La Torta degli addobbi o torta di riso bolognese

Da Anginapectoris @anginapectoris

Papa Urbano IV

Fu Urbano IV che istitui’ l’11 agosto 1264 la festività religiosa del
Corpus Domini, più correttamente chiamata Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo.
Ma l’idea di una festa volta a celebrare il Santissimo Sacramento, non fu sua ma di una santa monaca agostiniana, Giuliana di Cornillon chiamata anche Giuliana di Liegi vissuta nella prima metà del Duecento, contattando ripetutamente, con grande insistenza, molti ecclesiastici, tra i quali anche l’arcidiacono di Liegi,  -dopo alcune visioni avute in gioventù -Jacques Pantaléon, il futuro Urbano IV, il quale si mosse in questa direzione, ed elemento cardine in questa decisione del Pontefice fu il miracolo eucaristico di Bolsena, che faceva parte della diocesi di Orvieto e, proprio da Orvieto, un solo anno dopo il citato miracolo, il papa promulgò, appunto l’11 agosto 1264, la bolla Transiturus de hoc mundo con la quale veniva istituita la solennità.

Giuliana di Liegi

Successivamente il Santo Padre, conferì a Tommaso d’Aquino l’incarico di scrivere l’officio per la solennità e per la messa, che compose, il celebre inno eucaristico Pange Lingua, le cui ultime due strofe (note come Tantum Ergo Sacramentum) sono abitualmente cantate -nella Chiesa cattolica- al termine di ogni celebrazione liturgica che si concluda con la benedizione eucaristica.

Da Roma detta celebrazione arriva subito a Bologna, seconda città dello Stato Pontificio, e le strade su cui si snoda la solenne processione sono addobbate con drappi, festoni di alloro, fiori.
Nel mese di maggio per la ricorrenza di Santa Rita a Bologna e in provincia c’è la tradizione di preparare la Torta degli Addobbi nata per le celebrazioni della rituale Festa degli Addobbi.
Istituita nel 1470 dal Cardinal Paleotti per il decennale di una parrocchia in cui era uso esporre alle finestre, in segno di festa, gli addobbi, dei drappi di colore rosso scuro (il tipico

Gabriele Paleotti

colore delle case di Bologna) durante la processione.
Per tradizione durante questa ricorrenza si portava in processione l’immagine del Corpus Domini.
Celebrata con turni decennali (per l’anno Eucaristico) nelle parrocchie in città, mentre in campagna ogni paese veniva diviso in quattro quartieri e ogni quartiere festeggiava una volta ogni quattro anni, a rotazione.
Il termine “addobbi” usato dai bolognesi per contrassegnare questa festa deriva dall’usanza di addobbare le strade lungo cui si snodava la processione: le colonne dei portici erano rivestite di drappi di velluto e di seta multicolori e si stendevano grandi teloni per difendere la processione dal calore del sole.

Bologna

Dappertutto pendevano “zendali” e festoni di alloro; le finestre e i portoni erano ornati con trofei di fiori, lumiere di cristallo e candelabri.
Nelle piazze si innalzavano archi e architetture posticce e si costruivano carri allegorici che illustravano concetti morali legati all’Eucarestia o al santo titolare della Parrocchia.

Corpus Domini

Sulle strade c’era musica fino a tarda sera e in ogni casa si faceva festa con amici e parenti, mentre le “arzdaure” si prodigavano a confezionare la tradizionale torta di riso (detta anche torta degli addobbi) che, dopo la processione le famiglie offrivano a parenti e amici tagliata a piccole losanghe.
La tradizione di preparare la Torta degli Addobbi si è protratta nel tempo fino ad arrivare ai giorni nostri, tanto che il 14 dicembre 2005 l’Accademia della Cucina Delegazione, Bologna San Luca ha depositato alla Camera di Commercio di Bologna la ricetta sua ricetta ufficiale. La ricetta di questo articolo, proviene da qui

Torta degli Addobbi
Ingredienti:
- 1 litro di latte
- 300 g di riso
- 100 g di zucchero caramellato
- 150 g di zucchero vanigliato
- 4 tuorli d’uovo
- 2 uova intere
- 250 g di mandorle
- 100 g di cedro candito
- un bicchierino di liquore mandorla amara, o anche maraschino o alchermes

Torta di riso

- cannella, chiodi di garofano
- buccia grattata di un limone
- pizzico di sale
- facoltativo: 4-6 amaretti
Esecuzione:
Fate bollire il latte ed aggiungete il riso, la scorza grattata di limone, il pizzico di sale, lo zucchero
vanigliato.
Fate cuocere il riso, a cottura ultimata il latte dovra’ essere assorbito quasi completamente. Rovesciare il tutto in una terrina e fate raffreddare il riso che assorbira’ in questo riposo tutto il latte rimasto nella cottura.
Nel frattempo sbattete le uova con lo zucchero caramellato, (alcuni prima di mettere le uova nell’impasto, dividono il tuorlo dall’albume che montano poi a neve), incorporate le mandorle tritate, il cedro candito tagliato a dadini, (per chi adotta la soluzione che prevede l’impiego anche degli amaretti, li incorpora dopo averli frantumati finemente), amalgamare molto bene tutti gli ingredienti con parte del liquore di mandorle amare.
Rovesciate tutto in uno stampo preventivamente imburrato e spolverizzato con pan grattato; deve risultare uno spessore uniforme di 3-4 cm. di impasto.
Cuocete in un forno preventivamente scaldato a 180° per una ventina di minuti, poi portare la temperatura a 150°, la cottura complessivamente deve durare 40-45 minuti.
Come si sara’ formata sulla superficie della torta una crosticina bionda e croccante togliete dal forno, lasciate intiepidire, bagnate quindi la superficie con il rimanente liquore, dopo aver fatto dei forellini con uno stecchino.
Togliete dalla teglia e tagliate la torta rigorosamente a losanghe.
E’ molto buona consumata anche dopo alcuni giorni.

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