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La vaccinazione e la paura degli effetti , a volte infondata.

Creato il 15 giugno 2011 da Madyur

Il parere di svariate persone sulle vaccinazioni è solo contrario. Il 98,5 % delle 40 mila pagine dedicate ai vaccini sui Facebook ha un atteggiamento contrario. Il 90% dei video su Youtube sulle vaccinazioni ne spara a zero . Quindi si può concludere che c’è una fascia di persone che i vaccini non piacciono.

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Secondo l’Istituto superiore di Sanità il 3-4% dei bambini non viene sottoposto alle vaccinazioni obbligatorie ( difterite , tetano, poliomielite ed epatite virale B). Inoltre il 10% dei genitori non vaccina i figli per il morbillo , parotite e rosolia , il 45% salta quella contro lo pneumococco, il 65% quella contro il meningococco C, l’83% contro la varicella. In molti casi è la mancanza d’informazione o l’assenza di un’offerta vaccinale che non mandano i genitori a fare le vaccinazioni. Ma spesso le cause sono da ricercare altrove.

Bisogna dire che i vaccini sono medicinali e quindi il loro uso potrebbe causare dei rischi. Tutto, però , sta nel valutare se i mali da cui proteggono sono sufficientemente gravi e in numero abbastanza ampio da giustificare i pericoli che si corrono.

Il Veneto , da un paio d’anni,  ha sospeso l’obbligo per tutte le vaccinazioni. Nella regione , nel 2009, sono stati registrati 24 eventi gravi per cui è stata confermata una relazione di causa-effetto con le vaccinazione su un totale di 2 milioni di dosi amministrate. Significa un caso su 77 mila vaccinazioni eseguite. A stringiamo sull’infanzia , si è trattato nella maggior parte dei casi di convulsioni con o senza febbre , carenza di piastrine, shock anafilattico , vasculite cutanea. In due casi la malattia ha lasciato strascichi.

A fronte di questi rischi, dall’altra parte del tavolo i medici affermano che i vaccini consentono di risparmiare centinaia di migliaia di infezioni , un elevato numero di complicanze e una buona quantità di morti. Quindi nella bilancia forse vaccinarsi è da considerare utile.

Alcuni hanno paura della correlazione tra un tipo di vaccino  e malattia, tipo autismo. Nel 1998 su “The Lancet” , un chirurgo londinese , Andrew Wakefield, lanciò questa ipotesi.  Dodici bambini apparentemente sani , dopo la somministrazione del vaccino , presentavano sintomi dell’autismo. Immediata la smentita che appena un anno dopo il “British Medical Journal” dichiarava l’ipotesi demolita dalle continue ricerche e nel febbraio 2010 “The Lancet” ritirava lo studio di Wakefield.

Neanche le smentite portano però a placare infondate paure. In un sondaggio in America , infatti, su 2 mila persone , ben il 18% era convinto che il vaccino fosse la causa dell’autismo. Il chirurgo era consapevole che i bambini presentavano il disturbo prima ancora della vaccinazione. La spiegazione di quei bambini potrebbe essere semplice. L’autismo si palesa intorno al 18° mese dalla nascita , cioè immediatamente dopo la vaccinazione per il morbillo. Semplice anche la spiegazione per un altra ipotetica relazione causa-effetto : la morte in culla si verifica tra il quarto e il quinto mese di vita, quindi successiva alla vaccinazione contro la pertosse.

Ma la lista dei cattivi vaccini è lunga. Il vaccino contro l’epatite virale B è stato ritenuto responsabile della sclerosi multipla . E se quasi la totalità degli studi ha smentito questa relazione , non manca qualche ricerca che conferma il nesso. Prima della vaccinazione obbligatoria , molte persone morivano ogni anno per le conseguenze dell’epatite B. Al vaccino anti-epatite si rimprovera anche si non proteggere in maniera sufficientemente lunga l’organismo dall’infezione , ma se si completano le tre dosi la copertura vaccinale è superiore ai dieci anni.


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