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La simmetria imperfetta

Creato il 13 ottobre 2013 da Giuseppeg

LA SIMMETRIA IMPERFETTA

Benedetto Antelami, Deposizione di Cristo, 1178, Cattedrale di Parma

In principio fu l'Antelami. Prima di lui, infatti, l’arte scultorea si fondeva quasi del tutto con l'architettura, ne accompagnava timidamente lo sviluppo. I personaggi erano colti non nella loro realtà terrena dominata dal proprio corpo e dal tempo, ma nella loro realizzazione definitiva, nel compimento assoluto della loro missione. Ecco quindi tutta una serie di personaggi stereotipati e ieratici, concentrati esclusivamente nella loro idea di se stessi. Con Benedetto le cose iniziano invece a cambiare. Ovviamente non si può dire che sia stato lui il primo, o che di punto in bianco le soluzioni artistiche siano mutate radicalmente. Si è trattato di un lungo trapasso graduale ma sotterraneo, che pertanto ci sfugge nella sua completezza. Quando però cominciò ad affiorare, era già così maturo da far gridare al miracolo. 

LA SIMMETRIA IMPERFETTA

Firmato: Benedetto Antelami, scultore

Tra le novità dell'Antelami la più eclatante fu che lui si firmava. In un'epoca di maestranze e corporazioni il nome del singolo non trapelava mai, se non in casi eccezionali e rari. La figura dell’artista come la intendiamo noi non esisteva: il merito era tutto del gruppo, della comunità e dei committenti che rappresentavano il significato e nello stesso tempo lo scopo di ciò che veniva prodotto. L’artista era molto simile a un artigiano, a un fabbricante in senso stretto. "ANTELAMI DICTUS SCULPTOR FUIT HIC BENEDICTUS", lasciò inciso sulla Deposizione di Parma, ossia: "questo scultore fu Benedetto, detto Antelami". Un chiaro segno questo della nuova importanza che il ruolo dello scultore era venuto ad assumere, e al tempo stesso dell’orgoglio individuale - e individualista - che cominciava a farsi strada nelle coscienze in quei preamboli del capitalismo. Ma passiamo alla sua opera più bella, la Deposizione di Cristo appunto, che si trova nella Cattedrale di Parma, anno 1178In questa simmetria imperfetta c’è racchiuso il medioevo artistico e al tempo stesso il suo superamento, in vista di un’arte più sensibile e più aperta alle esigenze di questo mondo.

LA SIMMETRIA IMPERFETTA

Simmetria (quasi) perfetta

Tracce calde di medioevo. La bordatura stretta che racchiude i personaggi in un disegno ben preciso; la cornice ad incisioni floreali, ereditate dallo stile longobardo; i quattro segmenti della croce, verticali e orizzontali, che dividono il mondo in altrettanti settori: sotto la linea orizzontale c’è la vita terrena, mentre al di sopra c’è Dio; nella parte di sinistra c’è chi ha fede - la Madonna e san Giovanni, per esempio -, nella destra chi la fede non ce l’ha, come i soldati che si dividono le vesti, i centurioni e i sacerdoti della sinagoga. Le due facce inghirlandate sono il sole e la luna: il primo - a sinistra - è il principio del Bene, l’altro del Male.

LA SIMMETRIA IMPERFETTA

C'è espressione...

Simmetria e movimento. Ma non tutto è saldo e fermo. C’è una certa dinamicità nelle figure a tre quarti, c’è del moto quando l’angelo a destra abbassa la testa al soldato, mentre quello di sinistra regge una mano di Cristo. I pieni e i vuoti sono alternati con gusto: dalla massa piena in basso a destra, coi soldati inginocchiati con la veste, ai lunghi vuoti nel corteo di sinistra, che isolando le figure ne mette in risalto l’individualità. L’inclinazione delle figure non è la stessa, quella di sinistra ‘vince’: la pendenza verso destra prosegue infatti dopo la metà del quadro, per finire con la scala e col soldato - non a caso umiliato e sconfitto -: un chiaro segno di predominanza della parte ‘giusta’, e quindi di fluidità e movimento. C’è espressione: le figure di sinistra stanno soffrendo, hanno il volto contrito e la testa inclinata; sono vittime di questo mondo, nonostante facciano parte del disegno divino; sono vittime e se ne rendono conto. Anche i soldati a destra sono perplessi: che abbiano scelto la strada sbagliata?

LA SIMMETRIA IMPERFETTA

La diagonale è la chiave


LA SIMMETRIA IMPERFETTA

Ara Pacis

Nelle braccia c’è la chiave. La diagonale delle braccia di Cristo è perfetta, spezza l’ordine universale e lo rinnova, com’è stato profetizzato. Un vero punto di contatto tra i settori, superiore ed inferiore, destro e sinistro. La Nuova Alleanza è già cominciata. Le forme plastiche sono compatte e robuste: viene in mente l’Ara Pacis, la processione dell’Imperatore. Ma non è la stessa cosa: qui il realismo delle figure è trattenuto nella rigidità dei profili, che si confondono in ogni caso tra loro perché non si sfugga alla significazione che sta dietro l’apparenza della forma. Siamo ancora in pieno Medioevo, infatti, e concedere un’identità troppo marcata ai singoli corpi, prescindendo dal disegno comune che li comprende, sarebbe dire veramente troppo. 

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