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La storia di Diano Marini, deportato nel lager di Dachau e sopravvissuto

Creato il 28 gennaio 2012 da Matteviola90
La storia di Diano Marini, deportato nel lager di Dachau e sopravvissutoDiano Marini è morto lo scorso ottobre a 87 anni; da molti anni bidello di una scuola media pistoiese, era sopravvissuto alla prigionia nel lager di Dachau, alla fame, alla malattia, ai bombardamenti. Il 23 Aprile 1945 a 19 anni venne chiamato alle armi e si arruolò nei carabinieri; poco tempo dopo il Gran Consiglio del Fascismo votò la caduta e l'arresto di Mussolini: Marini venne immediatamente trasferito da Torino a Roma. Dopo l'armistizio dell'8 Settembre venne rinchiuso prima in un campo di internamento a Rieti, poi in un capannone sul lago di Bracciano e infime venne caricato su un treno con destinazione Stammlager, vicino Monaco; da lì fu nuovamente deportato, stavolta luogo di destinazione era il lager Dachau, dove assistette a torture, violenze, pestaggi, fucilazioni e impiccagioni. Marini giunse nel campo di concentramento nel Marzo del 1945: si svegliava alle quattro del mattino, lavorava dieci ore al giorno scavando profonde trincee con pala e piccone, mangiando solo una brodaglia di rape e cavoli, impiegando quattro ore per raggiungere il luogo di lavoro e altre quattro per tornare alle baracche. In pochi mesi perse 45 chili, aveva la tubercolosi e la febbre alta ma non si fermò mai poichè altrimenti sarebbe finito nei forni. Il 29 Aprile del 1945 il campo di concentramento venne liberato dai soldati americani e Marini insieme ad altri 32.335 prigionieri ancora vivi potette far ritorno a casa.Diano Marini è stato tra i pochi risarciti per il lavoro forzato dall'Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) con un assegno di 3.834 euro che gli fu recapitato a casa nell'Ottobre 2003.

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