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La settimana NBA: Bulls e Blazers caldissime, Gortat e i suoi Wizards in difficoltà

Creato il 19 novembre 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Best of the East

 

Best Team: Chicago Bulls

Una sola vittoria nelle prime quattro giocate non è un inizio che si addice a chi era tra i favoriti ai blocchi di partenza. I Bulls hanno ingranato però la marcia e ora, dopo quattro vittorie consecutive, sono nuovamente tra le prime a Est. Il segreto di questa rinascita del gruppo della Città del Vento si chiama, come da qualche anno a questa parte, difesa. Solamente 93.8 punti concessi ogni 100 possessi, con gli avversari costretti a un misero 40.3% al tiro. Per capire l’importanza della fase difensiva basta dire che nelle sconfitte i Bulls subiscono 103.7 punti di media, mentre nelle partite vinte finora sono solo 84 i punti lasciati ai team affrontati. Se il migliore finora è stato Carlos Boozer, con quasi 17 punti e 8 rimbalzi di media, Derrick Rose sembra invece in ascesa di performance dopo un inizio difficile. Per la sua miglior prestazione dal rientro ha scelto di aspettare la sfida contro gli imbattuti Pacers. Imbattuti fino ad allora, perché Chicago, dopo aver frenato la corsa degli Heat lo scorso anno a 27 vittorie di fila, ha colpito un’altra vittima illustre. Se la vostra squadra è in winning streak, pregate che non passi vicino ai Tori.

Best Player: LeBron James

La sconfitta contro i Celtics dev’essere bruciata e non poco al Prescelto. Vedere e rivedere Jeff Green che spara la tripla della vittoria davanti alla sua faccia deve averlo risvegliato di soprassalto. E il risultato, al solito, è stato terrificante. 34 punti di media nelle tre partite successive, con un 40/57 francamente incommentabile e, ovviamente, altrettante vittorie. Per sei volte nelle prime dieci uscite LeBron si è tenuto oltre il 60% al tiro ed è il secondo miglior marcatore della Lega con 27.3 punti di media a partita. Inoltre, King James è primo anche nelle statistiche dell’effective field goal percentage, che calcola il rapporto effettivo tra tiri da fuori e dentro l’arco, con un mirabolante 66,8%, e dei punti su 100 possessi, a quota 37,86. Il fatto che sia primo come punti nel pitturato (14.4) e tiri con oltre il 50% da tre punti, dimostra ancora una volta il suo valore. Miami ora è la seconda forza di Conference e si dirige ad ampi passi verso la leadership dei Pacers. E ha il miglior giocatore del mondo nel suo roster.

 

Best of the West

 

Best Team: Portland Trail Blazers

Otto vittorie, di cui le ultime sei consecutive, sole due sconfitte. Secondo posto a Ovest dietro solo ai sempreverdi Spurs, che hanno subito la loro unica sconfitta finora proprio da Portland. È lecito sognare al Rose Garden? Nessuno si sarebbe aspettato una partenza così dai Trail Blazers. LaMarcus Aldridge ha alzato le sue medie, dopo un avvio non felice, e ora viaggia a 22.2 punti e 9.3 rimbalzi di media a partita, mentre Damian Lillard sta dimostrando, ancora una volta, di non aver vinto il premio di Rookie of the Year dello scorso anno per caso. Il resto lo fa un Nicolas Batum a tutto campo e un roster che, se al completo, può giocarsela quasi con chiunque. Le prossime prove di maturità si chiamano Nets, Bulls e Warriors, tutte da giocarsi in questa settimana ricca di impegni. Tra sette giorni sapremo davvero di che pasta sono fatti questi Blazers e se la striscia positiva si sarà interrotta. Per ora lasciamoli sognare.

Best Player: Blake Griffin

Con l’arrivo di Doc Rivers, Griffin aveva dichiarato che Los Angeles, sponda Clippers, non sarebbe più stata sinonimo di Lob City. Sebbene l’aspetto sia rimasto e i Clips siano quasi sempre presenti negli highlights della notte NBA, Blake sta giocando delle grandi partite, a prescindere dalle schiacciate. Lo dimostrano i quasi 23 punti di media a partita con quasi 11 rimbalzi annessi, una doppia doppia che in pochi possono vantare nel panorama della Lega. Favorito dalla presenza in playmaking del miglior assistman della Lega, Chris Paul (12.8 a partita), Griffin è però un fattore fondamentale nella serie di vittorie apertasi con i Rockets e nell’attacco più prolifico della Lega, a quota 110 punti a partita. L’ottimo momento anche di Chris Paul e il grande entusiasmo potranno essere uno stimolo più grande per i Clippers per migliorare ancora e proseguire nella striscia di successi. E Blake è pronto a schiacciare in testa agli avversari, ora più che mai.

 

Best of the Rest

 

WARRIORS e CLIPPERS: tre vittorie consecutive la prima, quattro la seconda, per entrambe un più che dignitoso record di 7-3. Le due squadre, tra le più talentuose e spettacolari, oltre che tra le più attese alla vigilia, si stanno risvegliando dal torpore iniziale. I più esperti Spurs e i sorprendenti Blazers sono gli obiettivi da puntare nel mirino, ma in generale si deve raggiungere una buona posizione in attesa della post season. Per poi lottare fino alla fine e dimostrare il valore di questa gioventù terribile.

FATTORE TARGET CENTER: se i Timberwolves possono aspirare a un posto tra le prime otto ad Ovest, finora, è solo grazie alle partite casalinghe. Cinque vittorie e solo una sconfitta, tra cui spicca il successo eccellente contro i Thunder. Per essere sicuri della post-season serve migliorare il rendimento in trasferta e sperare che la sfortuna abbia finalmente abbandonato Minneapolis come negli anni passati. E con un Kevin Love a questi livelli, tutto è possibile.

 


 

Worst of the East

 

Worst Team: Milwaukee Bucks

Scegliere un peggiore nella carneficina prodottasi a Est è stata un’impresa ardua, ma i Bucks se lo sono guadagnati con pieno merito. Cinque sconfitte consecutive, sette in totale, e una pochezza francamente imbarazzante. 85 punti segnati a fronte di 102 subiti nelle uscite della scorsa settimana con l’impressione che sia solo O.J. Mayo il giocatore degno di nota a roster. Caron Butler e Gary Neal non sono una solida base su cui costruire una squadra, Larry Sanders ha giocato solo tre partite finora, per altro non sui livelli dello scorso anno. Il team è giovane e potenzialmente di talento, ma ha bisogno di non pochi aggiustamenti per tornare almeno a lottare per la post-season. Quest’anno Milwaukee non farà parte della contesa, ma l’estate è ricca di buoni propositi. Arriverà sicuramente qualche regalo in più rispetto a questo magro Natale.

Worst Player: Marcin Gortat

Arrivato dai Suns per essere un fattore con Nenè sotto canestro, Gortat sembra invece aver messo la retromarcia. Nelle ultime quattro partite, con altrettante sconfitte di squadra, il centro ha segnato tre punti in più di quanti ne abbia segnati Kyre Irving nella sola partita giocata e vinta dai Cavs proprio sui Wizards nella notte di sabato. Se Washington non ingrana, parte della colpa è proprio di Gortat, il cui rendimento sembra funzionare solo a rimbalzo. In settimana, un video riproponeva le sue gesta nel tentativo di emulare Hakeem The Dream Olajuwon, uno a caso insomma. Tutti si augurano che non ci provi mai più.

 

Worst of the West

 

Worst Team: Sacramento Kings

La Western Conference, purtroppo per i Kings, non è come la Eastern. Due vittorie non bastano per essere ancora in corsa per la post-season, ma valgono anzi il penultimo record, davanti solo ai più che derelitti Jazz di quest’anno. 26° come punti segnati, 28° a rimbalzo e 22° nelle assistenze, ci si chiede se qualcosa stia effettivamente andando bene a Sacramento, dopo aver festeggiato il mantenimento della franchigia in città la scorsa estate. È vero che le sconfitte non sono mai state nettissime, ma è anche vero che non è mai sembrato che una di queste partite potesse essere davvero vinta dai Kings, sebbene Cousins abbia apparentemente e parzialmente abbandonato il suo essere pigro e ingestibile per diventare il leader di questa squadra. Le prossime sei partite saranno tutti scontri divisionali, due contro Suns e Clippers ed uno rispettivamente contro Lakers e Suns. Sembra però che l’unica via percorribile sia un’altra. Tank is the way..

Worst Player: George Lucas III

Insieme a Jefferson, Biedrins e Rush provenienti dai bassifondi di Golden State, è arrivato George Lucas III come free agent, direttamente dai Raptors, a “rafforzare” i Jazz. Ebbene, nella giungla degli orrori partorita da Utah in questo inizio di stagione, scegliamo proprio lui a simbolo assoluto. Perché? Lasciando perdere per un attimo le mere statistiche di 6 punti, 2 rimbalzi e 2 assist scarsi a partita, con un impiego neanche così risicato, concentriamoci su un episodio in particolare. Se su 11 partite la squadra di cui fai parte ne vince una sola e tu, a quell’unica gioca stagionale finora, partecipi con 0/7 al tiro e un terrificante 0/6 da tre punti, meriti di essere il peggiore della settimana. O forse dell’anno.

 

Worst of the Rest

 

ATLANTIC DIVISION: con tutte le sue franchigie in record negativo e in losing streak, l’Atlantic Division sembra senza ombra di dubbio la peggiore della Lega. Avevano iniziato bene le outsider Sixers, Celtics e Raptors, ma sembra che lo slancio iniziale si sia ormai concluso, benché le squadre continuino a essere in testa alla division. Knicks e Nets, che dovevano contendersi i posti che contano a Est, vanno sempre peggio (3-6 per entrambe) e sono le delusioni più grandi finora. Quando finirà l’incubo?

WIZARDS e CAVS: come non citare gli ennesimi disastrosi inizi di questa Eastern Conference? Sono quattro le sconfitte consecutive della squadra della capitale, mentre i Cavaliers hanno vinto l’ultima proprio contro Washington in overtime dopo aver perso tre gare in fila, di cui una contro i Bobcats in casa. Se pensiamo che erano date tra le possibili sorprese e in corsa per un posto nei playoff, l’unica cosa da fare è mettersi le mani nei capelli. Wall e Irving devono riprendere a essere decisivi e bisogna ricominciare a correre, se non si vuole restare troppo indietro.


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