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La storia di Micro - Gravidanza, primo trimestre

Da Mammadesign
Riprendo in mano, con il mio solito ritardo cronico, la storia di Micro e dei miei primi approcci alla "mammitudine". Cosi', giusto perche' si avvicinano le vacanze estive e mi sembra il periodo adatto per parlare di argomenti piu' "leggeri".... Il prologo dell'ultimo post sulla gravidanza era questo: Il primo trimestre (in tre parole) 1. Tempesta ormonale e sentimenti contrastanti 2. Nausea? Si grazie! Ed anche di piu' (della serie: "pensavo di essere sportiva ma non lo ero....") 3. Il rapporto col macro-economista Iniziamo:
Tempesta ormonale (e sentimenti contrastanti) Chi ha avuto una gravidanza, cercata o meno, lo sa: all'euforia iniziale subentrano le paure, i dubbi, le ansie, i pensieri sotterranei e gli istinti piu' animali. Non per incoerenza o ingenuita', sappiatelo. E' l'ormone selvaggio che ti scombussola testa, corpo ed emozioni.
Gia' normalmente ho l'umore ballerino, figuriamoci nel primo trimestre!
"Ma questo bambino sara' fortunato?"
"Io so che lo amero' tremendamente, ma il macro-economista? Sara' pronto? Secondo me mica si rende conto di quello che ha fatto il suo spermatozoo selvaggio!"
"Ma saro' una buona madre? Saro' portata? Saro' capace? Saro'....?"
"E poi non ce la faremo mai... come coppia, intendo: siamo troppo litighini, due impulsivi, due immaturi, non credo che saremo capaci di tirare su un bambino in maniera «sana»...."
"Io comunque sento le farfalle nella pancia. E il solletico. E mi sembra di camminare sulle uova. E ho la testa nel fumo. E ho perfino paura ad attraversare la strada! Se una macchina mi piglia, mica prende solo me adesso!"
"Si puo' tornare indietrooooo???? Aiutooooo!!!!!"
Alzi la mano chi non ha avuto questi pensieri; a venti, trenta o quarant'anni.

Di solito sono i pensieri della prima gravidanza, quelli della seconda e successive non mi e' dato conoscerli, per ora o per sempre, forse. E comunque mi sa che si assomigliano molto. Al piu' si aggiungeranno quelli del tipo:


"Ma saro' in grado di occuparmi di due contemporaneamente?" "Come faro' con il primo, che e' abituato ad avermi tutta per se'? Soffrira' molto? Gli togliero' qualcosa?" "Cosa cambiera' nei nostri equilibri di coppia? Troveremo i nostri spazi? Mio marito impazzira', o ce la fara'?" Eccetera, eccetera, eccetera. E' l'ormone, non vi preoccupate. Sarete capaci di passare dal pianto al riso, e poi di nuovo al pianto con una velocita' da Flash Gordon. Oppure dalle urla selvagge alla dolcezza improvvisa e zuccherosa, perche', istantaneamente, vi siete ricordate che portate in grembo il frutto del vostro amore. E vostro marito impazzira'. Non sara' in grado di capire cosa vi succede dentro. Dentro la pancia, dentro la testa, dentro il cuore.  Nausea? Si, grazie. E anche di piu'! (della serie "pensavo di essere sportiva ma non lo ero") Trovatemi una che ha sofferto di nausea prima di scoprire di essere incinta e prima del compimento del primo mese. Prima del test, prima del dubbio, prima di tutto: e ccomi. Ero a Torino, in visita da mia sorella e con l'allora non ancora nonna Giogio. Una sera, al ristorante, il vino mi dava un non so che, si direbbe quasi noia. Non mi andava giu', mi creava acidita'. E non avevo per niente fame.  Io? ma quando mai, di fronte ad un piatto di delizie?  Li', il dubbio, improvviso, flashante, sconvolgente. Non vedevo l'ora di fare il famoso test, ma non avevo voglia di farlo li', alla presenza di sorella e mamma, che avrebbero partecipato alle mie emozioni con un'empatia spaventosa. No, meglio farlo a Firenze domani, da sola, in silenzio. Cosi', se risulta negativo, almeno nessuno ci rimane troppo male, oltre a me. Perche' quel bimbo ancora sconosciuto lo cercavamo, in realta'. Da pochissimo, e non eravamo neppure tanto convinti, considerato che ci eravamo appena ricongiunti in quel di Londra. Beh, il test e' stato fatto, il giorno dopo, a Firenze, e manca poco svengo a vederne il risultato. Ho dovuto ripetere il test il pomeriggio, a casa di un'amica storica incinta del secondo figlio, per credere appieno a quella lineetta in evidenza. "Guarda che questi test ormai non sbagliano mai..." "Sei sicura? Ci sara' pure un'eccezione! Vediamo di nuovo, dai..." Come volevasi dimostrare: i test attuali sono precisissimi. Insomma, le mie nausee sono iniziate da subito (forse per il contraccolpo, non so...!). Al mio ritorno a Londra ho perfino fatto quasi fermare un'intero bus di viaggiatori inconsapevoli sulla Firenze-Pisa Aereoporto, per vomitata incombente. Immaginate la scena? Gia' imbarazzata per il fatto di trovarmi improvvisamente "in stato interessante" mi dirigo barcollante dall'autista chiedendogli gentilmente di fermarsi nel caso lo avessi avvertito con occhio supplicante.  "Si metta qui, accanto a me, e mi avverta nel caso...." Per fortuna ando' bene, quella volta. Non altrettanto da allora in poi. Alla settima settimana telefonai al GP disperata chiedendogli qualcosa che mi aiutasse. "It's normal at this stage, you are pregnant!" Arieccola, quella parola. Pregnant. Io mi sento solo malata pero', com'e' 'sta storia? Per farla breve credo di aver passato i primi due/tre mesi stesa sul divano. Al piu' riuscivo ad andare verso il bagno a "svuotarmi". Come mi alzavo ritta, arrivava la scarica, puntuale come un orologio svizzero.  Ed ebbi pure il coraggio di tornare in Italia, per cercare di finire i lavori in sospeso, e per fare i controlli di rito, perche' comunque ero ancora con un piede li'. Prendendo treno, aereo, bus e quant'altro. Che sofferenza..... Smetto di raccontare le mie avventure con le nausee perche' rischio di diventare pesante. Che l'acidita' ed il resto son ricominciati al settimo mese eh, mica mi hanno dato tregua! Ma passiamo oltre. Il rapporto col macro-economista Il macro-economista, dopo l'euforia iniziale, e' andato nel pallone: "Dobbiamo andarcene da Londra. Devo trovare una cattedra, un posto dove mi pagano di piu', dobbiamo essere responsabili, qui non s'ha da fare, Londra e' troppo cara, e' pericolosa, e' sporca, e' schifida per un bambino." Te possino.... Siamo appena arrivati, siamo rimasti incinti (io piu' di te, comunque), non cerco certo un lavoro da donna incinta vomitans, e' una bellissima notizia, sono emozionata e al settimo cielo, Londra mi piace (a parte la sanita'), parlucchio la lingua che, almeno, e' leggermente piu' comprensibile del tedesco, e tu mi vuoi gia' portar via? ADESSO? Ecco, in breve, questi erano i miei pensieri: "Lo odio. Ma chi me lo ha fatto fare di sceglierlo come padre dei miei figli? E' impazzito! Ma chi ho sposato????? Salvatemi, io torno dalla mammaaaaaa!!!!" Oppure: "Non farti il salmone, per carita', stasera, non reggo l'odore." N.B. Casa vecchia aveva l'angolo cottura in soggiorno. Ma poi anche io ero normale, eh...? Eccolo all'arrembaggio, l'ormone assassino...! "Cosa? Ma io voglio il sal-mo-ne!" - risposta da orgoglio ferito - "No, io me lo faccio lo stesso, tu vai di la', in camera. Tanto sdraiata per sdraiata..." "No, in camera non ci vado, voglio stare con te! E poi l'odore arriva fino in camera, anche se chiudi le porte, passa sotto, sono porta bastarde queste!" "Non mi interessa. Non puoi fare la despota cosi'!" E salmone fu. Perche' quando il macro-economista si mette in testa una cosa, la deve fare, e' una cosa con cui ormai convivo. E donna vomitans non resistette, nemmeno relegata in camera, in un angolino   del letto. Non fu un periodo pacifico, quello.


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