di Diego Antolini – Jakarta (www.thexplan.net)
La questione dell’autenticità o meno della Sacra Sindone continua a produrre innumerevoli dibattiti, ad esempio, sull’affidabilità dell’analisi al Carbonio-14, così come sulla dinamica che ha permesso all’immagine del volto di rimanere impressa sulla stoffa per così tanto tempo.
Vi sono delle teorie che connettono questa reliquia con i Cavalieri Templari, teorie che comunque non gettano alcuna luce definitiva sul mistero del volto sul lino. La prima teoria supporta l’autenticità’ della Sindone, e si riferisce all’Anno 1204, quando i Crociati saccheggiarono Costantinopoli. Tra di essi vi erano numerosi Cavalieri Templari che, secondo alcuni studiosi, avrebbero sottratto la Sindone alla città Turca. L’autore Ian Wilson nel suo libro “The Shroud of Turin: Burial Cloth of Jesus?” [La Sindone di Torino: la Veste Funebre di Gesù’? N.d.A.] afferma che il volto che i Templari erano accusati di adorare altri non era che il volto di Cristo. Wilson scrive che quando il telo è piegato mostra il volto di Cristo e veniva chiamato “Mandylion”. A supporto di tale teoria vi sarebbe un pannello dipinto a Templecombe (Inghilterra), che mostra un volto con barba molto simile, sul Mandylion.
I ricercatori Christopher Knight e Robert Lomas hanno condotto una ricerca estensiva in ambito Templare e Massonico con i due volumi “The Hiram Key” [La Chiave di Hiram N.d.A.] e “The Second Messiah” [Il Secondo Messia N.d.A.]. Essi tuttavia descrivono la teoria del Mandylion in modo diverso, teorizzando che l’immagine della Sacra Sindone mostri in realtà il volto dell’ultimo Gran Maestro Templare Jacques De Molay, che fu torturato alcuni mesi prima della sua esecuzione nel 1307. L’immagine sul telo certamente coincide con la descrizione che viene data di De Molay come mostrato in alcuni intagli Medioevali: naso aquilino, capelli lunghi fino alle spalle e divisi al centro, barba lunga con biforcazione alla base, e l’altezza (si diceva che De Molay fosse piuttosto alto).
Molti hanno criticato tale teoria sulla base del fatto che la Regola dell’Ordine proibiva ai Templari di far crescere i capelli. La spiegazione regge fino a un certo punto, visto che De Molay passò sette anni in prigione e sembra improbabile che in quel tempo gli fosse concesso il lusso della cura della persona. Knight e Lomas continuano dicendo che il telo figurava nei rituali Templari di risurrezione simbolica e che il corpo torturato di De Molay fu avvolto in un sudario, che i Templari conservarono dopo la morte del Gran Maestro. I ricercatori sostengono che sangue e acido lattico del corpo di De Molay si sarebbero mescolati al franchincenso (usato per sbiancare il panno) così da imprimere l’immagine del volto sul tessuto. Quando la Sindone fu esposta per la prima volta nel 1357 (50 anni dopo la distruzione dell’Ordine) dalla famiglia di Goffredo De Charney (anch’egli bruciato sul rogo insieme a De Molay) le persone che videro il telo riconobbero in esso l’immagine di Cristo. Gli autori teorizzano che Jacques De Molay potesse essere stato torturato in una maniera molto simile al Cristo per una sorta di macabra provocazione. A quel punto, allora, le ferite inferte al vecchio Templare erano le stesse di quelle di Gesù sulla Croce. Oggi si crede comunemente (attraverso la datazione del Carbonio), che la Sindone risalga al tardo XIII sec. e non alla possibile data della crocifissione di Cristo. E’ interessante notare come la Chiesa rese noti i risultati dell’analisi al Carbonio-14 il 13 ottobre 1989, cioè lo stesso giorno dell’arresto dei Templari da parte della Chiesa e della monarchia.
Indipendentemente dalla veridicità della teoria di Wilson rispetto a quella di Knight e Lomas, è evidente che la Sacra Sindone ha trovato il suo posto stabile all’interno della storia Templare.
Lynn Picknet e Clive Prince, autori del libro “Turin Shroud: In Whose Image?” [Sacra Sindone: A Immagine di Chi? N.d.A.] presentano una teoria diversa. Gli autori, già conosciuti per aver pubblicato “The Templar Revelation” [La Rivelazione Templare N.d.A.], affermano che Leonardo Da Vinci avrebbe inventato una primissima tecnica fotografica e, con essa, creato l’immagine della Sindone di Torino. Sulla connessione tra Templari e Sacra Sindone si è espresso anche il Vaticano con un annuncio pubblico che sembra far luce sul mistero degli “anni mancanti” della reliquia. I ricercatori Vaticani hanno affermato che i Cavalieri Templari avrebbero nascosto, custodito e venerato la Sindone per più di 100 anni dopo la fine delle Crociate. Barbara Frale, una ricercatrice negli Archivi Segreti Vaticani, ha detto che la Sindone era scomparsa durante il sacco di Costantinopoli del 1204 durante la IV Crociata, per poi riapparire solo nel XIV sec. In un articolo pubblicato dall’Osservatore Romano, la Frale scrive del ritrovamento di un documento nel quale Arnaut Sabbatier, un giovane francese entrato nell’Ordine nel 1287, testimoniò come parte della sua iniziazione fosse avvenuta in un “luogo segreto il cui accesso era permesso solo ai fratelli del Tempio”. Lì gli sarebbe stato mostrato un lungo tessuto di lino sul quale era impressa la figura di un uomo, che doveva essere venerato baciandolo per tre volte ai suoi piedi.