La libertà d’opinione, e soprattutto quella d’espressione, continuano a tutt’oggi ad essere minacciate, quando non subiscono attacchi deliberati e sistematici. Negli Stati Uniti è in corso un’iniziativa, chiamata Banned Books Week, che durerà fino al 28 settembre, organizzata dalla American Library Association e che si propone di affrontare la questione, spinosa, dei libri rimossi da programmi scolastici o da biblioteche, su richiesta di una o più persone.
Come ha riportato la stessa American Library Association, si è notato un importante aumento del numero di richieste di questo genere, soprattutto in relazione al genere che ormai abbiamo imparato a chiamare young adult, il quale si rivolge a lettori in piena età scolare, e mette in scena problematiche relative all’adolescenza, alla crescita e al rapporto, spesso conflittuale, col mondo dei “grandi”.
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Secondo tali novelli inquisitori, i riferimenti alla sessualità, al suicidio, all’alcol e alle droghe, tra gli altri argomenti “osceni”, sarebbero inappropriati e, in potenza, lesivi per i giovani lettori. Del resto, se guardiamo ai libri che hanno ricevuto più reprimende negli ultimi anni, troviamo nomi eccellenti: la saga di Harry Potter su tutti, ma anche Uomini e topi di John Steinbeck, e la serie Queste oscure materie di Philip Pullman.
Solo polemiche sterili, o riflessioni necessarie per comprendere lo stato dell’arte delle espressioni artistiche letterarie, o meglio, il modo con cui certe opere vengono “ricevute” dal pubblico?
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