(tratto da un gruppo di italiani a Istanbul su Facebook. ovviamente, questo post non ha alcun intento moralistico; il punto invece è: come si fa a definire un paese ‘retrogrado’ solo perché gli usi e le sensiblità prevalenti – trasformati poi in legge – non corrispondono ai propri? e perché per certi italiani – stanziali o di passaggio in Turchia – il concetto di ‘laicità’ è sostanzialmente la misura di tutte le cose? perché questa implicita demonizzazione del sentimento religioso? che poi, personalmente sono per la piena libertà di Internet e persino di porno: ma chi lo ha stabilito che tutti devono pensarla come me?)
Visto che sono rimasto molto colpito (negativamente!) da questa cosa e visto che fa sempre bene parlare di argomenti un po’ taboo, vorrei proporre un arogmento di discussione su una cosa un po’ imbarazzante – che rientra nell’annosa questione “laicità e libertà in Turchia”- che SICURAMENTE ha lasciato sorpresi molti maschietti (ma anche donne, non si sa mai) che, come me, freschi di trasferimento ad Istanbul, dopo pochi giorni hanno deciso di usare internet non solo per chattare su faceboook ma anche per “intrattenersi” in vario modo…. Insoma, sto parlando del fatto che i siti porno sono inaccessibili da IP turchi e che per accedervi bisogna ricorrere a proxy stranieri. Sinceramente sono rimasto sconcertato, non credevo fosse un paese così retrogrado…