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la stanza del bambino

Da Gynepraio @valeria_fiore

Più volte ho pensato: "Sarà bello dedicarmi con tranquillità a progettare la stanza del bambino." Del resto, i miei primi giorni dopo aver scoperto di essere incinta sono stati così rilassanti. Li ho infatti passati a rassicurare Michele, nell'ordine, sui seguenti fatti:
a- non diventerò brutta e grassa
b- non cederò a pigrizia e rincoglionimento
c- l'essere dei Gemelli non predestinerà il bambino alla carriera d'assassino seriale

Ci sono riuscita con il metodo Elio&le Storie Tese: ostentando sicumera. "Pigra io? Ma per chi mi hai presa? E poi, grassa? Ma smettila, che farò gli esercizi di Kayla Itsines usando il bambino al posto del kettlebell!". Siccome avevamo deciso di non parlarne con nessuno, genitori inclusi (in nome di una scaramanzia sciamanica che nella mia mente aveva un suo senso ma che da molti è stata interpretata come un'imperdonabile crudeltà), ho dovuto mantenere quest'atteggiamento spavaldo per 4 mesi. Ho celato per me tutti i dubbi e gli interrogativi, contando su un solo e volubilissimo confidente: INTERNET. Quello che ho capito -dopo 194 ore di navigazione- è che l'opinione pubblica è divisa in due grandi scuole.
* Quella secondo la quale il bambino ha bisogni ridotti all'osso. Al bambino non occorre niente: in assenza di una culla, le creature possono dormire nel letto della madre, sul di lei ventre, in una cassetta della frutta opportunamente allestita. Niente ciuccio: andrà benone un dito paterno. Sarà il tempo a dire cosa comprare, per intanto bastano una tetta e un paio di tutine lise prestate da amiche e conoscenti, poco importa se sono rosa e la creatura si chiama Arturo.
* Quella in base alla quale un guardaroba 4 stagioni, la presenza di mobili, soprammobili e gadget decorativi è funzionale a far sentire il bambino ben accolto. In questa scuola militano soprattutto le fan dei termometri: pare, da alcune checklist che ho letto in giro, che ne occorra uno digitale per misurare la temperatura corporea E ANCHE uno analogico per misurare la temperatura della vasca da bagno.

E io? La mia naturale inclinazione verso la seconda scuola è stata smorzata da alcune constatazioni:
a) di cognome non ci chiamiamo Onassis, quindi mi conviene risparmiare per altre spese improrogabili (i pannolini, la tata, la psicologa per me). Per cui, poche cose e durevoli.
b) se derogo dalla palette di colori del resto della casa Michele mi ripudia: ergo, poche decorazioni essenziali e coerenti con le altre stanze.
c) sarà un maschio per cui zero pizzi, trine, merletti, glitter, ruches, ricami: sobrietà.

Tuttavia non posso davvero pensare di cavarmela con una carrozzina sgarrupata. In molti sostengono che la fase di "nesting" è importante per i genitori, perché li aiuta a prendere confidenza con il loro ruolo (lo afferma Jennifer Garner in Juno, che mi rendo conto non essere proprio la madre più rassicurante della storia del cinema, dopodiché lasciatemi vivere). Tracy Hogg, autrice di Il linguaggio segreto dei neonati, dice che non appena si torna a casa dall'ospedale si dovrebbe compiere col bambino un home tour: "Vedi, Gianfilippo, questa è la nostra cucina, dove mangiamo", "Ecco Rigoberto, questo è il bagno, dove ci facciamo la doccia", "Wow, Enricomaria, guarda un po' la stanza di mamma e papà, dove cercheranno di ricostruirsi un'intimità dopo l'episiotomia, quaranta giorni di astinenza puerperio e un milione di pannolini sporchi" per poi concludere con: "Ah, Dimitri, questo deserto dei tartari spoglio e privo di personalità è la tua stanza, dove cercheremo di farti dormire a dispetto dei tuoi pianti notturni e che abbiamo lasciato anonima e impersonale ritenendo di farti un favore".

STANZA DEL BAMBINO: I COLORI

In buona sostanza, la domanda è: come arredare la cameretta di un bambino per renderlo felice? Io sarò un'illusa, ma penso che se allestisco una stanza bella, semplice e riposante, e cerco di fargli passare lì dentro delle ore diurne piacevoli, sarà più facile convincerlo a trascorrerci anche delle ore notturne silenziose. Il mio bambino-in-progress la sua stanza ce l'ha già, ed è anche grande. Ha una finestra che dà sulla strada, una porta bianca, pareti bianche, un armadio color taupe, uno specchio bianco dove ora mi faccio selfie a volontà.

Sempre l'ottima Tracy Hogg suggerisce di evitare i colori troppo vivaci e, aggiungo io ( in totale controtendenza con il Panton Color Institute) quelli troppo sessualmente connotati. Manterrò il bianco per i nuovi mobili e vari toni di taupe e grigio per le decorazioni.

STANZA DEL BAMBINO: I MOBILI

La mia checklist prevede una cassettiera-fasciatoio e un lettino bianchi, dove dormirà dopo qualche mese ma che comunque gli durerà qualche anno. Infine, proprio per passare tempo con lui nella sua stanza e fargliela amare, vorrei una poltrona, da collocare vicino alla finestra dove allattare o leggere o crollare addormentata sbavando. Potrebbe essere quella che ho già -opportunamente ridipinta di bianco- oppure un'altra più comoda, imbottita e magari dondolante. Che il rischio mastite è dietro l'angolo, ma pure la lombosciatalgia non va sottovalutata.

STANZA DEL BAMBINO: LE DECORAZIONI

Siccome sono volubile come una mongolfiera preferisco la flessibilità, vorrei scegliere qualcosa di transitorio e facilmente rimovibile. Quindi no a tappezzerie e trompe l'oeil, sì agli stickers: per poterli sostituire non appena il bambino avrà sviluppato un suo gusto (intorno ai 2 anni, secondo i pedagoghi; prima dei 4 mesi, secondo me) o una particolare passione (per qualche animale, secondo gli psicologi; per il cinema di Lars Von Trier, secondo Michele). Per questi elementi mi terrei sui toni del grigio e sceglierei un leit motiv -tendenzialmente soporifero: nuvole o pecorelle- da declinare su adesivi, cuscini, ghirlande, giostrina da lettino.

Mi piacerebbe anche predisporre delle mensole per inserirvi inizialmente illustrazioni, printables o fotografie incorniciate, e poi tenervi in bella mostra i libri che gli compreremo.

Sempre per tornare al concetto di POCHE COSE, UTILI ED ESSENZIALI vorrei inserire un elemento come una seggiolina, un cavallino a dondolo, un tee-pee.

So che tutti mi faraanno notare che non sarà in grado di stare seduto per 8 mesi, che sono incosciente perché la pecora di peluche attira la polvere, che il dondolio lo fa vomitare, che sono snaturata perché quei soldi servivano per comprargli la pasta allo zinco contro l'eritema al culetto. Quindi niente, tengo questi sogni per me. E poi, appena sarà finito il rondò di parenti e amici sappiamo-tutto-noi, esco e me lo glieli lo compro. Tiè.


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