Oggi vi riproponiamo questo libro e questo autore. Se ancora non lo conoscete, bè fatelo. Diverso dal solito, lui che della letteratura ne ha fatto e ne fa la sua sfida continua. Ricercatore delle belle parole, amante del buon libro: questo è Stefano Valente.
Trama
Aguilar Mendes, studioso di letteratura portoghese, giunge a Roma il 16 marzo del 1978, esattamente nel mattino cruciale del rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. E’ un fuoruscito, un esule che fugge dall’Argentina che il regime militare ha trasformato nella terra dei desaparecidos. A Roma hanno così inizio le vicende del letterato: scendendo in una strana – a volte “introvabile” – pensione del centro, Aguilar Mendes sarà proiettato in una girandola di eventi misteriosi che lo porterà avanti e indietro per l’Europa, rendendolo vittima e protagonista di arcani insondabili e intrighi politici. Lo schivo, spaesato Aguilar Mendes si imbatterà negli “ospiti” del piccolo albergo, conoscerà le sue sedute spiritiche; verrà coinvolto in complotti, segreti e amori, in giochi di potere e avvenimenti – antichi e presenti – che lo metteranno in contatto con figure, atmosfere e “presenze” incredibili, e tuttavia reali: con un esercito di epici bravacci che diffonde il terrore e il carnevale fin dentro il cuore del Brasile, con Santi-teologi in bordelli della Terra del Fuoco, con un gatto di Oporto (?) e tre cani infernali, con le malinconie dolci di Lisbona… E anche con Antenati-Serpenti dall’altra parte del mondo. Perché il Tempo – la Serpe-Ouroboros che morde la sua stessa coda – ha determinato di fare di Aguilar Mendes il proprio custode…
Buona lettura
Alessandra