L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas, necessario per il metabolismo di grassi, carboidrati e zuccheri. Chi soffre di diabete mellito non è in grado di produrre quantità sufficienti di insulina (come accade nel diabete di tipo 1, più frequente nel giovane), oppure le sue cellule non sono in grado di utilizzare l’ormone prodotto (come accade soprattutto nel diabete di tipo 2, più frequente nell’adulto e dell’anziano). In molti casi di diabete è necessario somministrare l’insulina tramite iniezioni sottocutanee.
Chi è affetto da diabete ha un aumento della concentrazione del glucosio nel sangue (iperglicemia). Le ragioni di questo aumento possono essere diverse:
- l’organismo non è in grado di produrre l’ormone che regola il metabolismo degli zuccheri (insulina);
- l’organismo produce l’insulina in quantità non sufficiente;
- l’insulina viene prodotta, ma le cellule dell’organismo non sono in grado di utilizzarla.
Quando l’organismo non è in grado di produrre l’insulina in modo autonomo (diabete di tipo 1) è necessario somministrarla dall’esterno.
Per tenere sotto controllo la glicemia nei casi in cui l’organismo produce poca insulina o non è in grado di utilizzarla possono essere invece sufficienti una dieta mirata, l’esercizio fisico e i farmaci ipoglicemizzanti da prendere per bocca. Se la terapia e la dieta non sono sufficienti allora anche in questi casi si può ricorrere all’insulina.
Si raccomanda di non sottovalutare la situazione in nessun caso, in quanto la presenza di un’alta concentrazione di zucchero nel sangue può causare a lungo termine complicanze gravi come cecità, aumento del rischio di ictus, insufficienza renale, problemi neurologici
In commercio sono disponibili 30 tipi diversi tipi di insulina che differiscono per le modalità di produzione e di funzionamento: alcune sono di origine suina altre invece sono prodotte in laboratorio e hanno una struttura molto simile all’insulina umana.
In sintesi, i tipi di insulina sono distinguibili in relazione alla loro azione in:
- insuline ad azione rapida, che iniziano ad agire dopo 5 minuti e raggiungono la concentrazione massima in un’ora. L’iniezione viene effettuata poco prima del pasto e normalmente sono utilizzate in associazione all’insulina ad azione prolungata o ad azione intermedia;
- insuline ad azione breve, o regolare che iniziano ad agire dopo 30 minuti e vanno somministrate prima del pasto;
- insuline ad azione intermedia che vengono associate all’insulina ad azione rapida o breve per prolungare l’efficacia della somministrazione;
- insuline ad azione prolungata, che consentono di regolare la concentrazione di glucosio per tutta la giornata.
L’insulina può essere iniettata:
- nell’addome, mantenendo la distanza di almeno 2-3 cm dall’ombelico ed evitando di spostarsi troppo lateralmente dove il tessuto sottocutaneo tende ad assottigliarsi;
- nelle braccia, preferendo la parte superiore esterna così da evitare di iniettare l’insulina nel muscolo;
- nelle cosce, considerando solo la parte anteriore e laterale;
- nei glutei, considerando il quadrante superiore esterno, ma evitando di somministrarla nel muscolo.
Quando si somministra insulina in un bambino è bene preferire i glutei perché hanno meno terminazioni nervose, mentre vanno evitate le braccia per il rischio di somministrazione intramuscolare. L’addome invece è l’area scelta più di frequente anche se, per alcuni è considerato poco comodo. In generale tuttavia le aree indicate sono raccomandate perché consentono un buon assorbimento dell’insulina e perché hanno poche terminazioni nervose e quindi l’iniezione risulta meno dolorosa.
Per assicurarsi di somministrare l’insulina nel tessuto sottocutaneo e non in quello muscolare può essere utile, quando si usa la siringa, pizzicare una parte di pelle tra l’indice il pollice e il medio sollevandone in questo modo una porzione (plica cutanea). Durante questa manovra occorre fare attenzione a sollevare solo la cute e non il muscolo sottostante. La plica va mantenuta sollevata durante tutta la durata dell’iniezione. Al termine dell’iniezione l’ago va rimosso rilasciando contemporaneamente anche la presa.
L’insulina è una sostanza abbastanza stabile che, se conservata correttamente, mantiene inalterata la sua efficacia fino alla data di scadenza. E’ importante però rispettare le indicazioni riportate sulla confezione. In linea di massima i flaconi/cartucce di insulina non ancora in uso devono essere conservati in frigorifero.
I flaconi/cartucce che devono essere utilizzati vanno tolti dal frigorifero qualche ora prima dell’iniezione per evitare la comparsa di irritazione locale. E’ importante non esporre l’insulina alla luce diretta, perché l’esposizione ai raggi ultravioletti può alterarne la struttura molecolare; lo stesso vale per l’esposizione diretta a fonti di calore come per esempio il termosifone.
Dopo la data di scadenza l’insulina perde progressivamente la sua efficacia.
Se chi è affetto da diabete assume più insulina o meno carboidrati del previsto può andare incontro a una crisi ipoglicemica. Se la glicemia scende sotto il livello di normalità (60-70 mg/dl), il cervello reagisce alla mancanza di zucchero con una serie di sintomi quali sudorazione, nervosismo, irritazione, difficoltà ad articolare le parole, mancamenti e tremore alle mani. Se la glicemia scende ulteriormente si può avere, oltre ai sintomi indicati, anche confusione mentale e sonnolenza. Nei casi ancora più gravi si può andare incontro a perdita di coscienza, convulsioni, fino al coma. E’ importante che ciascuno impari a riconoscere i primi segni della crisi ipoglicemica così da intervenire per ripristinare i livelli normali di glucosio nel sangue. Alla comparsa dei primi sintomi è quindi importante:
- assumere una bustina o una zolletta di zucchero o bere un succo di frutta;
- fermarsi e se possibile sdraiarsi per riposare un po’;
- dopo 10-15 minuti mangiare un po’ di pane o di frutta;
- controllare quindi la glicemia per accertarsi che sia tornata ai valori normali.
Articolo tratto dal sito Ipasvi