In occasione della “Settimana della Distopia” la recensione di un volume a metà tra la distopia e lo sci-fi con una protagonista al femminile che vi conquisterà a prima lettura.
The best we can ever do is try.
Avete presente quando un libro sembra chiamarvi e più vorreste scapparne più ve ne trovate attirati? Beh questo è quello che è successo a me con “Mila 2.0”, fin da quando ne ho visto la copertina, con questo sfondo blu che richiama il mio colore preferito, non ho potuto farne a meno, doveva essere mio. E quando me lo sono ritrovato su Netgalley ho capito che era un segno del destino e lo dovevo leggere. E meno male, perché me ne sono innamorata a prima lettura.
Mila non avrebbe mai dovuto conoscere la sua identità. Era una ragazza che viveva con sua madre in una piccola cittadina del Minnesota. Avrebbe dovuto dimenticare il suo passato – che è stata costruita in un segreto laboratorio scientifico informatico ed è stata programmata per fare cose che le persone normali non dovrebbero mai fare.
Ora non ha altra scelta che correre – da un gruppo di pericolosi operativi che vogliono terminarla perché conosce troppo e da un misterioso gruppo che la vuole catturare viva e sboccare la sua tecnologia avanzata. Però quello che Mila sta diventando va oltre l’immaginazione di tutti, inclusa la sua, e potrebbe salvarle la vita.
Questo è il romanzo di esordio di Debra Driza e il primo libro in una trilogia sullo stile di “Bourne Identity” che combina l’azione sconvolgente con l’esplorazione di cosa significa realmente essere umani. Veramente al cardiopalma, con un ritmo che inizia come un racconto ya normale e poi si trasforma in un qualcosa di così completamente differente che non lo avresti mai immaginato. Sono sincera, ancora affascinata semplicemente dalla copertina, non avevo letto la trama con attenzione, mi ero solo lasciata ispirare dal fatto che si trattava di un incrocio tra una distopia e una sci-fi, ma supera così tanto le distinzioni, che forma un genere tutto suo.
Mila è la protagonista ideale, di quelle che sono eroiche per gli atti più semplici, che sconvolgono per la loro sincerità e le loro emozioni. È lei che racconta la storia in prima persona e con lei scopriamo la sua vera identità. Sembra essere tutto normale, Mila frequenta il liceo, appena trasferitasi in Minnesota, e incontra una ragazza Kaylee che subito la fa sentire accettata nel gruppo, salvo poi allontanarsene appena la verità salta a galla. E qual è la verità? Mila è un’androide, dentro di sé ha una serie di cavi e liquidi che la fanno sembrare umana ma è dotata di un equipaggiamento unico che la rende un’arma pericolosissima. Ma quello che stupisce di Mila è la sua intelligenza, la sua dedizione, il suo essere assolutamente adorabile e imprevedibile, il non arrendersi, e il provare che l’ambiente e l’amore sono fondamentali. Non solo le condizioni genetiche e i tratti insiti dall’evoluzione e dal pool genetico da cui ognuno di noi attinge, ma anche quelli che ci circondano possono fare la differenza nel renderci quelli che siamo. Ed è bellissimo di come Mila si rende di pari passo conto del fatto che è una macchina, ma allo stesso tempo è una ragazza di sedici anni con le spinte tipiche di una teenager. Assolutamente straordinaria, una di quelle eroine che non dimentichi perché perfetta nelle sue insicurezze e nella sua crescita personale.
Il corollario dei personaggi secondari è ricco ma molto interessante e fornisce molti spunti di riflessione, proprio a partire dalla “madre” di Mila. Una donna che tenta disperatamente di aiutare Mila e di salvarla dalle mani di chi la vuole sfruttare per i propri assurdi comodi, per una guerra di cui si ignora tutto. È una scienziata ma si rivela una donna compassionevole e una figura materna esemplare di quelle che si sacrificano non importa quale sia il prezzo da dover pagare. Una donna straordinaria.
E poi c’è Hunter un ragazzo che Mila incontra uno dei primi giorni di scuola e con cui nasce subito un rapporto speciale e che sembra incredibilmente capire tutto senza stare troppo ad indagare, che accetta Mila per quello che è, e la aiuta nei momenti di difficoltà. Dolce e sensibile, nonché un gran bel ragazzo, rischiara l’atmosfera cupa dei capitoli finali, quando tutto sembra perduto.
Indimenticabile anche Lucas, un personaggio chiave, che sarà di fondamentale importanza e che ho adorato dalla prima volta che è comparso con la sua adorabile gamba malata.
E The Villain della situazione? Uno di quelli che sono bastardi dentro, crudeli, ma che hanno un senso perché mettono in maggior evidenza i buoni. Fantastico.
Il particolare da non dimenticare? Una cassetta degli attrezzi.
Uno di quei libri che non possono mancare nella biblioteca degli amanti degli sci-fi che risulta di facile lettura e incredibilmente avvincente. Unico e appassionante come pochi altri libri, non vedo l’ora di mettere le mani sul seguito. Intanto potete gustarvi la novella prequel “Mila 2.0 Origins The Fire”. Stupendissimo
Buona lettura guys!
Ringrazio immensamente Netgalley e HarperCollins per avermi concesso la straordinaria opportunità di leggere questo libro in anteprima in cambio della mia onesta opinione.