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La Storia siamo Noi.

Creato il 27 aprile 2012 da Tnepd
Perché la storia non insegna? Perché  non impariamo, dalla storia? Mi pongo spesso, questa domanda… La Storia siamo Noi.

Come quando noto un burocrate delle “lucertole”, ad esempio; un fedelissimo tecnico  dei burattinai globalizzatori che,  tra gli applausi di un’intera classe politica e il servile sostegno dei “media” al gran completo, travolge indisturbato quanto rimane della libertà e della democrazia di un paese…

Perché la storia non insegna? Perché, non impariamo dalla storia?” Mi pongo spesso, questo genere di domanda…

E siccome sono un tipo che cerca sempre le risposte, ai propri interrogativi( è questo che significa, d’altronde per me, essere un “essere umano a tempo pieno”), le risposte, prima o poi, arrivano…Naturalmente, la questione va trattata cercando di trascendere i vari dualismi, che frammentano la mente umana e le impediscono puntualmente di scorgere  disegni unitari di sensoIl peggiore di tale dualismi, a mio avviso,   è la convinzione che “Macrocosmo Universo“, e “microcosmo individuo“, siano in realtà due dimensioni separate, scisse e affatto comunicanti ( se non nel senso di un’imposizione costante e continua della “realtà esterna”, ai danni del micro-cosmo individuo ).
In realtà, la lista dei saggi che hanno speso la loro intera vita, spiegando ai popoli come “ciò che si fa a se stessi, lo si fa all’intero universo”, è interminabile. Ma la Storia, anche in questo caso, sembra impotente, di fronte all’ottusità mentale dei più.
La natura prettamente olografica, di quella che siamo assuefatti a chiamare appunto “realtà” ( e tale natura olografica non è certo un’ardita speculazione, ma un puro stato di cose e un dato assolutamente scientifico; basta studiare un po’ di fisica, per verificare ), impone che essa si componga, ad ogni istante, di un’interazione continua e costante, inscindibile, tra le dimensioni dell’interiorità dell’individuo, e di ciò che giunge a manifestazione esterna, e che chiamiamo “Mondo”. Ad un certo livello esperienziale, il “velo di Maya” si solleva, e il saggio giunge a comprendere che il “dentro”, e il “fuori” sono illusioni della mente frammentata. Specchi, della natura proiettiva dell’ego. 
E perciò, ricercare una risposta alla nostra incapacità di imparare dalla “Storia”, quella con la S maiuscola, senza volgersi a meditare specularmentre anche su come viviamo la “nostra”, di storia personale, è un approccio unilaterale e dall’esito inevitabilmente fallimentare. 
E allora, proviamo ad analizzare quello che avviene pure fuori di noi…Ma per poi guardarci anche dentro, e prendere così più confidenza, giorno dopo giorno, con il nostro potentissimo, quanto misconosciuto, microcosmo interiore.
Perché la Storia non ci insegna? Perché, siamo incapaci di imparare dalla Storia?
Parlando della Storia che apprendiamo dai libri a scuola, bisognerebbe magari prendere in considerazione, tanto per cominciare, che i suddetti libri ( che ci indottrinano fin dalla più tenera età alle  convinzioni più rigide e vincolanti )non raccontano affatto la Storia; bensì UNA storia. La differenza apre un vero abisso, non trovate?
 Una versione, per l’appunto, può essere scritta e redatta, in un modo o nell’altro, dai “vertici” e dai “vincitori”, di questa Storia. Il che non garantisce affatto che i fatti vengano tramandati per come sono effettivamente accaduti. 
Una versione, può essere concordata a tavolino in maniera tale da indottrinare le masse, da confondere il senso critico, da impedire agli esseri umani di unire veramente i puntini.  In ultima analisi, una versione si presta ad essere uno strumento psicologico, perlatro molto potente, per mantenere il potere; e magari per continuare indisturbati a portare avanti la propria agenda di dominio totalitario…
Una versione giornaliera, di questo tipo di approccio all’obiettività storica, la ritroviamo del resto nei mezzi di informazione. I media al gran completo o quasi, che ci descrivono il procedere della nostra “relazione con il mondo”, per come  “qualcuno” vuole che noi la conosciamo. E’ a questa maniera, che si creano le condizioni psicologiche che rendono possibile poi l’imposizione indisturbata di un burocrate delle “lucertole”, al posto di un governo democratico…

La Storia siamo Noi.
George Orwell, che proprio uno sprovveduto non era, insegnava del resto che “Chi controlla il passato, controlla il presente. E chi controlla il presente, naturalmente, controlla il futuro”.Una versione concordata per le masse, della Storia scritta dai vincitori, è il modo più sicuro di mantenere le proprie “chiappe”, per l’appunto, sul carro dei vincitori. Perché una percezione collettiva e condivisa di quanto “già” è successo, condiziona ad ogni istante la percezione di quello che è  presente e attualità; e quindi anche di quello che, potenzialmente, “può” succedere…tanto dentro l’individuo, quanto là fuori nel mondo…

In altre parole, lungo la strada per comprendere CHI IO SONO, DA DOVE VENGO, e PERCHE’ SONO QUI, il passato, tanto personale, quanto collettivo, gioca un ruolo cruciale, nell’elaborazione costante e continuativa della mia immagine di me. LA PERCEZIONE DELLA STORIA, perTANTO, condiziona pesantemente il cammino spirituale, tanto dell’essere umano in qualità di singolo, quanto  dell’intera specie. in ogni essere umano, la percezione del “già stato” condiziona la sua personale ricerca di significato; la sua percezione del proprio posto nel mondo; i suoi rapporti con gli altri; ed ogni altra donazione soggettiva di senso.
Se ad esempio, le gente leggesse sui libri di storia, che so, che l’esito di una “battaglia di Waterloo”, sono stati decisi non su un campo di battaglia, bensì intorno a un tavolino, da una dinastia di banchieri, probabilmente anche la percezione di quanto avviene e continua ad avvenire oggi, là fuori, e dentro di noi, sarebbe molto meno nebulosa. Le linee di senso della storia apparirebbe più coerenti, convergenti e continuative; e  le persone magari riuscirebbero ad unire qualche “puntino”…Sui libri di storia, del resto, troviamo descritti nei più minuti dettagli, gli orrori e le vergogne, di un colonialismo europeo che trasformò il meraviglioso continente Africano in un  “Terzo Mondo”. Ma non si trova quasi niente, per converso, dell’ALTRA forma di colonialismo, quella che succedette silenziosa e “quatta quatta” alla precedente, e che, affatto pubblicizzata, prospera tutt’ora, “sanissima e vegeta”; una tipologia di colonozzazione, prettamente finanziaria ed economica,  che rese e rende ad oggi di fatto invani, i tentativi dei vari stati africani di raggiungere una qualche vera forma di indipendenza. 
I libri di storia, quelli che ho letto io perlomeno, preferiscono non soffermarsi troppo, sul “colonialismo finanziario”; sui “Leviatani bancari” e le corporazioni sovra-nazionali, grazie alle quali l’Africa è stata artificialmente riempita di debiti, prosciugata di ogni linfa vitale,  e perciò mantenuta saldamente, ad oggi, nelle condizioni di un “Terzo Mondo”.
Probabilmente cambierebbero molte cose, nella percezione condivisa della realtà, anche e soprattutto per quanto riguarda quello che sta accadendo di questi tempi, dalle nostre parti, se le persone imparassero, fin da giovani, una versione diversa, alternativa, e più onesta, della Storia con la S maiuscola.   Ma per fortuna dei Burattinai ( o più verosimilmente, per loro paziente e sagace operato ) i libri che non servono “il carro dei vincitori”, non arrivano mai sui banchi di scuola.  Altro semplice esempio: l’omicidio di J.F.Kennedy, su un libro scolastico, può passare tranquillamente come opera di un killer solitario. Al limite, possono e trovarsi sottolineate alcune nebulose, quanto inconsistenti, perplessità; niente di più.  Non importa in tal senso, se, citando il grande Bill Hicks “Oswald avrebbe dovuto trovarsi sospeso fuori dal cornicione, e aerotrasportato da uno stormo di piccioni, per colpire a quel modo, e da quelle angolazioni”. I libri scolastici non servono infatti a unire i puntini, o , parafrasando ancora Bill Hicks, a mostrare efficacemente “il modo in cui uno stato totalitario prende progressivamente il posto di una vera democrazia”. 
I libri scolastici, verosimilmente, devono perciò servire a fare della Storia con la S maiuscola, una lunga, pesantissima e inarticolata, lista di eventi da cui non si può imparare alcuna lezione utile ad una vera evoluzione spirituale ( personale e collettiva ). Una lista di eventi, semplicemente da imparare a memoria. Per l’ arte di unire i puntini, lo status quo ha previsto solo giornali e riviste da spiaggia, e tante belle matitine colorate….
 Altro piccolo esempio: è lecito aspettarsi di sentirsi raccontare che l’uccisione, un secolo fa,  di una arciduca ( con tutto il rispetto per la morte di un individuo ) sia una spiegazione credibile per spiegare la mobilitazione di 70 milioni di uomini, il massacro in battaglia di 9 milioni, e la morte per effetti collaterali di altri 6 milioni, di individui.  Una guerra mondiale, l’incredibile massacro che ne è seguito….e niente poteva essere fatto per evitare che accadesse, da parte degli stati e dei governanti di turno?  Lo credo bene, con questa Storia alle spalle, che la gente debba assumere farmaci per dormire la notte….

La Storia siamo Noi.

Una semplice domanda, al riguardo: ma perché, se ai governi è sempre piaciuto tanto, questo dichiararsi guerra a vicenda, nessun governante ha mai visto di persona un campo di battaglia? E’ una domanda troppo spirituale, secondo voi?

Perché non ci vanno loro, a combattere e morire, invece che indottrinare milioni di persone, affinché si mobilitino al loro posto?
Un dettaglio che si dimenticano puntualmente di sottolineare, i libri di storia ( eppure non è difficile farlo, neppure basandosi semplicemente sulle informazioni da loro stessi fornite ), è che, a quanto pare, sono proprio i governi, la prima causa di “morte innaturale”, a giro per  il mondo.
La permalosa attitudine mentale dei governanti, e una serie di guerre in realtà finalizzate all’accentramento del potere, su scala globale, in sempre un minor numero di mani, ha portato solo  nel secolo scorso alla morte di non meno di 150.000.000 persone. Questo piccolo dettaglio, colloca di fatto i governi in cima alla lista delle cause di morte DEI LORO STESSI POPOLI. E dal 2000 ad oggi, non c’è stata certo un’inversione di marcia, in tal senso. E ‘ troppo, chiedere a un libro scolastico, di spendere due paroline sull’argomento?

La Storia siamo Noi.
E ora passiamo all’angolazione della situazione, che più mi interessa… Quella che generalmente viene trascurata, o repressa. Quella che riguarda ciò che avviene ad ogni istante “dentro” noi stessi. Quella che riguarda la nostra responsabilità personale.
Abbiamo parlato di Macro-cosmo. Quindi, come sempre nei miei post, ora parliamo un po’ di micro-cosmo, volete?
Anche perché la storia non è solo quella scritta sui libri, o trascurata dai libri. La storia, è quella che scriviamo personalmente ogni giorno, attraverso le scelte che determinano trama ed esito, del libro della nostra vita. 
E se la gente sapesse quanto, il microcosmo uomo, influenza ad ogni istante il macro-cosmo universo, forse il mondo sarebbe già, un posto migliore. E la “pace”, tanto nell’anima quanto nel mondo, non sarebbe ancora un miraggio; o la prerogativa di pochi. Quella che viviamo ogni giorno, nel rapporto con noi stessi, attraverso le scelte che compiamo, per come viviamo l’incontro con “l’altro”, è la nostra storia; la VERA ed autentica storia, per la quale siamo venuti al mondo? O si tratta, piuttosto, di una storia “conformista”, piatta, impersonale e vacua, che qualche tradizione e un pungo di burattinai, hanno scelto da secoli, per noi, al nostro posto? Siamo i protagonisti, della nostra storia personale? Oppure, ci limitiamo a subirla impersonalmente? Anche perché, checché ne pensino i tiepidi di animo, sempre pronti a inchinarsi e a delegare, in questo mondo delle due possibilità l’una: O decidiamo di scriverla noi, a furia di scelte coraggiose, la strada per il nostro compimento personale; o la continuerà a scegliere inevitabilmente qualcun altro per noi, placidamente seduto in una stanza dei bottoni.
L’uomo medio annega giornalmente in un’ignoranza colossale. Le sue sono deleghe esterne affatto consapevoli…Non ha la minima idea, dell’immenso potere spirituale, racchiuso nell’apparentemente semplice scelta di dare l’assenso a qualcosa. Annega senza battere ciglio, l’uomo medio, nelle menzogne dei ‘telegiornali. Crede in una “libertà”, e nella “democrazia”,  promessa da lupi che si vestono da pecore
Sa poco e niente di economia e finanza.  E’ faticoso farsi un’opinione personale, del resto. Molto meglio dare l’assenso automatico, a tutto quello che gli viene propinato per buono, valido, vero, da chi parla da dietro uno schermo. Per lui il cosiddetto debito pubblico vale come dogma ( per quanto, appunto, contrario a ragione e buon senso );  mentre la “riserva frazionaria”, è probabilmente una piccola area boschiva frequentata da cacciatori…

La Storia siamo Noi.

Ma ciò che più ignora, l’uomo medio, non è quanto accade realmente intorno a lui, e che va inevitabilmente a sedimentarsi nel passato collettivo, formando lentamente la Storia con la S maiuscola. Quello che l’uomo medio più ignora, è quello che ad ogni istante avviene all’interno del suo personale microcosmo. Quello che ignora, è l’inesorabile sedimentarsi di scelte codarde, o ben poco lucide e consapevoli, che vanno inevitabilmente a sedimentarsi per formare comunque una storia personale.

La propria storia di individuo. E’ visibile, singori miei, la correlazione e continua interazione reciproca, tra Macro-cosmo e micro-cosmo? Non siete d’accordo con me, che le due storie, in realtà, ne formano una; e una sola?
 Quanti “estroversi”, quanti “animali sociali” e mattatori da serata, amiconi da birretta, con il sorriso fisso a 36 denti,  e la parlantina spedita, conoscete? Io ne conosco tanti. Troppi, per i miei gusti. Si adattano ad ogni contesto, questi “Yes-men”, purché sia loro garantito di potere esibire una maschera che susciti consenso, in mezzo agli altri. Ma sono la stessa tipologia di persone, che non riesce poi a stare 10 minuti immersa nel silenzio vivificante di una meditazione; o che la sera non prede mai sonno,  senza la psico-pillolina della buona notte. Un’esistenza puramente estetica, una vita passata alla periferia del proprio essere, immersi nell’inautenticità di un’immagine totalmente dipendente dalle fonte di approvvigionamento energetico esterne.  Che sensazione coltiva, della propria personale e indelegabile storia, questo genere di persona?
Ma l’estroverso depresso, che sorride unicamente per il sollievo arrecatogli dal non percepire più il grido straziante della propria anima, è solo il caso più plateale di un disagio che tutti condividiamo ( chi più, chi meno ), quando ci approcciamo a una lettura seria della nostra storia personale. Ogni qual volta, consapevoli o meno del potere del nostro gesto, ci apprestiamo a compiere una ricapitolazione della nostra STORIA PERSONALE.
Siamo ad esempio assuefatti, a percepire l’esistenza, come davvero si trattasse della linea di un grafico. Una linea che cresce si arresta e infine decresce, a seconda delle tappe scandite dalla società e dal cosiddetto “tempo cronologico”. Pur rispettando tutte le opinioni, l’amore per la verità mi impone di sottolineare  che, però, si tratta di una buffonata. Non è questo il modo di compiere una ricapitolazione….non è in questo modo che si comporta, il viaggio personale verso l’ autenticità…
La vita percepita come fenomeno che “si”subisce, certo, può essere efficacemente ritratta come una linea che si alza, si arresta, decresce, e infine perisce. E anche in questo caso, la metafora del diagramma non ci combina comunque proprio niente….Non a caso, le persone che si rifiutano di imparare dalle prove della vita, la percorrono semmai perennemente in cerchio, calcando e ricalcando i medesimi soliti errori. E allora parliamo di un “cerchio”, dell’inautenticità, semmai.
Ma il “diagramma” è una tentazione troppo “ghiotta” e comoda. Tanto per l’estroverso, che vi si rifugia per risparmiare la sana fatica di  “scegliere, per poter essere”; quanto per i burattinai,  che di questa predisposizione all’inautenticità delle masse, hanno sempre fatto la propria fortuna personale…
La gente che percorre la propria vita in cerchio, lo fa perché si rifiuta di scegliere; e scegliendo di non scegliere ( giacché anche questa, è una scelta ), capita ciclicamente nelle medesime situazioni.  Compie quindi ciclicamente, ripetutamente, la medesima scelta di non scegliere. Infine, impara l’unica “cosa” di cui è davvero  capace per predisposizione d’animo:  chiamare questo perenne “mordersi la coda da soli”, “normalità”.
Il cammino della persona spirituale, per converso, si svolge per un processo spiraliforme. 
La Storia siamo Noi.
Dalla periferia del proprio essere, per vie di prove, sfide, e scelte, fino all’appropriazione ed espressione piena, della propria essenza imperitura. Ma il percorso della crisalide che infine diviene farfalla, risulta incomprensibile tanto ai tiepidi, quanto ai burattinai. Entrambi, di solito, cercano di fermare le crisalidi prima che dispieghino le loro ali. Quando questa strategia non funziona, si prodigano quindi per tagliare le ali prima che spicchino il volo. Quando non ci riescono neppure in questo, fuggono semplicemente terrorizzati…
Perché la storia non ci insegna? Perché, non impariamo dalla storia? 
In questo immenso gioco, che chiamiamo vita, ognuno ha in realtà il proprio ruolo. Un ruolo importantissimo; unico; insostituibile…Il problema ( ma anche “il bello ), è che è un “qualcosa” che si è liberi di scegliere, o meno…Come per ogni altra magia, è tutta una questione di ASSENSO.
Ma scrivere di proprio pugno, la propria storia personale, si traduce, ipso facto, nel modificare a ogni istante anche la Storia, quella con la S maiuscola. Non bisogna lasciarsi de-centrare,  allontanare dal proprio centro sacro, al cui interno ognuno è sovrano e Dio di se stesso. E’ un’illusione, che certo non giova, lasciarsi abbindolare dal miraggio che  la causa di ogni problema di questo mondo ( così come ogni possibile soluzione ), vada ricercata nel mondo là fuori. In un qualche intervento puramente esterno, materiale, fisico. 
Sono i burattinai al gran completo ( ma anche gli esseri umani che scelgono cronicamente per la propria inautenticità ), che vogliono che interpretiamo la nostra storia personale come avulsa da ogni contatto e interazione attiva, con il  processo Macroscopico che descrivono collettivamente i nostri passi. Una visione che ci priva della consapevolezza del nostro reale potere creativo personale.
 
“Conosci te stesso”: è un mestiere a tempo pieno, retribuito dall’Universo.  Un mestiere per molti: ma, naturalmente, non per tutti. Io la mia vocazione cerco di viverla a questo modo:
Se voglio che la storia di questo mondo, conosca finalmente un po’ di pace, devo cominciare diventando io, PACE. Vivendo io, in maniera pacifica. Edificando e scrivendola io, nella mia personale sfera di influenza vitale, questa pagina di Storia….
Non voglio una Storia “esterna” scritta a furia di menzogne? Comincerò io, allora, a bandire le menzogne dalla mia anima; e a mostrare, nel rapporto con gli altri che posso istaurare, TOLLERANZA ZERO nei confronti delle menzogne.
 La mia storia personale, la Storia stessa del mondo, la disegno IO ad ogni respiro, ad ogni scelta, ad ogni conseguente azione. Questa è la mia ottica spirituale, critica.
 Voglio un mondo di persone più “centrate”in loro stesse? Persone dedite allo sviluppo dei propri potenziali, del proprio potere personale e della propria sovranità psichica su loro stessi ( al posto di branchi di parassiti energetici, convinti che equilibrio personale significhi sottrarre sempre qualcosa agli altri ) ?
 Farò dunque della mia vita una missione per sviluppare il MIO centro, i MIEI potenziali, il MIO potere personale, la MIA sovranità psichica. Il rapporto “giusto” ed etico con gli altri; giusto ed etico per le leggi inespresse e silenziose dell’Universo intero, conseguirà naturalmente dalla mia scelta di essere una persona autentica. Anche la semplice presenza, di chi ha liberato se stesso, aiuta inevitabilmente anche gli altri, a fare lo stesso…
Perché tutte queste scelte, e anzi ogni singola scelta compiuta al mondo ( sebbene per vie che saranno sempre invisibili ai tiepidi di cuore ), cambiano realmente il comportamento di un Macrocosmo,  che ad ogni istante  ci rispecchia. 
Comincerò a simpatizzare con i libri di storia, in conclusione, se e quando gli autori cominceranno a rammentare, e su ogni singola pagina, il dato di fatto più importante di tutti. Che in realtà la Storia siamo noi. In ogni singolo istante della nostra personale esistenza.
Un abbraccio controcorrente
La Storia siamo Noi.
David The Hurricane Di Bella  


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