Magazine Diario personale

La sirenetta

Da Patalice
La sirenettaDicono nuotare sia un po' come andare in bicicletta: una volta che hai imparato non lo scordi più. 
Io, da piccola, in piscina sono stata costretta ad andare PER ANNI!Siccome faceva bene, ed il mio ambiente naturale sembrava proprio essere l'acqua, non avevo tre anni che già sgambettavo tra cloro e finti flutti.La mia memoria ha immagazzinato un sacco di ricordi rispetto al nuoto; ricordo il mio primo maestro, Andrea, che voleva farmi fare le gare; ricordo che da adolescente contavo le vasche a ritroso, sperando finissero alla veloce; ricordo ad un saggio di fine anno che fui l'unica a fare tutta la piscina in apnea, ma che alla gara a staffetta successiva non riuscii più ad andare avanti, e ricordo che quella sera nel lettino, la SuperMamma mi disse di essere stata orgogliosissima di me, e di aver sentito la materna spinta ad aiutarmi quando vedeva che non tiravo più ne coppe ne bastoni; ricordo la pizza con la Jn e la SuperMamma, ogni venerdì dopo le lezioni; ricordo me e mia sorella apostrofate dalle altre mamme negli spogliatoi, perché così piccole facevamo già tutto da sole, e ricordo che lì ho iniziato ad usare la mia lingua tagliente per difendere i miei che lavoravano 15 ore al giorno per farci vivere da principesse! La rana era la mia specialità.Lo stile libero me lo imponevano perché c'ero portata.Il dorso mi dava sollievo e riposo.Il delfino mi usciva male.L'apnea era il mio rifugio.Iniziando tanto presto uno sport, era normale non solo che me ne disinnamorassi, ma anche che l'avessi in odio.E questo accadde con il nuoto.Con la scusa del liceo e degli impegni, impigrii e mollai ciabatte e cuffie. L'unico giorno di mare che ho fatto, a Monte Rosso nelle Cinque Terre, le onde erano alte ed il mare meraviglioso.Non potevo esimermi dal buttarmici dentro con entusiastica veemenza. Ho fatto 4/5 - 10/11 bracciate al largo, sentendo un sollievo dilagare per il corpo e prendere forma... ero felice!Poi però mi sono fermata, e mi sono accorta di essere fortemente arrugginita, perché nel giro di mezzo secondo braccia e gambe si sono categoricamente rifiutate di rifare il percorso, lasciandomi appesa all'azzurro.Grazie al cielo, oltre che la passione per lo shopping sfrenato, dalla SuperMamma ho preso anche cose buone, l'amore per i libri ad esempio, e la calma nei momenti di urgenza. Mi sono quindi spostata a favore della corrente che spingeva sulla battigia, ed in men che non si dica mi sono trovata con le ginocchia e le caviglie escoriate dai sassolini della riva, ed il costume in faccia!In quel momento ho deciso che, crepasse il mondo, io avrei ripreso a nuotare. E così ieri, armata del mio costumino blu intero, novella Pellegrini con 20 cm di gamba in meno, ho sperimentato il nuoto libero.Eravamo in 5 uno per corsia. Tutti super attrezzati con borraccia, cartellone segna tempi, musica alle orecchie [la voglio anche io!] e poi, nella corsia 2, una scrausa signorina alla quale l'azzurro nazionale, stava proprio bene.Mi sono scrollata sotto la doccia ed ho iniziato la prima vasca a rana.Virata, seconda vasca a rana.Nel bel mezzo, l'oblio che pare impadronirsi di me.Non ce la posso fare.Mi sono fermata a riprendere fiato, col cuore che andava a 6mila e gli occhi fuori dalle orbite per lo sforzo. Guardo il gigantesco orologio sopra le transenne: sono passati 4 minuti.Ed ho fatto 2 vasche.E sono demolita.Gran bel risultato per una che si ammazza di palestra 6 giorni alla settimana!Il mio integerrimo spirito di rivalsa mi ha parlato: "Ne fai 10 Pata, solo 10."E 10 siano.Ogni due dovevo fermarmi, ma il tempo di permanenza al muretto della salvezza era sempre meno, ed io sempre più sciolta.Niente oh, alla fine ho fatto 32 vasche in 40 minuti.Non male, eh?!Ma sopratutto ci ho ripreso gusto, mi è tornato in mente perché il nuoto mi piacesse tanto: mi isola dal mondo, non ha bisogno che io gli porga il più gentile dei sorrisi, lui sa che non sono lì per fare bella figura, sa che non posso permettermi un vestitino e del trucco a nascondermi ma che sono nuda ed esteticamente inerme, a lui non interessano le chiacchiere, è un moto solitudinario ma ricco di agonismo, ed il tuo avversario sei tu.Compagno di squadra ed acerrimo nemico, in una dicotomia dai tratti impensati. Mi sono ripresa un pezzo di me, facendomi resistere oltre la decima vasca, e penso continuerò in questo gioco. Ah, effetti collaterali postumi immediatamente venuti alla luce: braccia e polmoni in fiamme, gambe dure come mattoni ed una fame barbarica.Arrivata a casa chiamo il mio "personal trainer" ufficiale, Paparotto Gigiotto, gli racconto dell'allenamento e mi dice: "ecco ora mezza scatoletta di tonno ed un frutto, così riequilibri ciò che hai smaltito!"Io ti amo Paparotto, ma......non ho saputo resistere a fette biscottate e nutella inzuppate nel latte e menta! 

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