Due giorni ancora di lavoro ripetitivo e poi una breve parentesi di ferie. Il tempo che non basta mai a fare tutto. La lista dei desideri e delle cose che voglio per me che si accorcia molto lentamente. Le persone che amo che non ci sono più. Le persone che conosco e che mi sono più care di altre che si ammalano. Le frustrazioni da limiti intellettuali personali. La consapevolezza della mia pochezza spirituale e del mio distacco dai contesti sociali e solidali. La voglia di viaggiare con lo zaino e la curiosità repressa per cause di forza maggiore. Il ginocchio che geme e che limita. Gli oggetti che lusingano come sirene che poi si rivelano solo gusci vuoti, fatti di proiezioni di frustrazione. I chili che aumentano invece di diminuire. La rassegnazione sempre in agguato con i suoi toni grigi come una poiana che punta un pulcino. E molto altro ancora.
É la pesantezza dell’essere, greve e ingombrante. Ce l’abbiamo quasi tutti, in varie forme e consistenza. É, anche essa, vita.
Che si riesca, che riusciate con me, ad alleviarla nell’anno che viene, anche solo per un attimo, con un nugolo di farfalle che la alzi, la renda sostenibile e ci faccia volare in cielo, liberi e leggeri, prima di ritornare a terra più sereni.
Buona fine 2013 a tutti e buon inizio dell’anno che viene.
Grazie ancora una volta a Franco Pina, le cui tracce, in immagini e parole, potete trovare nel mio blog, disseminate qua e là.