Ringrazio Daniele Ibrahim al Mevlevi, che nei commenti mi ha segnalato un articolo di Marco Tosatti. Un agit-prop più che un vaticanista, che dopo aver citato senza battere ciglio – come se quelle posizioni fossero legittime in un paese civile – le posizioni platealmente razziste di Marine Le Pen, per rafforzare la sua tesi del “pericolo verde” cara a Anders Behring Breivik scomoda Recep Tayyip Erdoğan: il quale, secondo Tosatti, “ha fatto capire che la costruzione delle moschee, e l’emigrazione fanno parte di una strategia di islamizzazione dell’Europa.” La prova? “Ha ripetuto pubblicamente le parole di una poesia turca, scritta nel 1912 dal poeta nazionalista turco Ziya Gökalp” (Le moschee sono le nostre caserme, i minareti le nostre baionette, e i fedeli i nostri soldati.)
Sono a dir poco perplesso. Un ragionamento del genere – una “strategia di islamizzazione dell’Europa” provata dal fatto che l’attuale premier turco ha recitato una poesia nazionalista durante un comizio nel 1997 – non penso sarebbe tollerato in un tema alle superiori: e invece viene utilizzato in una pubblicazione mainstream per fomentare i pregiudizi, facendo di fatto guadagnare al suo autore l’inclusione nella ricca lista dei mandanti morali della strage di Oslo. Ma davvero l’opinione pubblica italiana merita questa sfacciata – e pericolosissima – disinformazione?