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Certo il rapporto, recentemente pubblicato dall'UNICEF e dall'OMS, diffonde anche un cauto ottimismo. I morti under5 erano quasi il doppio nel 1990 (oltre 12 milioni, 90 ogni 1000) e sono diminuiti ovunque. Certo non ovunque con la stessa intensità. Infatti in Africa Sub-Sahariana (la regione del mondo che oggi fa quasi la metà dei morti), il declino è stato del 14% (nel mondo 48%) contro il Nord-Africa dove la riduzione è stata del 69% o nei paesi sviluppati dove la mortalità è calata del 60%.Certo i numeri impressionanti delle morti in Africa (173 ogni 1000 nel 1990) sono calati in questi oltre vent'anni, portando il tasso a 95 ogni 1000. Sicuramente ben lontani dall'Europa (12 ogni 1000, era 32 nel 1990) e dalle Americhe (15 ogni 1000, era 42 nel 1990).L'Africa Sub-Sahariana è l'unica area del pianeta dove i tassi di mortalità, devono essere scritti a 3 cifre (in Italia il tasso è 4 ogni 1000). Si passa dal record mondiale della Sierra Leone (182/1000), all'Angola (164/1000), al Ciad (150/1000), alla Somalia (147/1000), alla Repubblica Democratica del Congo (146/1000), tanto per parlare dei luoghi ove crescere è più difficile.In Africa si osservano anche gli unici paesi al mondo dove il tasso di mortalità è aumentato, ovvero il Lesotho (da 85/1000 del 1990 a 100/1000 nel 2012) e lo Zimbabwe (da 74/1000 a 90/1000), questo a testimoniare come il percorso da compiere nel continente nero è ancora lungo e difficoltoso.Quasi la metà dei bambini muore per cause riconducibili alla fame e alla denutrizione. In termini assoluti le cause di morte più frequenti sono le affezioni polmonari (17%), la prematurità (15%), le patologie da parto (10%), le malattie da diarrea (9%) e la malaria (7%).Ancora oggi crescere in molti paesi non è affatto scontato e facile.
Ecco i dati complessivi del report 2013Ecco il post del 2010 su Sancara sulla mortalità infantile