Esmahan Aykol è una scrittrice turca, autrice di alcuni simpatici e piacevoli romanzetti gialli: ho letto il primo – Hotel Bosphorus – e ho in programma di leggermi tutta la serie!
Ieri, per puro caso, mi sono però imbattuto in una sua intervista pubblicata su La Stampa: ennesimo esempio di come i lettori italiani – riguardo la Turchia – vengono sistematicamente disinformati. Dico: ma un intervistatore serio, non dovrebbe incalzare l’intervistato quando le sue risposte fanno a cazzotti con la realtà?
Faccio un esempio:
Come spiega il disamore dei turchi per l’Europa, che un tempo sembrava la loro unica ambizione?
«La Turchia sotto questo governo islamico sta diventando sempre più conservatrice. E anche sempre più xenofoba. Stiamo lì lì per dichiarare guerra alla Siria, siamo ai ferri corti con l’Iraq e tre anni fa lo siamo stati con Israele, cinque anni fa abbiamo avuto problemi con la Georgia… La diffidenza verso Bruxelles e verso l’America sta aumentando, la logica conseguenza di ciò e che i turchi non vogliano più entrare a far parte dell’Europa”.
Ci sarebbe un discorso lungo e complesso da fare sulla Turchia “sempre più conservatrice”: ma ve lo evito. Però, la Turchia “sempre più xenofoba” è qualcosa di inaccettabile: perché non corrisponde ai fatti, che vanno invece in senso contrario! Quali esempi vengono prodotti, infatti? Dei semplici contrasti politici con alcuni vicini: che con la xenofobia nulla hanno a che vedere!
Ma nell’intervista c’è di peggio!
Come riesce Ankara a conciliare islam e democrazia, un modello di sintesi molto apprezzato nel mondo islamico e molto studiato in occidente?
“In Turchia un secolo fa c’è stata una grandissima rivoluzione, quella di Ataturk. Ora purtroppo i suoi effetti si stanno indebolendo perchè questo governo islamico ha instaurato un sistema abbastanza autoritario e mette a dura prova i nostri valori. Il problema non è tanto nell’islamicità del governo, dal momento che siamo stati un Paese musulmano e democratico per 70 anni, ma nel suo autoritarismo“
La Turchia un paese democratico per 70 anni??? Ma scherziamo? Ma come si fa a parlare di 70 anni di democrazia, se le prime elezioni multi-partitiche sono state indette nel 1946? Ma come si fa a parlare di 70 anni di democrazia, se successivamente ci sono stati 4 colpi di stato – 1960, 1971, 1980, 1997 (quelli riusciti: perché ce ne sono stati anche altri non riusciti) – e se addirittura nel 2007 le forze armate hanno cercato di imporre la propria volontà sull’elezione del presidente della Repubblica?