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La sicurezza è un diritto!

Creato il 22 marzo 2011 da Socialmediares

Nel 2008 la fondazione Pubblicità Progresso ha pubblicato una campagna per sensibilizzare le imprese e i lavoratori riguardo alla sicurezza sul lavoro, essa aveva lo scopo di ridurre così un fenomeno che sembrava stesse assumendo dimensioni drammatiche. La campagna venne diffusa tramite televisione, stampa, radio, affissioni e media informatici.

La sicurezza è un diritto!

La mascotte era una mano con l’indice e il medio alzati nel gesto della vittoria, con un casco da lavoro sopra l’indice. Lo scopo era quello di rappresentare un operaio pronto a lavorare nel rispetto delle norme e in piena sicurezza.

La sicurezza è un diritto!
La sicurezza è un diritto!
La sicurezza è un diritto!

Lo slogan che accompagnava le pubblicità recitava “Un vero amico le prende al tuo posto” e ad esso venivano affiancate immagini di caschi, guanti e scarponi con suture e bruciature in modo da paragonarle alle parti del corpo dei lavoratori. Lo scopo era sensibilizzare sia i lavoratori ad utilizzare misure precauzionali per evitare di subire danni fisici di minore o maggiore entità, sia sensibilizzare i datori di lavoro a fare in modo che i proprio dipendenti potessero utilizzare tali misure.

La sicurezza è un diritto!
La sicurezza è un diritto!

Le pubblicità trasmesse tramite i media televisivi vennero pubblicate contemporaneamente, ma la seconda vedrà l’aggiunta del termine croce nel parlato, essa avrà un impatto molto più importante rispetto alla precedente in quanto porterà alla mente degli spettatori il rischio di morte sul posto di lavoro, questo nonostante la parola serva a richiamare la croce rossa del pronto soccorso. Il rischio è trattato naturalmente da entrambe, ma la parola farà risuonare un campanello di allarme nell’immaginario collettivo. Si intendeva inoltre mettere in luce il fatto che non si poteva giocare a testa o croce riguardo alla sicurezza, considerando il fatto che la prevenzione poteva applicarsi mediante semplici precauzioni come caschi, scarponi o guanti da lavoro.

La fondazione, nella sua campagna, si è appoggiata al sito www.iolavorosicuro.it nel quale venivano elencati dieci punti per spiegare le normative, i diritti e i doveri delle imprese. La sicurezza così veniva messa in luce come un diritto e un dovere sia dei lavoratori che delle stesse imprese, il lavoro in nero non poteva corrispondere a lavoro sicuro, era necessario individuare i rischi possibili dei cantieri o delle zone lavorative, era necessaria un’obbligatorietà delle misure di sicurezza, una la formazione al lavoro, un l’utilizzo di cartelli di sicurezza, il datore di lavoro era obbligato a fornire gli strumenti di protezione, bisognava conoscere i comportamenti da adottare in caso di pericolo, bisognava porre attenzione per non mettere in pericolo la vita degli altri con comportamenti irresponsabili ed era necessaria una periodica verifica dell’efficacia delle misure di protezione.

Lo slogan e la campagna, di tre anni fa, rimane al giorno d’oggi molto attuale, anche perché il fenomeno delle morti sul lavoro è lungi dall’essere risolto a causa dello sfruttamento degli operai e dalla notevole diffusione del lavoro in nero. Essa è ancora molto efficace in quanto paragonava gli strumenti di sicurezza a persone, amici, in grado di proteggere da eventuali danni ed evitare il rischio di rimanere invalidi o perdere la vita.

Carlo Serra



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