Campo profughi di Boyunyogun - Foto di Francesca Tosarelli
Sono ormai oltre 80 mila i profughi siriani ospitati nei campi allestiti dalla Turchia e altre migliaia sono sul confine in attesa di poter entrare nel Paese della Mezzaluna che è stato il primo e il più disponibile ad offirire rifugio a chi fugge dal regime di Bashar Al Assad. La situazione, però, sta ora allarmando le autorità di
Ankara che recentemente hanno fatto sapere di non essere in grado di accogliere oltre 100 mila persone e hanno chiesto all'Onu di intervenire creando una "zona cuscinetto" lungo la
frontiera in territorio siriano. Le aree al confine tra Turchia e
Siria sono però anche zone in cui la popolazione curda è maggioritaria e in queste ultime settimane i guerriglieri separatisti del Pkk hanno intensificato le loro incursioni seguite da analoghe operazioni dell'esercito turco. Secondo Ankara, i guerriglieri curdi agirebbero con l'appoggio e in collaborazione con le forze del regime siriano che tentano in questo modo di creare ulteriori difficoltà ad Ankara che teme il formarsi di zone autonome curde che potrebbero saldarsi con il Kurdistan iracheno creando di fatto una enclave curda indipendente. Si tratta dunque di una situazione estremamente complessa, in cui giocano diversi fattori, in una delle aree più instabili e più esplosive del mondo.
Di questo si parla in una mia intervista per
Radio Radicale ad
Alberto Tetta, corrispondente di
Osservatorio Balcani e Caucaso, che con la fotografa
Francesca Tosarelli è stato tra i pochi reporter autorizzati ad entrare nei campi dei profughi siriani in territorio turco. Nell'intervista si parla anche della situazione in Libano, dove Alberto si trovava al momento della registrazione, mercoledì 5 settembre, in particolare a Tripoli, nel nord del Paese dei cedri, che è ormai diventato il secondo fronte del conflitto siriano.
L'intervista è ascoltabile direttamente quiLeggi gli articoli di Alberto Tetta sul sito di Osservatorio Balcani e CaucasoGuarda i reportage fotografici di Francesca Tosarelli sui campi dei profughi siriani in Turchia e sulla situazione a Tripoli del Libano