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Di Marina Szikora [*]Nell'Ue si sta facendo molta pressione affinche' la Serbia riceva una data di apertura dei negoziati di adesione prima che la Croazia diventi membro a pieno titolo dell'Ue, scrive il quotidiano croato 'Jutarnji list'. Secondo questo giornale che fa riferimento a fonti diplomatiche si tenta di isolare al massimo possibile la Germania che rappresenta il principale ostacolo nell'attribuzione della data di inizio dei negoziati alla Serbia alla prossima riunione del Consiglio europeo che si svolgera' il 28 giugno. Se questo accadra', soltanto due giorni prima dell'aspettato ingresso della Croazia nell'Ue la Serbia potrebbe ottenere la tanto attesa data di apertura dei negoziati. Sempre secondo l'articolo di 'Jutarnji list', all'interno dell'Unione circola da lungo tempo l'opinione che, siccome qualcosa di importantissimo accadra' per la Croazia, allora bisognerà dare qualcosa anche alla Serbia. Molti nell'Ue pensano adesso che per il processo di allargamento sarebbe ideale se il prossimo Consiglio europeo decidesse per la Serbia una data che fosse due giorni prima dell'adesione della Croazia. Questo anno e' cruciale per il processo di allargamento: l'ingresso della Croazia crea un momentum che bisognerebbe sfruttare. Se la Serbia avra' una data per l'inizio dei negoziati, e se addirittura si aprissero i negoziati sull'Accordo di stabilizzazione ed associazione del Kosovo, allora si avrebbe un pacchetto di eventi positivi nel momento in cui il processo dell'allargamento non e' cosi' popolare, ha affermato un interlocutore diplomatico anonimo a 'Jutarnji list'.
L'ex presidente Boris Tadić in missione a Bruxelles: la Serbia è pronta per i negoziatiIl presidente onorario del Partito Democratico in Serbia, ex leader di questo partito ed ex presidente della Serbia, Boris Tadić ha dichiarato a Bruxelles di essere convinto che tutti i politici in Serbia devono essere impegnati affinche' il loro paese possa finalmente ottenere la data di inizio dei negoziati di adesione. Alla 'Voice of America' di Bruxelles Tadić ha detto di trovarsi in una tale missione nella capitale europea e che nei prossimi giorni parlera' con i suoi interlocutori e con tutti i capigruppo dei partiti politici del Parlamento Europeo e terra' anche una lezione dando risposte relative alle riforme in Serbia. Tadić ha affermato che la Serbia da oltre un anno e' pronta per l'inizio dei negoziati e che ha meritato questi negoziati ancora nel passato. Ci sono state sempre nuove e nuove condizioni o almeno le modifiche di diverse condizioni. Adesso, afferma l'ex presidente serbo, non ci sono argomenti perche' la Serbia non possa ricevere la data dopo tutto quello che e' successo nel dialogo tecnico mentre il dialogo politico ha aperto una nuova pagina. Per quanto riguarda i commenti che il nuovo esecutivo serbo ha fatto in alcuni mesi molto di piu' rispetto all'intero mandato del precedente governo, Tadić ha risposto che si tratta di commenti che incoraggiano questo governo affinche' possa compiere ancora di piu' nei colloqui con il Kosovo ma secondo lui si tratta di un approccio tecnico. Tadić ha rilevato che per quanto riguarda lo status di candidato e la data dell'inizio dei negoziati l'avvicinamento e' stato raggiunto durante il mandato del precedente governo mentre questo esecutivo ha continuato il dialogo tecnico progredendolo e si tratta quindi soltanto di un processo logico di eventi e della continuita' delle riforme politiche iniziate ancora dalla caduta del regime Milošević. Secondo l'ex presidente serbo il prossimo rapporto della Commissione europea sulla Serbia dovrebbe essere oggettivo ma lui e' convinto che ci saranno anche pressioni politiche.
[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è la trascrizione di una parte della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi.
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