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La slow medicine: sobria, rispettosa, giusta

Creato il 23 gennaio 2014 da Rossellagrenci

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Negli ultimi cinquant’anni il progresso della medicina ha prodotto vantaggi indiscutibili per la nostra salute, ma ha anche contribuito a diffondere false convinzioni e aspettative irreali, che hanno aumentato la richiesta di farmaci ed esami.

La verità emerge da una recente ricerca: su 3.500 prestazioni sanitarie solo il 4,6 % risulta del tutto appropriato.

E non sono i pazienti, contrariamente a quanto si crede, ad avere vantaggi da prescrizioni non necessarie.

Al contempo è aumentata la distanza tra medico e paziente – poco tempo a disposizione per le visite, scarso scambio di informazioni, alta conflittualità – mettendo in serio pericolo la relazione di fiducia fondamentale per la qualità della cura.

La Slow Medicine, giovane movimento in sintonia con il più noto Slow Food, nasce dalla considerazione che tutti noi rischiamo di farci irreggimentare, di lasciare ad altri – in particolare a chi ha interessi economici che spingono a “inventare malattie e accrescere il consumo di prestazioni e farmaci” – il potere di orientare le decisioni riguardo alla nostra salute.

Perché Slow?

Perché sostiene che dialogo, rispetto e giustizia curano più efficacemente, e che fare di più non vuole dire fare meglio.

Attraverso l’esperienza di cittadini e di professionisti e con dati scientifici aggiornati, questo libro spiega come ripensare prevenzione, diagnosi e terapia nell’interesse del paziente: più ascolto da parte del medico, più confronto, meno sprechi.

Il termine slow, come le chiocciole che compaiono nel logo, segnala la stretta connessione del movimento Slow Medicine con il movimento Slow Food.
Le due chiocciole che dialogano di cura sobria rispettosa e giusta indicano che il dialogo e la comprensione fra i cittadini e il sistema della cura sono i presupposti di una cura slow.

La medicina Slow

Rispetta i tempi della conoscenza reciproca, quelli della salute e della malattia, dell’accudimento e della cura.
Rimette al centro dell’intervento di cura la relazione fra professionista sanitario e paziente, rendendoli entrambi attivi e cooperativi.
Ricerca il giusto equilibrio fra l’uso di tecnologie e di terapie di efficacia dimostrata, il rispetto della persona curata e delle sue preferenze e l’attenzione alle risorse economiche e ambientali.
Sviluppa interventi di prevenzione, informazione, promozione della salute ed educazione a comportamenti equilibrati e sobri come metodo per la valorizzazione del patrimonio salute.
Promuove i concetti di cura efficace, appropriata e personalizzata, riabilitazione possibile e valorizzazione delle capacità residue in contrapposizione all’eccesso di cure e alla ricerca della guarigione ad ogni costo.

Per saperne di più: http://www.slowmedicine.it/

Il libro: Slow Medicine


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