Mentre le lega parla di secessione
del nord-est dell’Italia, nessuno, a parte il Presidente della Repubblica parla
della storia dell’Indipendentismo Siciliano che nel 1944 fù sedato nel sangue in
seguito al tradimento degli stessi Siciliani. Una storia contorta dove la
politica ed i servizi segreti hanno chiuso i loro ranghi impedendo ai Siciliani
di diventare Nazione. Un movimento
quello del MIS guidato da Andrea Finocchiaro Aprile era riuscito a superare
ogni tipo di retorica attraverso la creazione dell’Esercito Volontario per l’Indipendenza
della Sicilia(EVIS) ed a portare la Sicilia al voto dell’ONU come 51° stato USA.
Certamente un’utopia ai nostri giorni,ma forse un’occasione persa,che rimarca
le veemenze della Padania ai molti Siciliani che non hanno dimenticato e
possono rivendicare una secessione in questo caso sancita dalla stessa storia. Sebbene
la vera storia di Sicilia è stata da sempre sedata e chiusa nei cassetti di
potere, è giusto parlare dei fatti del 17 giugno 1945 quando in uno scontro a fuoco con i Carabinieri in
zona “murazzu ruttu” nei dintorni di Catania veniva ucciso il comandante
dell’EVIS Antonio Canepa insieme a Carmelo Rosano e Giuseppe Lo Giudice. Il
dopo è poca storia ma passa da Concetto Gallo e da un’alleanza militare con il
banditismo e la banda di Salvatore Giuliano, da molti ritenuto l’ultimo
’brigante’ ma che in realtà fù un partigiano della lotta di liberazione del
sud. Una storia che prima del capitolo EVIS parla del più antico parlamento democratico
dell’era moderna nato nel 1097 a Mazara del Vallo con Ruggero I di Sicilia e
della Curiae Generales nel 1130 con Ruggero II che proclamò la nascita del Regno di Sicilia. Uno
stato quello del Regno di Sicilia che durò dal 1130 al 1861 e che dopo essere stato occupato e non liberato,come
la storia vuole fare credere, passò dal suo massimo splendore dell’epoca come terza potenza mondiale, economica, artistica,
industriale, il cui reddito superava di ben 120 volte le magre finanze degli altri
Stati pre unitari alle condizioni di oggi. Uno strascico che alla data odierna
possiamo toccare con mano attraverso le ferrovie che in Sicilia sembrano non
esistere e che si sono viste surclassate in vent’anni da circa 2000 km di linea
ferrata del settentrione. Per non parlare di autostrade e di ridicoli ritardi
trentennali per linee di comunicazioni importanti come la Gela- Siracusa , ancora
incompiuta. Abbiamo subito e continuiamo a subire lo smantellamento delle
maggiori industrie portate tutte al nord. La Sicilia di oggi non è certo la
Padania e se si parla di secessione potrebbe, però, chiudere il gas Libico ed
il 40% della benzina raffinata oltre che la grande risorsa di energia elettrica
prodotta sia a livello industriale che dal Solare,non dimentichiamo il turismo
, la pesca, l’agricoltura, le miniere di salgemma e di zolfo. Non dimentichiamo
che la Sicilia fu definita il granaio di
Roma Imperiale. La Sicilia di un’ipotetica secessione ha oggi la possibilità di diventare una vera potenza
logistica e commerciale del mediterraneo. Questa è la realtà, altro che
secessione della Padania……
Di Maurizio
Cirignotta
Magazine Opinioni
Mentre le lega parla di secessione
del nord-est dell’Italia, nessuno, a parte il Presidente della Repubblica parla
della storia dell’Indipendentismo Siciliano che nel 1944 fù sedato nel sangue in
seguito al tradimento degli stessi Siciliani. Una storia contorta dove la
politica ed i servizi segreti hanno chiuso i loro ranghi impedendo ai Siciliani
di diventare Nazione. Un movimento
quello del MIS guidato da Andrea Finocchiaro Aprile era riuscito a superare
ogni tipo di retorica attraverso la creazione dell’Esercito Volontario per l’Indipendenza
della Sicilia(EVIS) ed a portare la Sicilia al voto dell’ONU come 51° stato USA.
Certamente un’utopia ai nostri giorni,ma forse un’occasione persa,che rimarca
le veemenze della Padania ai molti Siciliani che non hanno dimenticato e
possono rivendicare una secessione in questo caso sancita dalla stessa storia. Sebbene
la vera storia di Sicilia è stata da sempre sedata e chiusa nei cassetti di
potere, è giusto parlare dei fatti del 17 giugno 1945 quando in uno scontro a fuoco con i Carabinieri in
zona “murazzu ruttu” nei dintorni di Catania veniva ucciso il comandante
dell’EVIS Antonio Canepa insieme a Carmelo Rosano e Giuseppe Lo Giudice. Il
dopo è poca storia ma passa da Concetto Gallo e da un’alleanza militare con il
banditismo e la banda di Salvatore Giuliano, da molti ritenuto l’ultimo
’brigante’ ma che in realtà fù un partigiano della lotta di liberazione del
sud. Una storia che prima del capitolo EVIS parla del più antico parlamento democratico
dell’era moderna nato nel 1097 a Mazara del Vallo con Ruggero I di Sicilia e
della Curiae Generales nel 1130 con Ruggero II che proclamò la nascita del Regno di Sicilia. Uno
stato quello del Regno di Sicilia che durò dal 1130 al 1861 e che dopo essere stato occupato e non liberato,come
la storia vuole fare credere, passò dal suo massimo splendore dell’epoca come terza potenza mondiale, economica, artistica,
industriale, il cui reddito superava di ben 120 volte le magre finanze degli altri
Stati pre unitari alle condizioni di oggi. Uno strascico che alla data odierna
possiamo toccare con mano attraverso le ferrovie che in Sicilia sembrano non
esistere e che si sono viste surclassate in vent’anni da circa 2000 km di linea
ferrata del settentrione. Per non parlare di autostrade e di ridicoli ritardi
trentennali per linee di comunicazioni importanti come la Gela- Siracusa , ancora
incompiuta. Abbiamo subito e continuiamo a subire lo smantellamento delle
maggiori industrie portate tutte al nord. La Sicilia di oggi non è certo la
Padania e se si parla di secessione potrebbe, però, chiudere il gas Libico ed
il 40% della benzina raffinata oltre che la grande risorsa di energia elettrica
prodotta sia a livello industriale che dal Solare,non dimentichiamo il turismo
, la pesca, l’agricoltura, le miniere di salgemma e di zolfo. Non dimentichiamo
che la Sicilia fu definita il granaio di
Roma Imperiale. La Sicilia di un’ipotetica secessione ha oggi la possibilità di diventare una vera potenza
logistica e commerciale del mediterraneo. Questa è la realtà, altro che
secessione della Padania……
Di Maurizio
Cirignotta
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