Magazine Diario personale

La torino di una volta

Da Astonvilla

LA TORINO DI UNA VOLTA
Ieri ho fatto un veloce salto a Torino, un caldo dell'ostia ma comunque parecchia gente in giro e molti negozi aperti.
Tutto diverso da quando ero ragazzino, le poche volte che ho trascorso l'agosto a Torino ricordo una citta' totalmente deserta e i vari isolati da fare a piedi o in bici per trovare un bar o un panettiere aperto.
Era la Torino monocultura Fiat,quando chiudeva la fabbrica chiudeva tutta la provincia perche' l'indotto era importante tanto quanto la casa madre.
Il 31 luglio chiudeva e gia' in serata la stazione di Porta Nuova si riempiva di meridionali venuti a vivere qua' che tornavano al paesello per la vacanza per poi tornare un mese dopo carichi di mozzarelle,pomodori e olio del paese,quello spesso del sud che se ci immergi un grissino rimane dritto in piedi.
Le ferrovie dello stato mettevano treni speciali per Bari, Napoli e Reggio Calabria e quella gente si faceva 24 ore in treno ammassata come sardine.
La citta' era un deserto, un po' come nella canzone Azzurro del molleggiato,neanche un prete per chiacchierare anche perche' chiudevano pure l'oratorio....
I pochi che restavamo eravamo padroni della strada,due magliette sul cemento per pali delle porte e si giocava a pallone tutto il santo giorno.
Altri tempi,senza telefonini, pc e facebook.
Tornando al presente invece qua' a Giaveno e' tutto aperto,anche perche' e' zona turistica, e' pieno di torinesi che hanno la seconda casa e fa pure freschino....ma lunedi' si riparte...e' ora.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :