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La stampa, il crimine e il sensazionalismo macabro

Creato il 24 novembre 2011 da Mauser @Mauser89
Che i victorians avessero dei problemi con la criminalità, credo non sia una scoperta grandiosa, già solo a nominare Epoca Vittoriana e la parola Crimine insieme viene fuori un nome, quel nome, che ancora oggi fa rabbrividire, fa accapponare la pelle, fa pensare a quanto disgustosa possa essere la natura umana, perversa la sua mente e abominevole il suo agire. Ovviamente Jack lo Squartatore è il personaggio in questione e, forse, potrebbe anche essere considerato il primo criminale illuminato dai riflettori della popolarità grazie ai mass media, una specie di Annamaria Franzoni più Amanda Knox dell'Ottocento, per intenderci; la sua macabra collezione di omicidi rimase confinata nel sobborgo londinese di Whitechapel, quartiere proletario tra i più degradati, tuttavia il panico che scatenò fu di portata nazionale.
La stampa, il crimine e il sensazionalismo macabroIn un'esemplificazione forse eccessiva, la storia di Jack the Ripper seguì la stessa evoluzione della paranoia dell'influenza suina, altrimenti detta AH1N1, che sembrava dovesse sterminare l'umanità più della peste e, invece, era poco più di un banale raffreddore, ma è il caso sensazionale che fa scalpore e che richiama l'attenzione, l'ordinario attira poco. In due secoli l'essere umano è ancora troppo attratto dal fascino del fuoriserie, qualcosa di inspiegabile e più grande di lui, e districarsi nel mondo delle PR mediatiche, dell'editoria giornalistica e delle news online è come attraversare il labirinto di Dedalo senza filo di Arianna [no comment, please, sto aspettando Percy Jackson e la mia pazienza è ai minimi storici].
Con l'aiuto del caso di Whitechapel e altri esempi, vorrei sondare insieme a voi le cause di allora e di oggi che portano a questa brama di sensazionalismo, sia quelle sociologiche e antropologiche che quelle prettamente economiche. Non mi addentrerò troppo nei crimini per due motivi: 1) mi mettono raccapriccio e 2) non sono abbastanza ferrata in psicologia per riuscire ad analizzare correttamente la psiche deviata di queste persone.


La stampa
ovvero: l'evoluzione del concetto di comunicazione e la nuova necessità di comunicare
La stampa è la figlia prediletta dell'epoca Vittoriana, la sua creatura.
In poco più di un secolo e mezzo si passò da una diffusione di carta stampata di poche migliaia di libri ad un vero e proprio boom della lettura e della letteratura.

La stampa, il crimine e il sensazionalismo macabro

Ritratto si donna che
legge il giornale

by
Stanislaw Debicki

Tra Seicento e Settecento possedere dei libri era considerata una forma di ricchezza, non solo dello spirito, ma anche materiale perchè i libri, per quanto non fossero più copiati, ma stampati, erano comunque costosissimi e l'intero processo denotava la produzione di un prodotto di lusso. Per chi ancora rammenta i Promessi Sposi forse avrà memoria anche della biblioteca personale di Don Ferrante, tra l'altro anche citata da Eco.
Poi però le cose cambiarono, l'apporto culturale avutosi durante il Secolo dei Lumi, il 1700, diede una spinta notevole alla produzione letteraria e poetica e l'avanzamento tecnologico mise a disposizione dei tipografi e degli stampatori le tecniche e le conoscenze necessarie a migliorare in modo notevole il lavoro e la tiratura (cfr. La rotativa e il giornale quotidiano). Tra una sempre maggiore richiesta e la possibilità di metterla in pratica, la produzione cartacea che aveva sempre avuto un'emissione costante e lineare, conobbe il primo picco della sua storia.
Durante il XIX secolo la situazione mutò ulteriormente: produrre giornali, libri e riviste divenne sempre più facile grazie al contributo della rotativa e della linotype, ciò portò un aumento esponenziale del numero di persone che si inserivano nel settore, sia come scrittori che come editori.
I giornali assunsero finalmente la connotazione di quotidiani, non più editi una volta ogni 15 giorni, ma con una cadenza regolare e ravvicinata e anche il target di destinazione si diversificò quanto più possibile: cultura, scienza, politica, letteratura, storia, economia domestica...
Benchè ciascuno cercasse il suo modo per sopravvivere, la concorrenza era spietata e, specialmente nel campo delle notizie le testate giornalistiche fioccavano come nespole. In un clima di guerra dichiarata anche i giornalisti e la stampa assunsero il ruolo di veri cacciatori di scoop, alla ricerca di notizie che fanno tendenza.
E quali sono, da sempre, gli argomenti di cui si parla? I drammi.
Il fascino del macabro, dell'occulto e dell'ignoto
ovvero: la curiosità morbosa  verso il proibito
I reporter dell'Ottocento erano esperti seguigi abili quasi quanto gli investigatori con un particolare fiuto per la storia lacrimevole, per la vicenda straziante, per una descrizione macabra in più che avrebbe attirato i lettori soggiogati dal perverso fascino della morte, dell'occulto, dell'ignoto, ma soprattutto del proibito.
Adamo ed Eva non vi ricordano nulla?

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Illustrazione vittoriana di uno degli
omicidi commessi da Jack lo
Squartatore

Fare qialcosa che va contro le regole, ci dicono, è sbagliato, quindi non si può a meno che non si vogliano pagarne le conseguenze (o sperare di evitarle).
Leggere le vicende che esulano le regole di comportamento a cui ci atteniamo è, in qualche modo, una forma di trasgressione passiva, o così mi ha spiegato una mia amica che frequenta i corsi universitari di psicologica e criminologia, di conseguenza esercita un fascino enorme sulle persone, specialmente quelle eccessivamente represse da convenzioni sociali e norme che ne regolamentano l'intera esistenza.Trasgredire coscientemente genera adrenalina, che ti manda su di giri e ti senti come se potessi volare o conquistare il mondo. Sentir parlare di qualche trasgressione, piuttosto che leggerne in giro non è esattamente come se l'avessi fatto tu, ma ti consente una dose minima di brivido che ti eccita quel che basta, senza strafare.
Come il vino, non è che chi beve allora è automaticamente un ubriacone o passerà alla cocaina o  chissà quale schifezza tossica, a differenza di eroina, LSD e quant'altro gli effetti di un bicchiere a pasto sono più blandi.
Nessuno pensa che l'adrenalina sia una droga perchè non la si introduce nel corpo come la nicotina o le varie droghe, è il nostro fisico che la produce, tuttavia in piccole dosi ha ottimi effetti, quasi benefici, mentre se assunta in dosi eccessive porta a non avere più il controllo di sé.
Il paragone con l'alcool credo sia il più azzeccato.
Quindi è la trasgressione perchè ci dà adrenalina che cerchiamo nel mondo dell'horror, del thriller e che ottenevano i victorians con i lugubri e macabri romanzi gotici, evolutisi poi nei racconti del terrore come quelli scritti da quel sadico di Poe oppure di Lovecraft.
Non è cambiato molto da allora, Saw è una fortunata serie horror/splatter di un fortunato filone, l'ultima volta che sono andata al cinema facevano i trailer si Paranormal Activity 3 e quindi anche noi siamo soggetti al fascino del proibito e desiderosi di adrenalina da liberare senza rischiare davvero la vita, ingabbiati nella routine come i nostri antenati lo erano nelle regone del bon ton, basti pensare a quanti telefilm crime circolano sulle nostre emittenti: CSI (in tutte le sue declinazioni), Bones, Cold case, The Mentalist, True Calling... sangue a volontà, morti come se piovessero e casi apparentemente irrisolvibili, ci sono serie che fanno paura, quando non disgusto, che rimescolano i visceri.
Ma non solo il sangue che scorre ha questa presa su di noi.
La paura ci fa produrre adrenalina e di cosa ha paura l'uomo? Tante cose... specialmente quello che non capisce
E i programmi tv che indagano su misteri irrisolti e ipotetici casi paranormali sono la risposta a quello che già state pensando: Mistero ha un indice di ascolti molto elevato, ma niente in confronto a Voyager, il programma che nutre i suoi spettatori di sano terrore a fronte di (dubbie) prove su civiltà scomparse, fantasmi e spettri, tecnologie aliene... per poi liquidare il tutto con un'alzata di spalle. Il mistero fa audience ancora oggi.
 

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Ecco come i giornali inglesi dell'Ottocento
titolarono uno degli omicidi di Jack
lo Squartatore

Chi produce le serie televisive e i format tv tutto questo lo sa e continua a proporre ciò che il pubblico chiede (da un bel po'), analogamente in passato, quando la tv non esisteva, l'intrattenimento era dato da giornali e narrativa ed entrambe si gettarono, specialmente durante l'Ottocento, su questi argomenti per aumentare i lettori.
Se la stampa inglese vivisezionò, letteralmente, Jack the Ripper e la sua vicenda, non fu certo un caso isolato, mai come allora killer seriali, uxoricidi, impiccagioni e, soprattutto, violenze sessuali ebbero risalto sulle prime pagine del Times come degli altri periodici.
La gente voleva la storia tragica, dolorosa e piena di sangue, il tormento come forma di sperimentare emozioni forte e i giornalisti gliele procuravano andando alla continua ricerca di questi fenomeni di bassezza morale.
Più ne trovavano e più la gente comprava, quindi gli editori erano ancora più invogliati a proporre le suddette vicende. Ricordate una delle scene di Spiderman quando lo scorbutico capo di Parker ritratta tutte le affermazioni sull'Uomo Ragno dedicandogli una prima pagina e spostando la pubblicità di un importante finanziatore solo perchè il super eroe gli aveva fatto finire la prima tiratura nelle poche ore del mattino? Ecco, la politica di marketing è quella.
Perchè tanti casi?
L'inurbamento e la concentrazione criminale
Non è che i Victorians fossero più cattivi degli altri, commettessero più delitti o ci fossero più criminali, era la statistica a giocare contro di loro perchè il progresso industriale aveva concentrato in poche aree, città come Londra, Manchester, Liverpool, ecc. un fiume di persone. Tra queste c'erano anche bruti ed assassini arrivati per sopravvivere alle spalle degli altri (pensiamo a magnaccia, schiavisti, capi criminali) o giunti per caso alla ricerca di un impiego e poi mutati in bestie dalle condizioni di vita che, riuniti tutti insieme, aumentavano l'indice di criminalità facendolo volare alle stelle. Se buona parte della feccia umana inglese del tempo si trovava nello stesso luogo era fin troppo semplice prevedere che nel suddetto si verificassero episodi orribili con una frequenza decisamente maggiore.
E visto che era proprio nelle città che i giornalisti andavano a caccia, come i vampiri della Ward, era facile che si imbattessero in questi casi e li proponessero.
Risultato?
Il girone dell'Inferno.
Teniamo conto, poi, di due importanti fattori.
Lo stato sociale
Ovviamente il detto a mali estremi, estremi rimedi non è stato coniato di recente.

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Wentworth Street, Whitechapel
Una famiglia proletaria vittoriana nei
sobborghi dell'East End

La società vittoriana era ricca perchè l'imprenditoria e l'industria fiorivano, ma la classe proletaria che controbilanciava l'indice di ricchezza individuale a stento riusciva a sfamarsi, le condizioni di lavoro erano disumane (cfr. Il lavoro nelle miniere), gli orari di dodici o diciotto ore al giorno, la paga miserevole, le case cadenti e, comunque, il tasso di disoccupazione rimaneva senza eguali. Naturalmente non c'era nessuna facilitazione per la classe lavoratrice né tutele in caso di malattie e infortuni o decessi, peraltro frequentissimi, il sindacato non era riconosciuto e ammettere di farne parte, oltre ad essere una motivazione validissima per il licenziamento, era anche causa di ripercussioni sulla persona e sulla sua casa; una famiglia rimasta senza il padre che portasse a casa lo stipendio per infortunio, morte o licenziamento era condannata all'accattonaggio, facendola ricadere nel turbine della malavita, costringendo le donne a prostituirsi e prestare servigi sgradevoli, a lavorare per pochi spiccioli, mentre gli uomini indigenti e inabili al lavoro si davano all'alcool, aggravando il tutto.
Tanti, per riacquistare quel minimo di stile di vita, cercavano vie alternative nel crimine, altri non avevano scelta per riuscire a mantenersi.
C'era chi lo faceva perchè la disonestà era un modo più semplice per arricchirsi e chi aveva bisogno di soldi per le cure mediche (pensiamo al bambino di Bob Cratchit nell'opera dickensiana Canto di Natale) per la moglie o i figli, i quali erano sempre numerosissimi come le malattie (si veda Piccole Donne dove la dolce Beth muore proprio di scarlattina), c'era chi doveva saldare debiti, non necessariamente propri.
Qualcuno di voi condannerebbe Oliver Twist? Io direi che lo farebbero in pochi, Oliver ruba per mangiare e sfuggire alle percosse, non lo si colpevolizza così facilmente, al suo posto ciascuno di noi probabilmente farebbe altrettanto, per buoni che siano i nostri valori morali.
Ma ricordiamoci una cosa: quando si tratta di sopravvivere, la moralità dura poco.
L'ambizione può essere frenata da alcuni principi, ma la fame no.
Quanti Oliver Twist c'erano a Londra?
Migliaia.

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Oliver Twist dall'omonimo film


Inutile chiedersi come mai le notizie di criminali, scippi e borseggi fossero tanto frequenti. Scontato, oserei dire, che comparissero in ogni edizione.
E in tutto questo il sistema sociale, il welfare di cui oggi ci riempiamo la bocca, era il grande assente. La società non era pronta per il boom che ha affrontato, non c'erano norme, leggi e tutele che regolamentassero il mondo del lavoro che stava nascendo, che ancora si basava su consuetudini di epoche medievali, non c'erano strutture per accogliere orfani, anziani senza casa né famiglia e tantomeno entrate.
Questo perchè non si era mai visto nulla di tutto ciò prima. La nascita dell'industria ha cambiato il mondo il quale, a sua volta, ha avuto bisogno di tempo per adattarvicisi, i cambiamenti planetari, si sa, raramente avvengono in fretta.
La povertà dilagante era il primo problema di questo mare di crimini e criminali e le donne della carità che periodicamente versavano soldi o prestavano aiuto e si vantavano di essere misericordiose con i meno fortunati, come se nascere poveri e derelitti fosse un'espiazione per colpe passate, erano un'istituzione piuttosto bigotta, non si aiutavano le prostitute perchè peccatrici [non sia mai che il peccato sia contagioso come il raffreddore! Neanche si prostituissero per lussuria], non si faceva altrettanto agli orfani senza casa e famiglia [erano figli del Demonio e di una peccatrice! Meritavano di morire] e persistevano un'infinita lista di persone e professioni che non meritavano l'attenzione di chi si degnava di prestare soccorso, come ci insegna George Orwell nel suo 1984, c'erano persone più uguali di altre.
Infinite regole
Questa è anche una motivazione secondaria, ma desidero ugualmente approfondirla.
La quantità di regole determina anche la frequenza con cui si rischia di imbattersi in una loro violazione. Più ce ne sono e più è semplice infrangerne qualcuna.
Mera statistica: se io ho un sacchetto pieno di palline e ce ne sono 90 rosse e 10 verdi la probabilità di pescare una rossa è molto più alta.
Ciò assume subito altre connotazioni se ci spostiamo dal piano criminale a quello sociale, ovvero non più nell'ambito della violenza, ma dello scandalo che, come sappiamo, di secondo nome fa sesso da almeno qualche decina di secoli. L'argomento più scabroso del mondo ancora oggi [basti vedere Amici di letto]. Non che all'epoca ci fossero leggi più severe di oggi, era addirittura consentito vendere la propria moglie, ma le norme sociali, come tutti ben sappiamo, erano un reticolo fittissimo che governava ogni passo.

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Il rigido protocollo di comportamento
vittoriano regolamentava ogni aspetto
della vita quotidiana delle persone

Cosa non si poteva fare? Quasi tutto.
Il sesso, parola impronunciabile, era il grande regista dietro tutti questi scandali e scandaletti, tutto in qualche modo si riconduceva a quella parola che nessuno doveva dire, ma che immagino facesse parlare tanto se non più di oggi.
Parlare con un giovanotto era tabù. Non andarci a letto o baciarlo, ma parlargli era scandalo, specie se non si avevano rapporti di parentela o antica amicizia. Troppa confidenza sottintendeva una certa intimità. Il passo dal parlare al concedersi, secondo i Victorians era fin troppo breve e un sacco di signorine furono snobbate dal ton solo per questo motivo, figuriamoci cos'era perdere la verginità, rimanere incinte o abortire!
Eppure l'aborto era più praticato di oggi. Segretamente perchè era vietato. Con o senza la legge al riguardo, la percentuale non si è certo alzata o abbassata, è rimasta la stessa, solo che oggi che la cosa è dovutamente tutelata si può praticarla con la sicurezza di un medico e di personale competente, non in un sottoscala puzzolente con mezzi empirici, pericolosi e al limite della stregoneria, alcuni erano tanto disgustosi che non sto neanche a raccontarli.
Ma il paradosso era che non si poteva neanche nominare il petto di pollo, troppo osceno, sapete, la parola petto potrebbe essere fraintesa... continua ad essere pollo, ma poco conta.

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Uno strillone annuncia nuove e
interessanti notizie sull'edizione
in vendita del quotidiano

Tante regole, molte stupide, facevano sì che lo scandalo fosse lo sport nazionale.
Tutta questa sequenza di motivazioni fece in modo che il pettegolezzo, il piatto più ghiotto di sempre che uomini e donne consumano con avidità, si spostasse dalla bocca alla pagina scritta e stampata.
L'obiettivo era vendere la storia così che la gente comprasse il giornale o il periodico e per fare ciò veniva servito proprio quello che era richiesto, un argomento che non passa mai di moda.
Signore e signori è nata la stampa di concetto moderno.
Benvenuti.
La stampa, il crimine e il sensazionalismo macabro

Mauser
PS: scusatemi se ci ho messo tanto a scrivere questo post, alcune riflessioni mi hanno preso molto tempo e fino alla fine non sono stata sicura di volerlo pubblicare perchè certe posizioni sono opinabili da qualcuno, spero di non sollevare un polverone, ho cercato di mettere ipotesi a supporto della mia tesi.
Tutte le riflessioni non sono in prestito da qualcuno o da lavori altri, quindi non metterò bibliografia perchè i temi della criminalità, della prostituzione, della povertà, dell'inurbamento e della classe proletaria sono trattati (o lo saranno) in appositi post decentemente documentati, questo è solo uno scritto di riepilogo e di riflessione.

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