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Avendo già letto in passato altri romanzi dello stesso autore per me non è stato difficile immergermi nella storia piena di enigmi, colpi di scena, riferimenti letterari, religiosi e scientifici come vuole la miglior tradizione degli avvincenti thriller di Dan Brown. Ma questo suo nuovo romanzo mi ha sorpreso per almeno due ragioni. La prima: il romanzo, per quanto ruoti sull'opera dantesca più famosa al mondo, aspira a far riflettere sul futuro dell'umanità e sui rischi esistenziali dovuti all'espansione esponenziale della popolazione umana. In secondo luogo: l'immagine del transumanesimo delineata dall'autore è di gran lunga meno scontata di quanto prevedessi.
E' facile constatare che questo romanzo sia oggi la prima introduzione al transumanesimo per milioni di lettori. Dan Brown è d'altronde scrittore di successo che ha venduto centinaia di milioni di copie dei precedenti thriller (Il Codice Da Vinci, Angeli e Demoni e Il simbolo perduto) perciò non può passare inosservato, sia nei massmedia sia nel pubblico, questo suo interesse verso le idee filosofiche e scientifiche del movimento più controverso del mondo. Come ne esce quindi l'immagine del transumanesimo e del movimento transumanista dal romanzo di Dan Brown? Non mi soffermerò sulla trama nè sui personaggi scrivendo l'ennesima recensione ma andrò dritto al cuore della vicenda narrativa che riguarda il transumanesimo e della questione della sovrappopolazione posta nel romanzo. Naturalmente questi miei commenti a seguire presuppongono la conoscenza della trama quindi è necessario o quantomeno altamente consigliabile aver già letto il romanzo.
Dan Brown riduce il transumanesimo ad uno solo dei suoi interessi, l'ingegneria genetica e, stranamente, a due transumanisti che appaiono nel libro essere ossessionati dalla presunta minaccia della sovrappopolazione. Ora non è impossibile immaginare un transumanista che approvi anche severe (o altamente discutibili) misure di controllo della popolazione ma il movimento transumanista che esiste nel mondo reale tende ad essere scettico su queste ansie apocalittiche. I transumanisti per larga parte sostengono l'autodeterminazione e, seppur esistono diverse posizioni all'interno del movimento sulla questione demografica, credono che qualsiasi metodo si adotti per risolvere il problema della sovrappopolazione non possa evadere il fondamentale rispetto della libertá individuale (compresa quella riproduttiva). Infatti il transumanesimo non significa solo applicazione della tecnologia per elevare le potenzialità umane, significa anche applicare in modo etico la tecnologia affinché qualsiasi modifica del processo evolutivo non implichi una diminuzione della libertá individuale. Ogni alterazione genetica involontaria è quindi inaccettabile in ottica transumanista. A parte ciò, dal libro tutto sommato ne esce un'immagine molto equilibrata del transumanesimo (i transumanisti sono descritti come "futurologi, visionari e scienziati eticamente responsabili") - tanto che potrei dire che, escludendo le mie letture di fantascienza, è il miglior romanzo che abbia mai letto in cui compaiono personaggi legati a una visione transumanista.
Affrontando invece nel merito il problema della sovrappopolazione che nel romanzo è considerato, dai personaggi descritti come "transumanisti", come una sciagura a cui si deve rimediare con mezzi più o meno leciti: si avverte un amaro sapore malthusiano (da T.R.Malthus, economista e demografo inglese, secondo cui l'unico modo per ridurre la crescita della popolazione, che causerebbe una minore disponibilità di risorse sufficienti a sfamarla, sia quello di aumentare il tasso di mortalità o limitare fortemente il tasso di natalità). Come Malthus, i neo-malthusiani di oggi credono che la popolazione umana si pone solo come consumatrice di risorse, e quindi è una "infezione" che necessita di essere debellata - almeno in parte - al fine di garantire la tutela delle risorse della natura e l'integrità del pianeta. Per alcuni, questo sembra un piano geniale. Per me, però, questo non è altro che un genocidio di massa mascherato da intenti benevoli. L'allarme tra risorse e popolazione solitamente non tiene conto dello sviluppo tecnologico. La popolazione umana non è solo una mera consumatrice di risorse, come Malthus e i suoi seguaci affermano, in realtà siamo anche creatori di risorse attraverso l'intelligenza e le nuove tecnologie.
Comunque nel romanzo, devo precisare, questo neo-malthusianesimo è declinato in modo ingegnoso: il piano degli scienziati transumanisti non mira infatti a sterminare la popolazione umana con metodi violenti o brutali ma mira a diminuire drasticamente la pressione demografica attraverso uno stratagemma bioingegneristico così da evitare quella che diventerebbe una catastrofe (la cronica mancanza di risorse per soddisfare tutti gli abitanti della terra) se non fermata quando ancora si è in tempo. Solo impedendo l'esplosione demografica, secondo la visione di questi scienziati convertiti al transumanesimo, si potrà garantire un futuro evolutivo per l'umanità. Siamo di fronte dunque a un transumanesimo perseguito con metodi eugenetici sotto intenti "umanitari".
In conclusione: l'idea filosofica e scientifica transumanista nel romanzo è descritta sostanzialmente in modo corretto (con citazioni perfino di due famosi esponenti transumanisti) l'unica "nota stonata" è questa ossessione, da parte dei due scienziati protagonisti del romanzo, per i mali causati dalla sovrappopolazione da risolvere con metodi drastici che non coincide con la visione degli attivisti transumanisti del mondo reale che generalmente si preoccupano invece di ampliare lo spettro delle libertà individuali e che non approvano in ogni caso azioni di bio-terrorismo (per quanto mosse dal sincero ideale di un'umanità che si emancipa dal giogo biologico grazie a scienza e tecnologia) per affermare le proprie idee.
Non c'è dubbio che questo romanzo abbia accresciuto in modo enorme la visibilità del transumanesimo attirando la curiosità del pubblico sulle idee che esso promuove. Ora spero che il movimento transumanista, grazie a questo romanzo, colga anche l'occasione per discutere la posizione da assumere sul problema demografico: ad esempio spiegando che nel prossimo futuro il problema invece potrebbe essere, a dispetto di chi teme la sovrappopolazione, il rallentamento demografico e che finanziando la ricerca anti-invecchiamento potremo ridurre massicciamente il tasso di mortalità in modo da compensare il tasso di fertilità in rapido calo.
@davdebiasi
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