Analizzando la stagione dei New Orleans Hornets, attualmente quinti a Ovest (31-16), si possono individuare momenti alterni nelle fortune della squadra e parallelamente l’evolversi delle vicende extra-cestistiche, come in un vero e proprio romanzo.
Prima della regular season, Chris Paul aveva chiaramente lanciato dei segnali alla dirigenza, facendo capire che se le cose non sarebbero cambiate in meglio, lui avrebbe voluto andarsene. Poi la situazione sembrava rientrata con un intervento del nuovo allenatore Monty Williams e del nuovo general manager Dell Demps, che hanno fatto qualche ulteriore modifica al roster appena prima di partire (ad esempio mandare Darren Collison a Indiana togliendo un playmaker di riserva che mentre CP3 era infortunato aveva fatto benissimo).
Nonostante le premesse non sembrassero delle migliori, ad inizio stagione 8 vittorie consecutive facevano degli Hornets l’unica franchigia senza sconfitte, e quindi sulla bocca di tutti, fino al 15 novembre – data della prima sconfitta contro i Mavericks.
A questo punto però se i dubbi sulla qualità della squadra sembravano sciolti, iniziava a profilarsi il problema della proprietà: infatti il proprietario, George Shinn, era deciso a vendere al suo socio di minoranza, Gary Chouest, la sua parte di proprietà; quando l’affare era saltato nei primi giorni di dicembre, il prode e coraggioso David Stern era intervenuto per evitare che la franchigia perdesse di valore e aveva deciso di acquistare la società per circa 300 milioni di dollari, fino a che un altro milionario americano (o non) si fosse fatto avanti con una seria proposta.
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In questo periodo gli Hornets alternavano importanti vittorie, come quella contro i Celtics il 31 Dicembre al TD Garden, a sconfitte non esattamente in linea con la qualità e le ambizioni della squadra, come quella contro i TWolves o i Golden State Warriors. Fino al 9 Gennaio: qui iniziava la cavalcata, fino “ai giorni nostri”, verso le dieci vittorie consecutive che portavano a battere tra le altre, Denver, Orlando, San Antonio e Oklahoma City – tutte squadre sopra il 50% di vittorie.
Quale sarà il finale della stagione degli Hornets: un happy-ending, anche per il “nostro eroe” Belinelli, o un finale di quelli che vanno di moda oggi, “aperto” (qualsiasi cosa questo voglia dire)?