La strega Brutta e Buona
Da Silviarossi
"Ahahahaaahhhaahhh""Aahhaahhhaahhhhaa""Ahhahhaaahhhaahha"Lo so che la mia risata fa paura. Sono brutta, ho il naso aquilino, le mani dinoccolate, le unghie appuntite e sono anche un po' gobba. Lo avrete capito: sono una strega! Mi scappa da ridere se vedo qualcuno inciampare e mi diverto molto quando la gente si impappina con le parole. Ma sono buona, non dovete avere paura di me, non vi farò del male. Tutti mi chiamano Brutta e Buona.Mi offendo molto quando qualche bambino mi vede e scappa spaventato. Come quella volta che volavo con la mia scopa nel bosco in cerca delle bacche rosse, quelle amare da mettere nella minestra dell'ugola d'oro.Mentre mi aggiravo tra gli alberi mi trovai di fronte una bambina. La piccolina aveva un cestino in cui raccoglieva delle more. Bleach, a me non piacciono le more, sono troppo dolci.La bimba mi vide. Rimase un secondo immobile come fosse congelata. Poi aprì la bocca in urlo di terrore. Lanciò il cestino con le more e scappò a perdifiato.Ci rimasi tanto male. Così male che decisi di provare a farle capire quale era la mia vera natura. Con la scopa la inseguii. La bambina continuava a correre e a urlare. Io le dicevo: "Non avere paura! Sono la strega Brutta e Buona. Non ti farò del male!" Ma le sue urla coprivano le mie parole. E più mi avvicinavo più lei urlava e scappava.Ad un certo punto mi accorsi che se continuava così sarebbe finita dritta dritta dentro il fosso. Allora le svolazzavo davanti per fermarla ma lei pensava che volessi catturarla. Mi scansò e Blup! Finì dritta dentro il fosso. Ma io, che sono Brutta e Buona, la inforcai col manico della scopa prima che toccasse il fondo e la poverina si ritrovò a volare in impennata fin sopra la cima degli alberi.Finalmente dallo stupore si chetò ed io le potei spiegare che l'avevo salvata perché ho un animo buono anche se sono una brutta strega. Lei lo capì e di lì a poco diventammo amiche. Ci divertimmo un mondo a volare sopra il bosco. Scendevamo in picchiata e poi risalivamo. Imparò subito a guidare la scopa e prese il comando. Ora era io che avevo paura...Mi fece un sacco di domande sulla mia carriera di strega e io le feci vedere qualche incantesimo. Trasformai una rana in maiale e scoppiammo in una gran risata quando il poverino si buttò spaventato nello stagno. Feci parlare la grande Quercia che ci raccontò la sua lunga vita. E poi la portai a casa mia per mostrarle i libri di magia e le erbe dai poteri straordinari. Quando entrai però mi ricordai che avevo lasciato sul fuoco il pentolone per fare la ministra dell'ugola d'oro. Ero uscita proprio perché mi mancavano le bacche amare.Tornammo nel bosco a cercarle e lei, che era piccolina, riusciva ad infilarsi nei cespugli a coglierle. Ne facemmo una bella scorta e tornammo a casa per completare la cottura. Mentre cucinavamo le spiegai che quella minestra m serviva per battere la strega Canterina alla gara di canto. Chi ne beveva anche solo un sorso riusciva a cantare come un usignolo.Mi accompagnò alla gara. Quando fu il mio turno bevvi di nascosto un sorso di minestra dell’ugola d’oro. Cantai così bene che gli uccellini, le farfalle e tutti gli animali del bosco si appollaiarono sognanti accanto a me e vinsi il primo premio.La mia nuova amica si complimentò per la vittoria e mi disse che doveva andare via. L’abbracciai e poi le detti una bottiglietta di minestra dell’ugola d’oro così ai saggi di scuola sarebbe sempre stata la più bella voce.
La bimba mi ringraziò e tornò spesso a trovarmi.
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