La Stimmung con Roberto Roversi[Unterdenlinden, Rizzoli 1965],per una corrispondenza sull’altra parte del mondo
in memoria di Roberto Roversi
Roberto Roversi, Unterdenlinden,
Rizzoli Milano 1965
II. Se Silvio ritornasse che non è detto che non possa tornarese Silvio tornasse quando poteva ritornarevuoi vedere che torna che non è detto che se ne sia mai andatose Silvio precipitasse fra noi, il poveromo, l’homme du burlesque,il suo parrucchino e il suo cervello di muratore;se Lavitola, e la banda della P2, della P3, P4 e P5 dati al nostro Lafcadio Incaricato…Silvio era bennato e a capo del grande regno, scrisse Beccaria che le pene a Milano erano proprio quelle tra il 1410 e il 1769,tanto che ci si potrà meravigliare se per un po’ lo si possa tanagliare come un bel poetino lirico allo specchio dentro la grande civiltà del mercato di stato dell’industria culturale.
Prima serie di esempi. Ma adesso:è meglio dare calce alle mura di Volterra e di Pompei che crollano così pareo alzare alla Fiat un padiglione di Nervi o di Calatrava gioiello d’architettura?Dovendo scegliere è meglio una petroliera dell’Eni che da Tarantosi butta per i mari della Turchia e della Grecia a gloria della nazione tuttae non solo per la val d’Agri o rabberciare la faccia con tutti gli azzurri ottusie le gote senza carminio dell’affresco di Piero trattato con l’acrilato o decidersifinalmente a pagare l’Imu adesso che ancora il catasto non ha svelato niente dellaSanta Immobiliare Romana Casa e Chiesa Apostolica?Meglio l’antico, il non perituro, la certezza, il passatoduro e rustico- la sicurezza della pietra ribattuta da una ruota, anche per chi fu costretto dall’ordadella razza fiscale a dover vivere con la faccia di marmo nella storia senza ruota –o l’equivoco progresso del tempo che sovrasta così rozzo corrottoindecifrabile oscuro ogliarone?C’è chi vive soltanto in funzione del week-end,della casa con bagno, della torre d’avorio, del mistico golfo e del ciuccio che vola,c’è questo e altro. Ma adesso:resistere i vecchi, sopprimere gli ogliaroni, le donne disfarsi e ottundersi, i ladri tuttiche son discesi dalle altezze tempestose d’Alisandra e insistere, toglierci tutto quelch’era o sarebbe potuto essere la nostra anima, e anche l’animaccia di Jung, a fronte del conscio collettivo di quest’orda di briganti dimenticati, bruciare case uomini sfrigolare nel fuoco il grido lungo degli incendi del solleonememorial day infinito di quel cazzone americano e di quelli che come lui che li fecero nascere nel giorno che i quadarari chiamano “’u jurnusu vrušente”.Ciò che è giovane rapidamente morire.Sotto gli occhi sterminati rossi i campi di grano e di quest’erba saracena cheva abbattuta a ogni mezza luna e imballata per degli animali che non sonopoi mica tanti tolti i cani e i gatti che vivono accovacciati in poltrona e paganola tassa di stato del televisore all’agenzia delle entrate di un’unica provincia sabaudacome se il balzello dello spettacolo del mondo e del burlesque fosse il pil del regnoinfinito e brianzolo.Questo è il segno del tempo-la sua necessità, il petrolio tutto, perché così doveva essere, noi e Nostra Signorìa della Culabria e dei Paesi Bassi permettendolo.
III. Non volere il mondo diverso ma migliore, avremmo dovuto respirare anche noi…
Quarta di copertina di:
Roberto Roversi, Unterdenlinden, Rizzoli 1965.