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La settimana NBA: Phila? Molto meglio di Miami!

Creato il 05 novembre 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Best of the East

 

Best Team : Philadelphia 76ers

La notizia che Nerlens Noel sarebbe rimasto fuori tutta la stagione per recuperare dal grave infortunio al ginocchio è arrivata al termine di una pre-season agghiacciante, fatta di cinque sconfitte su sei match disputati. L’incubo sarebbe dovuto proseguire senza troppe difficoltà, visti gli incroci con Heat all’esordio e Bulls alla terza, ma Evan Turner, Spencer Hawes e soprattutto, per il suo impatto devastante sui Sixers, Michael Carter-Williams non erano delle stesse intenzioni. Philly viaggia a 105.3 punti di media nelle prime tre gare giocate e, soprattutto, le ha vinte tutte. Ha spazzato via Miami con un esordio da scrivere negli annali del rookie da Syracuse (22 punti, 7 rimbalzi, 12 assist e 9 rubate), liquidato la pratica Wizards con 29 punti di Thaddeus Young e 23 di un finalmente decisivo Evan Turner ed inflitto ben 109 punti alla difesa dei Bulls, anche grazie al canestro di Spencer Hawes, che ha chiuso i giochi a favore di Philadelphia. Sembra solo un fuoco di paglia, ma è stata una settimana da ricordare in casa Sixers. Con la benedizione di Allen Iverson.

 

Best Player : Paul George

Se i Pacers hanno cominciato con tre vittorie senza sconfitte e sembrano inarrestabili, molto è dovuto al grandissimo inizio di stagione del most improved player della scorsa stagione. Primo canestro della stagione NBA e 24 punti all’esordio contro i Magic, conditi da 6 rimbalzi, 5 assist e 3 stoppate, rendimento uguale come rimbalzi e assistenze al secondo match contro i Pelicans, a cui però aggiungere 32 punti. Per finire doppia doppia da 21 punti e 13 rimbalzi contro i Cavs. Migliorarsi ancora rispetto alla scorsa stagione, anche visto il trofeo conquistato, non era semplice, ma il numero 24 di Indiana sembra non volersi fermare più e vuole confermarsi come uno dei giocatori più completi nel panorama NBA. E ambire al titolo.

 

Best of the West

 

Best Team : Houston Rockets

Dovevano essere la squadra rivelazione dell’anno, vista l’acquisizione in estate di Dwight Howard, dovevano iniziare a macinare vittorie fin da subito, perché la corsa ai playoff ad Ovest non è mai semplice. E l’hanno fatto. Superman ha fatto subito capire che la franchigia texana gli garba raccogliendo il suo massimo in carriera di rimbalzi all’esordio (26) e portando 15 punti e 17 rimbalzi di media nelle prime tre vittorie stagionali dei Rockets. James Harden, da vero leader, dopo un avvio così così, ne ha messi 34 contro i Mavs nella partita più difficile delle tre disputate finora. Se Parsons sarà quello dello scorso anno, Lin confermerà il buon inizio, Garcia continuerà a scagliare bombe a bersaglio e il fattore H-H si confermerà come uno dei duetti migliori della Lega, ci sarà poco da fare per le avversarie dirette. Houston sembra poter sognare in grande e non ha intenzione di svegliarsi.

 

Best Player : Kevin Love

Consideriamo che sono solo le prime tre uscite stagionali, ma consideriamo il fattore Kevin Love. Minnesota ha sempre avuto un buon roster negli ultimi anni, ma la fortuna non ha mai voluto saperne di far andare le cose per il verso giusto. Adesso che i T-Wolves sono al completo, però, hanno vinto le prime tre gare stagionali, di cui due contro compagini tra le migliori della Lega, Thunder e Knicks. E se Minneapolis deve scegliere un uomo a cui dire grazie, questo è proprio Love. 31 punti e 17 rimbalzi al suo ritorno in campo contro i Magic, 24 e 12 nella grandissima vittoria contro Oklahoma City, 34 e 15 al Madison Square Garden per decidere il match contro New York. Non si sa dove possono arrivare questi T-Wolves, ma si sa dove può arrivare il loro miglior giocatore. Ovunque.

 

Best of the Rest

ERIC BLEDSOE: i Suns erano dati tra le formazioni più in difficoltà ad Ovest, ma se ora si ritrovano con due vinte e una persa è anche e soprattutto grazie al talento ex Clippers. 22 punti, 6 rimbalzi e quasi 9 assist di media hanno fatto esplodere la guardia in questo inizio di stagione. I Jazz ne sanno qualcosa, visto che hanno subito proprio da lui il canestro decisivo per la vittoria di Phoenix 87-84 con 7 decimi rimasti sul cronometro. God ble(d)ss(oe) you, Eric!

PISTONS FRONTCOURT: che Monroe e Drummond fossero due centri esplosivi e tra le possibili rivelazioni della stagione si sapeva. Che potessero rendere così bene con Josh Smith alle loro spalle era un altro paio di maniche. Il primo viaggia a 18 punti e 11 rimbalzi di media, il secondo a 13 punti e 12 rimbalzi a partita. Detroit deve soprattutto a loro un convincente inizio di stagione fatto di due vittorie e della sconfitta in una partita sofferta contro i Grizzlies. Con J-Smoove e Jennings a grandi livelli la post-season può essere solo l’inizio.

 


 

Worst of the East

 

Worst Team : Washington Wizards

L’anno scorso si diceva che la prima parte di stagione era stata deludente a causa dell’assenza di John Wall, che tutto sarebbe andato meglio in questa regular season, con il roster al completo dall’inizio. E invece no. Tre sconfitte su tre giocate, contro Pistons, Sixers e Heat. Ariza ha fatto il fenomeno solo all’esordio, poi ha collezionato un pessimo 9/31 nelle restanti uscite, Nenè ha giocato solo la prima, Gortat non sembra ancora a suo agio nel team della capitale, Beal trova con troppa poca continuità il canestro e sembra incapace di essere decisivo. Wall, per quanto non abbia cominciato male la sua stagione, non sembra ancora quello che ha trascinato la riscossa Wizards ad inizio 2013. Urge trovare una soluzione, oppure tankare in attesa di un futuro migliore.

 

Worst Player : Derrick Rose

Spiace, spiace moltissimo. Rose però non sembra ancora tornato sui livelli del suo anno da MVP della Lega, nemmeno lontanamente. Un orribile 15/52 al tiro e la miseria di 4 assist a partita, oltre a 17 palle perse e un plus/minus sempre negativo nelle tre uscite stagionali (si, anche nell’unica vittoria contro i Knicks!) sono dati troppo al di sotto della sufficienza per non definire Rose come una delle cause più decisive nel brutto inizio di stagione in casa Bulls. L’esordio contro Miami è stato fin troppo negativo, la vittoria contro New York l’unica gioia prima della seconda sconfitta contro i Sixers. Si riprenderà? Noi lo aspettiamo al top per non perdere uno dei talenti più cristallini della Lega.

 

Worst of the West

 

Worst Team : Los Angeles Lakers (starting five) + New Orleans Pelicans (bench)

Escluso Pau Gasol, l’esordio e il proseguio di stagione del quintetto titolare all’esordio contro i Clippers (Young, Williams, Blake e Nash) è stato tragico. Nessuno oltre la doppia cifra in nessuna statistica e, dopo i soli 40 punti messi a segno nel derby sui 116 di squadra, Mike d’Antoni ha apportato qualche modifica, mettendo Xavier Henry titolare. Meeks, Farmar e Kaman comunque continuano a convincere maggiormente dei titolari e si devono a loro le uniche gioie stagionali. Tyreke Evans guida invece una delle peggiori panchine della Lega, quella dei Pelicans. New Orleans non avesse un super Davis come quello visto finora e due convincenti Gordon e Holiday probabilmente sarebbe la franchigia materasso a Ovest. Serve ripartire dai titolari per trovare dei risultati convincenti.

 

Worst Player : Steve Nash

Solo la partita contro gli Hawks lo salva da statistiche altrimenti infamanti per uno come lui. 3 punti all’esordio nel derby contro i Clippers, 5 contro gli Spurs e finalmente in doppia cifra contro Atlanta. Non sono abbastanza 5 assist scarsi di media se si tira con il 29% dal campo. Non è abbastanza soprattutto per colui che è stato MVP della Lega e che dovrebbe essere il leader dello spogliatoio vista l’assenza pesantissima di Kobe. Sembra invece che sia la panchina la vera trascinatrice dei Lakers di questo inizio stagione. L’età si fa sentire, da lui, però, ci si aspetta ben altro.

 

Worst of the Rest

MIAMI HEAT: una vittoria convincente contro i Bulls, una onesta contro i disastrati Wizards, ma in mezzo due sconfitte pesanti contro Sixers e Nets. Se Philly è stata miracolata nel suo inizio, Brooklyn su tre partite ne ha vinta una sola proprio contro Miami. LeBron sta giocando un buon basket, non ad altissimi livelli, ma non può e non deve essere l’uomo contro cui puntare il dito. Manca soprattutto qualcuno che raccolga rimbalzi, un centro come si deve. E l’ultimo posto proprio in questa statistica lo conferma a pieno.

KENNETH FARIED: otto punti con il 36,4% dal campo di media è davvero troppo poco per un giocatore che punta alla sua consacrazione definitiva in questa stagione. Senza Gallinari e con un Lawson convincente, l’arma decisiva di questi Nuggets doveva essere lui. E invece Denver ha perso le prime due uscite stagionali con uno scarso apporto del suo talento più giovane e in gamba. Se vuole crescere ancora e arrivare ad altissimi livelli ci vuole molto di più.


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