nei Balcani. Il ministro Terzi da parte sua ha assicurato che l'Italia fara' tutto per aiutare il veloce avvicinamento della Serbia all'Ue e l'ottenimento di una data precisa per l'inizio dei negoziati di adesione. “Continuiamo a credere nel futuro europeo della Serbia come anche dell'intera regione”, ha detto Terzi.
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