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La storia infinita di Michael Ende

Creato il 31 maggio 2012 da Martinaframmartino

La storia infinita di Michael Ende

«Da noi, nella Terra di Marcita», proseguì il Fuoco Fatuo, impappinandosi, «è successo qualcosa… cioè continua a succedere… è molto difficile da spiegare… è cominciato col fatto che… insomma, all’est del nostro Paese c’è un lago, o meglio c’era, si chiamava Gorgoglione. E allora è cominciato così, che un bel giorno il lago Gorgoglione non c’era più. Via, sparito, capite?»

«Vuoi dire che si è prosciugato?» volle sapere Ukuk.

«No», replicò il Fuoco Fatuo, «in tal caso in quel punto ci sarebbe adesso un lago prosciugato. Ma non è così. Là dove c’era il lago, adesso, non c’è più nulla, mi capite?»

«Un buco?» grugnì il Mordipietra.

«No, neppure un buco.» Il Fuoco Fatuo appariva sempre più impotente a spiegarsi. «Un buco è già qualcosa. Ma là non c’è nulla.»

Michael Ende, La storia infinita, Longanesi, pag. 27.

 

Il Fuoco Fatuo non trova le parole per spiegare ai suoi interlocutori cosa stia avvenendo alla sua Terra con l’avanzare del Nulla, ma in realtà loro conoscono bene il problema perché si è diffuso anche nelle terre dove vivono loro. Chi ha bisogno delle spiegazioni sono Bastiano e il lettore, e questa è una fine del mondo in piena regola.

Semplicemente le cose che prima c’erano smettono di esserci. Al loro posto c’è un vuoto che diventa sempre più grande, se si può parlare della presenza del vuoto, cioè della presenza di un’assenza. E man mano che il vuoto avanza Fantàsia sparisce. Silenziosamente, senza che questa scomparsa sia accompagnata da eventi fenomenali, suoni, effetti speciali di un qualsiasi tipo, e neppure sofferenza. La fine è non di meno reale, e sempre più incombente. Per questo viene scelto un eroe per una missione difficilissima, la cui reale portata si capirà solo con il procedere della lettura.

 

La storia infinita di Michael Ende

Il romanzo di Ende senza la sovracoperta

Quello di Ende è stato uno dei primi fantasy che io abbia mai letto, e devo dire che sono stata fortunata. Quasi tutti i miei primi fantasy erano capolavori, e quindi la loro lettura mi ha incoraggiata ad approfondire sempre di più la conoscenza del genere. In seguito ho anche visto il primo dei film, realizzato molto liberamente dalla prima metà del romanzo. Non so se sia stata colpa dell’infedeltà della sceneggiatura, ma il film non mi è piaciuto granché. Al contrario la storia di Fantàsia che rischia di scomparire, di Atreiu che lotta per fermare il nulla (insieme a un Drago della Fortuna, drago buono nella cultura occidentale ben prima di Saphira) e di Bastiano che legge tutto insieme a noi che leggiamo di lui è straordinaria. E se volete acquistare il libro anche se capisco il desiderio di risparmiare un po’ in questo caso fatevi una coccola e comprate l’edizione Corbaccio e non quella della Tea, anche se la prima costa circa il doppio. L’edizione Corbaccio, a differenza della vecchia Longanesi, non ha la copertina “di seta color rubino cupo” con sopra “due serpenti, uno scuro e l’altro chiaro, che si mordevano la coda, formando così un ovale. E in questo ovale c’era il titolo, in strani caratteri:

La Storia Infinita” (pag. 12 e 13).

Il libro trovato da Bastiano è stampato “in due colori diversi”, e noi sappiamo che quei colori sono il rosso e il verde, e sappiamo anche perché.

 

“Le passioni umane sono una cosa molto misteriosa e per i bambini le cose non vanno diversamente che per i grandi. Coloro che ne vengono colpiti non le sanno spiegare, e coloro che non hanno mai provato nulla di simile non le possono comprendere.”

“Per Bastiano Baldassarre Bucci la passione erano i libri”.

Anche per me.



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