a cura di Marius
Da ventitré di anni al volante dell’azienda di Maranello c’è Luca Cordero di Montezemolo, questi è stato capace di portare la casa del Cavallino rampante nel terzo millennio, verso una dimensione ulteriore rispetto a quella costruita dal fondatore, Enzo Ferrari, nel 1947.
Montezemolo ha saputo dare un’organizzazione industriale per far decollare il fattore commerciale pur mantenendo la caratteristica dell’esclusività e del sogno in rosso. Il risultato industriale ed economico raggiunto da LCDM è stato enorme, senza dimenticare l’appeal dato dal mondo delle corse riuscendo a riportare la Rossa sul tetto del mondo della Formula 1, dopo lustri di vacche magre, con Schumacher, Raikkonen e una scuderia di ingegneri di grandissimo livello. La capacità di Montezemolo di coniugare la storia leggendaria delle vetture di Maranello con l’innovazione tecnologica gli va riconosciuta.
Ma se in due decenni ha fatto tanto perché ora se ne deve andare? Pochi manager al mondo han saputo dare tanto a un’azienda per un tempo così lungo. Eppure…
Da bambino sogni di guidare una Ferrari di Formula 1, da ragazzo sogni di guidare una Ferrari, da manager sogni di guidare la Ferrari (S.p.A.).
Il primo dei tre sogni è quello forse più difficile da esaudire ed è evidentemente sfumato per Sergio Marchionne ma per gli altri due sogni egli si è applicato con costanza e dedizione per decenni e alla fine li ha esauditi.
Dal prossimo 14 ottobre sarà il nuovo numero uno dell’azienda italiana più affascinante e amata, grazie ai prodotti che realizza e all’immagine sportiva che si è costruita in 67 anni di storia.
Un cambio al vertice che segna probabilmente una svolta epocale, da mesi giravano voci in proposito e lo scarso risultato sportivo della stagione in corso è stato lo spunto perfetto per l’avvicendamento al vertice, la Formula 1 è l’immagine della Ferrari anche se non è il suo core business.
Con Marchionne tutto potrebbe accadere, il cambio di paradigma potrebbe essere dietro l’angolo magari con l’azienda quotata in borsa, anche se non direttamente fagocitata in FCA, con Maranello forse lontano dalla Formula 1 (sacrilegio!), con una visione ancora più industriale e la realizzazione di una gamma di prodotto più vasta e omologata agli altri costruttori, magari pure con un SUV a gasolio (!!! doppio sacrilegio!!!).
Ma perché immaginare il peggio? Forse semplicemente l’azienda crescerà ancora nel settore che le compete e tornerà a primeggiare anche in Formula 1, la scossa al vertice spesso è determinante e migliorativa.