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Ho recentemente letto un articolo sul Blog "Un Medico di Famiglia Incazzato" intitolato "Odori e Fiction" nel quale, con il consueto stile sarcastico dell'autore, si ragionava sull'aumento del numero delle persone che si avvicinano a Medicina, intendendo la facoltà universitaria, sulle ali delle famose Fiction televisive americane che tanto successo stanno avendo. Forrest (il Nick dall'autore del blog), si domanda cosa accadrebbe qualora la TV oltre a suoni ed immagini, trasmettesse anche le sensazioni olfattive. Molto probabilmente le iscrizioni a medicina subirebbero un netto calo: chi non ha mai dovuto sorbirsi i miasmi di pustole purulente, arti in cancrena non può capire. Le parole di Forrest mi hanno fatto tornare indietro nel tempo, quando per alcuni mesi operai come infermiere militare durante la contestatissima missione dell'Esercito Italiano in Somalia. Ebbene, in quella terra devastata da anni di guerra civile, anche se preferirei definirla "etnica" (l'accostamento della parola guerra a civile mi suona come un ossimoro), i miei occhi videro una grande quantità di orrori: da malattie deformanti come la poliomielite e lebbra (mi perdonino i medici di professione se utilizzo termini o aggettivi impropri) a debilitanti, dovute ad infezioni. Non scorderò mai quella bimba di circa sei anni a cui venne via il cuoio capelluto, lasciando in vista il sottile strato sottostante, completamente coperto di liquido purulento, per il semplice passaggio di una spazzola. Ma credetemi ciò che mi colpì non fu la vista, né il pianto misto di dolore e angoscia, ma il tutto, unito agli odori. In una guerra poi, gli odori che si mischiano sono molteplici, alcuni dei quali non sono neppure legati a un qualcosa di particolare. C'è odore di sporcizia, di sudore sebbene sia un odore strano che sa più di terrore, o di un misto di esaltazione e paura. C'è odore di olio e acciaio, di piscio e di merda. Se va male, di sangue versato, che quando è tanto da rendere l'argilla fangosa ha un odore raccapricciante. Come la carne umana che brucia, anche se non s'odono grida perché si sta cremando un arto in cancrena amputato. E poi c'è l'odore della morte, dei corpi che veloci si decompongono. Il tutto viene amplificato dall'adrenalina che acuisce i sensi all'inverosimile, che altera le percezioni di tempo e di spazio, che ci riporta all'atavico stato di preda-cacciatore per cui la natura ci ha creato o , forse solamente a ricordarci la bestia che cova dentro ognuno di noi. Come scrissi anni fa, in guerra, i veri morti sono quelli che sopravvivono . Cosi come la medicina dunque, anche la guerra non può essere percepita, nella sua drammatica e terribile essenza, se non anche attraverso l'odore.
Senza i suoi miasmi, la versione cinematografica, persino la più cruda, non è che un pallido fantasma dell’orrore che essa rappresenta. E’ per questo che quando si giudicano negativamente i soldati di istanza nelle missioni all’estero mi sale subito la rabbia. Ma come possiamo sputar sentenze sulle azioni di gente che, fosse anche per lavoro, è immerso costantemente in un orrore con volto, voce e lezzo indicibili, noi piccoli perbenisti i cui figli vogliono fare la cacca dall’amichetto perché la di lui mamma ha messo il profumino nel cesso?
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