L’articolo riporta la notizia dell’approvazione della mozione firmata da tutti i rappresentanti delle forze politiche della Regione Lombardia per il riconoscimento giuridico della figura ASO, l’assistente di studio odontoiatrico.
In particolare, si riportano le dichiarazioni entusiastiche del consigliere del Pd Carlo Borghetti che ribadisce come l’argomento meriti di essere affrontato perché si tratta di una professione “che necessita di competenza e di un bagaglio di abilità che devono essere certificate e garantite anche da percorsi formativi riconosciuti su tutto il territorio nazionale oltre che dall’esperienza in nome di una sempre maggiore sicurezza dei pazienti” e conclude chiedendo che il profilo professionale ASO venga definito al più presto a livello nazionale e che Regione Lombardia ottenga che la Conferenza Stato-Regioni completi rapidamente l'iter istitutivo di questa figura, per altro già avviato ma interrotto da tempo. “Auspico che tutte le organizzazioni dei dentisti si uniscano a questa richiesta” aveva concluso il consigliere Borghetti.
La replica.
Ed ecco la prima replica ad opera del dottor Giuseppe La Torre Presidente di ANDIPavia e Vicepresidente ANDILombardia (in foto). Vivace come sempre. “In un momento congiunturale particolarmente critico, nel quale ricerchiamo ogni strategia (eticamente e deontologicamente corretta) per limitare le sofferenze economiche, per semplificare ed alleggerire procedure e burocrazia in funzione di una migliore ottimizzazione dei tempi operativi con attento controllo delle spese, il signor Borghetti esulta di soddisfazione per aver richiesto il riconoscimento giuridico della figura professionale ASO. Mozione ammantata di nobili connotazioni che, se adottata, si complicherà con una lunga serie di normative e regolamentazioni accessorie e, alla fine, si rivelerà un clamoroso autogol per le ASO ed un ulteriore, inutile, costoso balzello organizzativo gravante sull’ economia aziendale dei nostri Studi e, in ultima analisi, sulle parcelle dei Pazienti. Fortunatamente, tra il dire ed il fare c’è di mezzo un mare in cui l’annegamento è eventualità assai probabile, oltreché auspicata.Senza nulla voler togliere al difficile ed impegnativo lavoro delle nostre Assistenti, nessuno del comparto dentale rileva la necessità di modificare, complicandolo, lo “status quo”. Non si pensi che i dipendenti di studio odontoiatrico siano autodidatti abbandonati a loro stessi, né categoria di lavoratori sconosciuti alle rappresentanze professionali e sindacali, come le dichiarazioni del signor Borghetti inducono a credere.
Nella ricerca della sempre maggior sicurezza nostra, dei nostri collaboratori e dei nostri pazienti ogni Datore di lavoro si preoccupa (direttamente od indirettamente) della formazione del proprio personale, in obbedienza alle leggi sulla sicurezza del lavoro (art.37, 81\08 ed altre). Invito il signor Borghetti ad informarsi sulla elevatissima percentuale di soddisfazione espressa dai Pazienti di studi odontoiatrici libero-professionali, e sull’incidenza delle patologie da danno biologico, chimico, fisico, anche accidentale correlato alla nostra Professione: l’ assenza di sinistri e di infortuni sono, di per sé, dimostrazione e garanzia che il sistema funziona.
Ci spieghi piuttosto, il signor Borghetti: a chi sarà affidato il percorso formativo “certificato” del personale in oggetto, e chi pagherà i relativi costi? Quanti anni di formazione? Esistono le adeguate strutture? La nuova configurazione professionale sarà riferita all’ area sanitaria, a quella amministrativa, o professionale generica, o che altro? Con quali oneri organizzativi? Quale tipo di inquadramento? Quali obblighi, quali vincoli, quale contratto di assunzione?
I problemi dell’Odontoiatria sono ben altri, noti e cronicamente irrisolti: abusivismo e prestanomismo, insufficienza strutturale del SSN ed inadeguatezza qualitativa delle prestazioni essenziali, pletora odontoiatrica, mercificazione della Professione ad opera di franchising e società di capitali… Nessuna apertura su questi, nessuna iniziativa, nessuna soluzione. Nessuna volontà di ascoltare i nostri pertinenti consigli. L’Amministrazione sa produrre solo nuove complicazioni, nuovi problemi, accrescendo i costi.
Abbiamo perso la fiducia in questa classe politica, ma non rinunciamo alla speranza di costruttivamente interloquire e mai ci rassegneremo al silenzio, di fronte ai tentativi di avvantaggiare lobby, caste, corporazioni o mafie a discapito del buon senso e del comune interesse sociale.
Seguiteremo a far quadrato per difendere le nostre istanze, in questa società devastata dagli interessi di parte e dal profitto a tutti i costi, in cui la realtà fa a pugni con l’idealismo, la coerenza e l’integrità morale che ci contraddistingue e caratterizza le nostre scelte professionali".