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La storia del povero Mr. Ikea

Creato il 12 agosto 2012 da Lamiaeconomia
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La storia del povero Mr. Ikea La storia del povero Mr. Ikea
Ingvar Kamprad, fondatore del colosso Ikea, per il Fisco cittadino svizzero, ha fatto valutare il suo brand da un advisor esterno (9 miliardi di euro) e lo ha spostato dal centro offshore del Liechetenstein alla più trasparente (ma sempre con ottimi bonus fiscali) Olanda. Nonostante ciò, Kamprad risulta quasi un pover’uomo con pochi mezzi, anche se possiede banche. Come mai?

L’imprenditore svedese ha due motti: risparmiare al massimo le risorse e ottimizzare il denaro. Ovvero pagare meno tasse. Ecco perché Kamprad, 86 anni, una vecchia Volvo di 20 anni fa, ha scelto di vivere a Losanna, beneficiando della possibilità di contrattare con l’amministrazione locale quante imposte pagare. Però pare che abbia gabbato anche la Confederazione. Perché, se risultava il sesto uomo più ricco al mondo secondo la rivista americana Forbes (36,9 miliardi di dollari la stima del suo patrimonio), oggi non lo è più. Gli avvocati di Mr Ikea l’anno scorso hanno dimostrato che le azioni della società non sono più in mano sue ma alle sue fondazioni benefiche. E quanto vale ora? Sempre secondo Forbes (dati 2012), non oltre 3 miliardi di euro. In mano sua resta, oggi, il gruppo Ikano, che dal 1988 si è slegato da Ikea e gestisce patrimoni e investimenti della famiglia e di terzi nel settore bancario (Ikano Bank), dell’asset management (attraverso Sicav), immobiliare e assicurativo. Nel frattempo, l’imprenditore ha fatto valutare per la prima volta il valore del marchio Ikea. La società non è quotata e non si sa molto dei suoi conti. Quanto vale quindi il brand? Nove miliardi di euro. La cifra è emersa da un passaggio tra due società del gruppo svedese che ha comportato, per la prima volta nella storia del gigante del mobile, la necessità di iscrivere a bilancio il valore del brand. Quindi: Interogo Foundation, sede a Vaduz, nel Liechtenstein, ha venduto all’inizio dell’anno il marchio per 9 miliardi di euro ad Inter Ikea Systems, azienda olandese del gruppo, che in precedenza raccoglieva i pagamenti dei negozi in franchising e retribuiva Interogo per l'uso del marchio. Il significato di questo passaggio? Secondo il responsabile della comunicazione di Inter Ikea, Anders Bylund, l’obiettivo è  “il consolidamento e la semplificazione della struttura del gruppo'”. L'operazione, “è una transazione interna al gruppo che non effetti all'esterno” ma  “ora il marchio ha un valore a bilancio”.  Di fatto potrebbe essere un primo passo di Kamprad per mettere in chiaro la sua successione, visto che è vedovo e ha quattro figli. L'operazione è stata finanziata con un’iniezione di capitale da 3,6 miliardi di euro da parte di Interogo a favore di Inter Ikea Systems e con un prestito di 5,4 miliardi. Fonte: Milano Finanza   Dott. Fabio Troglia 

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