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Beh e' luglio che fai stai in citta'??? Siamo andati a Lombok, Indonesia, l'isola di fianco a Bali, andando verso est. Ancora Indonesia??? Beh la scelta non e' stata difficile: se guardate la meteo del sud est asiatico (sapete che sono una fan della meteo, anzi nessuno ha commentato che ho messo nel blog il link a "ilmeteo.it", just in case qualcuno si sentisse orfano dei miei bollettini per il weekend!) dal Giappone andando verso sud, con particolare focus su Hong Kong, nord Vietnam e Filippine, e' tutto un fiorire di tifoni, uragani, cicloni, piogge torrenziali, inondazioni, le cavallette. Poi si scende verso il basso e dopo la Malaysia, ancora sotto un cielo pieno di nubi, dall'isola di Java in avanti (sempre verso est) non c'e' una nuvola, cielo blu!! Quindi, non volendo fare piu' di 3 ore di volo eccoci a Lombok. Siccome pero' il viaggio culturale l'avevamo fatto e il mare comunque e' sempre a portata di mano, questa volta ci siamo inventati l'impresa dell'anno: salire sul vulcano che occupa un buon pezzo dell'isola, alto 3.726 mt (il secondo piu' alto dell'Indonesia), ovviamente inattivo (almeno quello!). Il punto e' che si parte da 1.150 metri e con la forma fisica scarsa non e' stata proprio una passeggiata di salute. Il nostro allenamento e' consitito in: una settimana prima dell'inizio del trekking camminata di buon passo, per provare gli scarponi, nella riserva di Singapore (ovviamente in piano, durata di 2 ore). 3 giorni prima della salita: corsa per 20 minuti (era dalla fine dell'universita' che non correvo), piu' camminata a passo spedito per 30 minuti, piu' 10 minuti di bici. Fine. Peccato che il programma di salita al vulcano fosse il seguente: primo giorno da 1.1.50 a 2.750 mt (“solo” 1.600 mt di dislivello). Secondo giorno salita alla cima, da 2.750 a 3.726 mt e discesa fino a 2000 (quindi 1.000 mt a salire e 1.600 a scendere). Terzo giorno di tutto riposo salita di soli 600 mt, e ultimo giorno 2.000 mt di dislivello in discesa. Il martedi' non camminavamo piu': all'arrivo alle 4 di pomeriggio ci siamo piazzati al bar a bere birra e mangiare patate fritte fino alle 9 di sera, quando siamo andati a dormire. Pero' e' stato bello: siamo arrivati in cima nonostante la salita, specie negli ultimi 300 metri, fosse assolutamente in verticale e sulla sabbia (quindi un passo avanti e 2 indietro) e nonostante lo scarso allenamento. C'era un sacco di gente che tentava la salita alla cima, noi eravamo tra i piu' babbioni. Il primo giorno l'abbiamo fatto in compagnia di 3 ragazzetti francesi di cui uno indossava delle nike da running, l'altro le classiche scarpe da vela (tipo Timberland) e l'ultimo i mocassini scamosciati tods (quelli coi gommini sotto per intenderci). Nessuno dei 3 aveva piu' di 30 anni. Li abbiamo soprannominati gli asinelli, dal famoso detto "la bellezza dell'asino" (cioe' la bellezza della ragazza giovane, della gioventu') traslato alle energie della gioventu' (camminano, anche senza attrezzatura, perche' son giovani). Sono arrivati al primo campo base belli freschi forse 1 ora prima di noi. Peccato che il giorno dopo sulla cima non si siano visti: si vocifera che si siano fermati dopo i primi 300 mt. Tie'! I vecchiacci vi hanno battuto!!! Brutta cosa la montagna, senza testa non si va mica avanti..... L'altra cosa buffa era il tracciato del sentiero. Il primo giorno si doveva salire al cratere, con un percorso in mezzo a campi e boschi. Il sentiero era stato cosi' disegnato: punto di arrivo, punto di partenza, una linea retta. Neanche uno straccio di curva per rendere il cammino un po' piu' agevole. Ho chiesto alla guida: scusa ma perche' non lo ridisegnate un po' piu' dolce, con qualche zig zag? Risposta: perche' poi e' piu' lungo!!!! Ma dai! Ho aperto un bando al CAI per inviare qualche omino a tracciare i sentieri sul Mount Rinjiani!
Il nostro team era composto da noi 2 (io e Andre), la guida (con zainetto da cui uscivano copiosamente biscotti e banane) e 2 portatori, uno ciascuno, che portavano, tende, sacchi a pelo e provviste. Non pensate che noi avessimo lo zainetto di topolino sulle spalle: anche noi ci portavamo i nostri bei 7-8 kg di vestiti, visto che di notte scendeva fino a 5 gradi e la salita alla cima si faceva dalle 2 di notte in avanti, per arrivare in cima con l’alba (a tale proposito a beneficio degli increduli, metto foto con ombra della cima del vulcano proiettata sul mare, favoloso!). Tornando ai portatori, il loro carico non credo fosse inferiore ai 20 kg, e la cosa bella e’ che avevano ai piedi le infradito e comunque andavano piu’ veloci di noi. Altra cosa buffa erano le sedie: il nostro tour era uno dei 2 che portano su anche le sedie (non vi immaginate delle poltrone presidenziali: le classiche sedie da campeggio smontabili ma dotate di braccioli e schienale). Che quando arrivavamo alla tenda, che i portatori sempre davanti a noi avevano gia’ preparato, trovavamo le nostre 2 belle seggioline ad aspettarci. Un po’ tipo Robert Redford in La mia Africa quando sata seduto sulla sedia nella savana. Pero’ comode! Peccato che poi non c’era il tavolino, per cui i piatti con il mangiare venivano posati per terra. Dettagli!! Diciamo che e’ stato un trekking all’insegna del confort (e se mancava anche quello chi ce la faceva a salire in cima al vulcano) e al lusso, pero’ abbiamo lasciato una lauta mancia. Ovviamente, la meteo insegna, il tutto sotto un sole meraviglioso! (to be continued)
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