sulla sempiterna “colonna di destra di repubblica”, fonte di ogni notizia alla maniera di “selezione del reader’s digest” (qualcuno se lo ricorda? a me arrivava gratis a casa e non ho mai capito come mai) cioè ritagliando le notizie che si trovano da altre parti, purchè siano buffe, improbabili e/o in qualche modo spettacolari, ho trovato una notizia che mi ha molto colpito.
una modella di venticinque anni, stanca di dover mantenere un fisico da asceta, tempo fa si è incavolata, ha smesso di vomitare e ha lasciato che il suo fisico si appropriasse della tanto agognata “normalità”.
la sua battaglia è diventata famosa: lei, raggiunta la taglia 50, è diventata una famosa modella “oversize” e un simbolo per tutte le donne sovrappeso.
poi, qualche tempo fa è dimagrita, ha raggiunto la taglia 46 e “la rete ha gridato allo scandalo”.
e lei pare abbia dichiarato: “ero affetta da disordini alimentari anche per mantenere la taglia 50″.
trovate la notizia, raccontata più o meno come ve l’ho riassunta io, a questo link.
ora io vorrei provare a dire alcune cose su questa vicenda.
la prima cosa che mi è venuta in mente è stata “cavolo, ha ragione!”
siamo tutti d’accordo che le modelle anoressiche non sono un esempio di salute.
una taglia 50 a venticinque anni non lo è altrettanto.
esiste la violenza di chi ti vuole magra e esiste parimenti la violenza di chi ti vuole grassa.
io non lo so se questa ragazza è stata felice di “diventare la paladina delle oversize” ma perchè diavolo ci deve volere una paladina?
i disordini alimentari sono pericolosi per la salute, sia che si soffra di eccessiva magrezza sia che si soffra di eccessivo sovrappeso.
una taglia 46 non è una taglia “per magre” è una taglia normalissima, specialmente per chi magari è alto sopra il metro e settanta.
per quale motivo questa ragazza sarebbe “una traditrice della causa”? quale violenza al contrario si nasconde dietro tutto questo? cosa dovrebbe avere di diverso da chi la pretendeva anoressica e androgina?
io sono tutto il contrario delle appassionate di fitness e magrezza, sono morbida, al limite del cioncio (per i non toscani: flaccido) e corro solo se sono rincorsa dai lupi. a volte mi metto a dieta e a volte no, a volte mi metto una gonna corta e a volte piango lacrime amare perchè i jeans dell’anno prima non mi stanno.
ma non rompo le scatole agli altri. non sentenzio davanti a un’amica dimagrita “oh che peccato! stavi tanto bene prima! che ti è saltato in mente… ora basta però eh, che poi sparisci!”
così come non direi mai a un’amica ingrassata “ma che ti è preso? sei grassa come una zampogna!”
ma quanto deve lottare una donna per essere semplicemente “la taglia che le pare”?