Sembra che ci sia un circolo perverso per cui la società da una parte produce disagi, patologie, dipendenze che poi, sempre la società si propone di curare.
La norma in questione è scomparsa dal testo del decreto legge con la stessa rapidità con la quale vi si era affacciata. Ma comunque ne è rimasta un altra, più generica, che apre alla possibilità di assicurare nuove risorse, da destinare all'attuazione dell'autonomia scolastica, sempre attraverso i proventi dei giochi pubblici. Queste norme dovrebbero essere meglio comunicate. Poiché, come si è visto rischiano di incentivare dei modelli di vita (il gioco, che spesso diventa d’azzardo) da cui le nuove generazioni dovrebbero invece prendere le distanze. La nostra società si è presa l'impegno di tutelare maggiormente i minori e le famiglie in situazione di disagio ma poi nella realtà fa tutt'altro.
Il consiglio nazionale degli utenti, tramite Luca Borgomeo ha chiesto di limitare la pubblicità televisiva sui giochi nella fascia oraria tra le ore 20 e le ore 22, ovvero nelle fasce orarie a protezione rafforzata od a protezione specifica. Ma sinceramente non credo sia sufficiente, le pubblicità anche dei "gratta e vinci" (di cui esistono varie versioni), in coda allo spot consigliano di "giocare il giusto", ma si quant'è il giusto? Sopratutto nei tempi di crisi economica, esiste sempre e, anzi si accresce l'illusione che la fortuna al gioco possa cambiare la nostra situazione. Ed ecco spiegata anche l'impennata dei giocatori e, di tutti i nuovi affetti da "ludopatia" (incredibile quanto siamo bravi a creare nuove malattie!). Secondo le statistiche sono 500 mila i minorenni che giocano. Il ruolo della TV è fondamentale, incita i più deboli a giocare invece di avvertire che il gioco provoca dipendenza. Lo stesso Borgomeo ha spiegato che "ultimamente nell'opinione pubblica si è associata all'assunzione di 10 mila precari della scuola l'incentivazione al gioco d'azzardo". Un messaggio diseducativo che in un periodo di crisi economica, come quello che stiamo vivendo, è evidentemente sfuggito al legislatore. Purtroppo, aggiungo, non é la prima volta: se la scuola è una "società educante" specchio della "società civile" va da sé che quando si legifera in materia di scuola, educazione, formazione, pubblicità e affini si dovrebbe sempre tener presente questo nesso, ma se la società in cui si opera é un luogo in cui i valori civili sono in crisi é ovvio che di questo non si terrà mai conto. Ancora una volta siamo sommersi di messaggi contraddittori ci dicono nello stesso momento cosa dobbiamo e cosa non dobbiamo fare e, di solito l'uno è il contrario dell'altro ma quando il messaggio é simultaneo é chiaro che non esiste più la comprensione, la soluzione è cercare di vagliare criticamente i messaggi che ci bombardano per poi fare una scelta personale. A questo punto, quando si parla di minori, la famiglia é fondamentale.
E' ovvio che anche di questo post, dovrete vagliare criticamente i contenuti, anche se spero di aver dato un modo alternativo di guardare le cose. Mai prendere per buono e ovvio ciò che gli altri tentano di comunicarci, anche nel mio caso!