Ha 20 milioni di anni, e francamente non li dimostra! Era successo nel Terziario … Ci fu a quel tempo un susseguirsi di violenti terremoti … E fra spaventosi boati e cieli lampeggianti si sconvolse tutta la superficie terrestre… Fu uno di questi, in uno scenario di tremenda apocalisse, che riuscì a spostare una Montagna di roccia, la trascinò via per 80 chilometri e la fece scivolare tutta intera nell’ Adriatico …Il mare fu costretto a ritirarsi per 15 chilometri… Ed è per questo che oggi, se vi capitasse di scavare sulle pendici del Monte Titano potreste trovare qualche pesce fossilizzato ché non fece in tempo a fuggire via col mare. Sono per lo più squali e peccato che il pezzo più bello, il cranio e le vertebre di una balenottera se lo sono portato via … Per fortuna, il Museo di Bologna, dove l’hanno esposta, con tutti gli onori, è lì vicino…
Gli uomini arrivarono molto dopo e trovarono tutto sistemato… Da un lato la montagna era rimasta ripida, scabra rocciosa, ma nella parte opposta scendeva in un leggero declivio ricoperto di alberi, ricco di fiori e di uccelli… Se si saliva in cima si vedeva da lontano il mare… Ed era tutto talmente bello che non se ne sono più andati… Ognuno ha lasciato qualcosa …Forse per non essere dimenticato… Dall’ascia di pietra all’ascia di bronzo, dalle urne cinerarie ai resti della spendente civiltà romana… Ma è dal passaggio di quei semi barbari Goti che è arrivata la testimonianza più curiosa…Accadde alla fine del 19° secolo… A Domegnano, nel territorio di San Marino, un contadino trovò un tesoro nel campo … Un mucchietto di gioielli tutti d’oro che portò subito al suo padrone… Erano oggetti da favola… Forse il corredo funebre di una principessa o forse li aveva sepolti la principessa stessa mentre sfuggiva dalle armate bizantine, durante la lunga “Guerra Gotica”… L’avido padrone smembrò il tesoretto e lo vendette a pezzi… fra i vari musei del mondo quello di Norinberga si è aggiudicato il pezzo più interessante… la “Fibula ad aquila” che è divenuta poi il simbolo dei Goti in Europa…E’ uno degli Stati più piccoli di Europa con i suoi 61 Kmq, ma è anche, dopo quella romana, la più antica Repubblica d’Europa perché esisteva già, incastrata in chissà quale contesto giuridico e amministrativo, all’epoca dell’Impero Romano. Sembra infatti che, dal mare di fronte, attorno al 257 fossero arrivati due operai tagliatori e incisori di pietra… Dicono che ci fosse urgenza di ricostruire le mura di Rimini… L’Impero all’epoca era un po’ nei guai perché i barbari alle frontiere premevano per entrare a godersi la società del benessere… Forse i due profughi, invece, erano scappati da qualche persecuzione locale contro i cristiani… La storia si fa un po’ confusa ed è meglio non approfondire troppo… Si da per certo che si chiamassero Leo e Marino e li mandarono a estrarre pietre sul Monte Titano … Dopo tre anni si dividono … Leo va a fondare San Leo…, la Rocca da dove scapperà Cagliostro e Marino si fa una grotta sul Monte Titano… Quando poi il figlio della matrona del luogo proverà a scacciarlo… per punizione divina resterà paralizzato… Inutile dirlo… all’atto della donazione del Monte Titano a Marino, il ragazzo guarirà e Marino dopo questo miracolo è già diventato S. Marino. Risale ufficialmente… ma non del tutto, al 3 settembre 301, la fondazione di questa Serenissima Repubblica…
Se ne sa poco durante tutto il Medioevo… Ma è sicuro che la democrazia fosse diretta… L ‘avevano copiata ai greci, e, nella loro versione della Città – Stato, tutti i padri di famiglia partecipavano all’Arengo, la grande Assemblea che radunava tutti i poteri , legislativo, politico, giudiziario… Durerà fino al 13° secolo poi saranno costretti a farsi rappresentare.. Lo Stato era sempre piccolo, ma la popolazione aumentava…E ‘ certo però che i due Capitani Reggenti, i loro capi di Stato, discendono direttamente dai Consoli romani, solo che nella durata della carica erano stati ancora più drastici… 6 mesi invece di un anno… Lo dovevano aver capito subito che il potere corrompe…
La parola “Libertà ” l’hanno scritta dappertutto, perché non ci fossero dubbi da parte di nessuno… Nella bandiera, nello stemma e nella Piazza del Governo dove c’è una bella statua proprio al centro a testimoniarla… “Reliquo vos liberos ab utroque homini”… Forse non l’ha detto proprio San Marino come hanno voluto far credere per non pagare le tasse, ne’ all’Imperatore né allo Stato della Chiesa, ma di fronte al nome del Santo fondatore persino il processo del 1296 riconobbe la loro indipendenza ” Non dipendono da nessuno” proclama un antico documento ritrovato in un Convento da quelle parti…”Non pagano perché non hanno mai pagato. E’ stato il loro Santo a lasciarli liberi”. Il Papa del resto si era già arreso qualche anno prima… Aveva riconosciuto la Repubblica nel 1291… Sessanta anni dopo San Marino era anche libero Comune…Solo una volta ha aumentato il territorio… quando il Papa nel 1463 per gratitudine gli cedette Fiorentino, Montegiardino e Serravalle… poi non ne ha più voluto sapere. C’era sempre il rischio di perdere qualche libertà a farsi beneficare dai potenti… Un paio di volte San Marino se l’é vista brutta come quando Cesare Borgia, il duca Valentino l’occupò con le sue truppe per quasi un anno… Figurarsi il Duca s’era messo in testa di prendersi tutta L’Italia… Come avrebbero fatto a cacciarlo da San Marino? Ci volle la morte del Papa per costringerlo a levare le tende con armi e bagagli… Ormai non aveva più la protezione della Chiesa… Chiesa che tuttavia ci riprovò a mettere le mani su San Marino anche nel ’700, ma insorse mezza Europa a difendere il piccolo Stato … Faceva comunque barriera al dilagante imperialismo dello Stato pontificio.
Per lo scampato pericolo arrivò anche a rifiutare le profferte amiche di Napoleone che gli voleva allungare il territorio sino al mare “la Repubblica di San Marino – disse l’allora Capitano Reggente – contenta della sua piccolezza non ardisce accettare l’offerta generosa che le viene fatta, né entrare in viste di ambizioso ingrandimento che potrebbero col tempo compromettere la sua libertà”
Fu meno prudente durante il Risorgimento e i moti di liberazione… Considerò l’Italia la sua Patria più grande, in cerca della libertà e aprì le porte. Troppo dura sarebbe stata altrimenti la sorte dei carbonari e dei patrioti in fuga… E un’altra volta San Marino rischiò l’occupazione dell’Austria e dello Stato Pontificio… Nel 1849 Garibaldi in fuga da Roma dopo la Caduta della Repubblica Romana procedeva a marce forzate, con la moglie incinta e 1500 uomini, per tentare di raggiungere Venezia… Ma nelle Marche era ormai accerchiato da quattro eserciti nemici… Però era un grande condottiero e nella via di fuga aveva puntato su San Marino… A cui chiese asilo… Solo un momento il Capitano Reggente provò a rifiutare, terrorizzato per le conseguenze, ma Garibaldi era già davanti a lui e la richiesta d’asilo fu accolta… Dopo l’Unità d’Italia San Marico ricominciò a sentirsi sicura…
Oggi vive di eccellenze… Il turismo, la finanza, le monete e i francobolli… Spesso con un annullamento nel giorno indovinato ci si fanno i soldi… Il piccolo territorio ha una grinta estremamente moderna ed efficiente e nonostante la crisi ha il tasso di disoccupazione più basso d’Europa… Ma non ditegli di rinunciare alla cerimonia di investitura dei Capitani Reggenti o di cambiare la date del suo calendario… Per San Marino l’anno comincia il 3 settembre e l’anno in corso e’ 1l 1713 d.F.R., cioè dalla Fondazione della Repubblica… Perché tutto cominciò il giorno che San Marino dette loro la libertà…Dal 2008 San Marino e il Monte Titano sono diventati Patrimonio dell’Unesco… “… Sono eccezionali testimoni della costruzione di una Democrazia rappresentativa basata sull’ autonomia civica e sull’auto-Governo con un’unica, ininterrotta continuità nell’essere Capitale di una Repubblica indipendente sin dal 13° secolo. …”
La cucina… Molto è in comune con le Marche e la Romagna, le sue confinanti, alcune cose però sono tipiche di San Marino, come i fagioli con le cotiche di maiale o la polenta servita sul tagliere magari con un sugo di salvia e uccelletti… Oppure la pasta e ceci della tradizione natalizia e la minestra Bobolotti, quella dei poveri fatta con pasta fresca, fagioli scuri e lardo…Alcuni dolci sono ecccezionali come la Pagnotta, tipica di Pasqua o la Torta Titano o la Torta Tre Monti… Ma di alcuni di essi non si conosce nemmero la rcetta precisa…Segreto della Repubblica!
Noi abbiamo scelto un piatto che nel nome ripete una certa dose di ironica insofferenza per quello Stato pontificio che per molti secoli è stato lo scomodo vicino di casa della Serenissima Repubblica
STROZAPRET AL SUGO DI CARNE E FORMAGGIO DI FOSSA
INGREDIENTI PER IL SUGO per 4 persone: pomodori maturi 400 grammi, fegatini di pollo grammi 200, lombata di vitello grammi 100, burro grammi 80, besciamella grammi 100, prosciutto crudo grammi 50, 1 cipolla, 1 carota, 1 manciata di prezzemolo, marsala secco 5 cucchiai, 1/2 litro di brodo di carne, noce moscata 1 pizzico, cannella 1 pizzico, sale e pepe a piacere.
INGREDIENTI PER LA PASTA per 4 persone: farina bianca 620 grammi, acqua, sale, formaggio di Fossa di san Marino 60 grammi (è una specialità del posto che si ottiene mescolando latte vaccino e latte di pecora)
PREPARAZIONE: per quanto attiene al sugo, sbucciate, lavate e tritate la cipolla, la carota e il prezzemolo, metteteli in un tegame di terracotta insieme a 50 grammi di burro e fateli rosolare sul fuoco a fiamma media. Tagliate a pezzi piccoli sia la carne che i fegatini e uniteli al soffritto, mescolando il tutto con un cucchiaio di legno, aggiustate di sale e pepe e bagnate con il marsala. Lavate i pomodori, togliendo loro i semi (si possono usare anche i pelati in scatola, preferibili ai pomodori freschi nei mesi invernali, dato che i pomodori freschi fuori stagione si rivelano con poco sapore e troppa acqua), tagliateli a pezzi e uniteli alla carne, poi aggiungete al sugo la besciamella, la noce moscata e la cannella e bagnate infine con il brodo versandolo poco per volta.. Cuocete per mezz’ora,poi tritate il prosciutto e fatelo rosolare con il restante burro in un tegamino a parte e unitelo al ragù solo negli ultimi minuti della cottura.
Per preparare la pasta versate 600 grammi di farina sulla spianatora distribuendola a “fontana”,versate al centro dell’acqua bollente e mescolate rapidamente con un cucchiaio di legno. Lavorate la pasta con le mani per 15 minuti e poi ricavatene dei bastoncini della grandezza di un dito tagliandoli a pezzi di due centimetri e 1/2. Utilizzate la restante farina per distribuirla sulla spianatora e con le dita rotolarvi sopra premendo i pezzetti di pasta in modo che restino vuoti all’interno oppure prendendo ogni bastoncino, arrotolarlo, facendolo scorrere tra i palmi aperti delle mani (imitando il classico gesto di sfregamento che si fa per scaldarsi le mani.) Lessateli in acqua bollente salata. Quando vanno a posarsi sul fondo della pentola scolateli subito e conditeli con il sugo preparato. Dopo averli ben mescolati spolverateli con il formaggio di Fossa.