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La Venere di Lucrezio Caro

Creato il 20 agosto 2013 da Albix

La Venere di Lucrezio CaroLucrezio  (Titus Lucretius Carus) è un poeta della Roma preaugustea (o di Cesare) nato presumibilmente nel  98 D.C., e morto all’età di 55 anni (ma molti sostengono che sia morto,  pazzo e suicida,  all’età di  44 anni).  

 Fu un contemporaneo anche di  Cicerone, alquanto più giovane di lui, che  curò la pubblicazione dell’unica sua opera
pervenuta a noi “De Rerum Natura” un capolavoro epico e filosofico che espone le idee del pensatore Epicuro (III millennio a.C.) e dei suoi epigoni.

 

Molto poco si sa della sua vita e delle sue origini: se sia nato da una nobile famiglia (come i tre nomi farebbero pensare) oppure da una famiglia di umili origini.

 

 Quel che si per certo è che la sua opera contiene la descrizione delle teorie scientifiche, fisiche e morali allora conosciute e seguite.

 

 Le idee ivi contenute hanno influenzato largamente il pensiero occidentale successivo sino ai nostri giorni.

La critica, all’unanimità, ha sino ad oggi sostenuto che l’opera di Lucrezio contiene le teorie ed il pensiero del pensatore greco Epicuro .

 

 Ma più di recente, uno scrittore italiano, Angelo Ruggeri,  molto addentro agli studi classici e autore di numerose e pregevoli traduz<ioni dal latino all’italiano e all’inglese (v. link sottostante per una interessante traduzione in lingua inglesa del Proemio all’opera di Lucrezio dedicata a Venere) ha messo in dubbio queste critiche che, in maniera pedante e pedissequa, si limitano a ripetere la cieca adesione di Lucrezio alle idee del grande filosofo greco Epicuro.

In effetti riesce difficile anche a noi ritenere che Lucrezio pretendesse di affermare un pensiero che possiamo definire, ante litteram, qualunquista e nichilista, come quello epicureiano in una Roma lanciata alla conquista del mondo allora conosciuto, dove la carriera, l’ambizione, la protezione degli dei e il culto della cosa pubblica erano i quattro pilastri della civiltà da tutti condivisa ed accettata, in pieno contrasto con il pensiero di Epicuro che, al contrario, non riconosceva alcun ruolo (né attivo né passivo)  agli dei e che riteneva che il singolo dovesse raggiungere una sorta di stato autarchico in cui bastare a se stesso, fregandosene della res publica, e pensando soltanto alla propria felicità e al proprio benessere materiale.

Secondo  Angelo Ruggeri, l’opera “De Rerum Naturae” di Lucretius è molto importante nella storia del pensiero occidentale
in quanto essa contiene le chiavi per capire il pensiero di studiosi e poeti di tutte le epoche successive,
 da Dante a Leopardi, i più  Lucreziani di tutti.   A proposito di Dante (un autore che Angelo Ruggeri conosce a fondo, al punto che sta per pubblicare un volume dedicato al sommo poeta, che vuole anche essere anche una risposta al recente volume di A.N. Wilson “Dante in love” da noi già recensito)il chiaro autore ci avverte di non confondere le idee che gli autori  mettono in bocca ai loro personaggi, come ha fatto spesso anche Dante Alighieri nella Divina Commedia, affidando le loro parole a l’intelligenza dei loro lettori.

 Per saperne di più vai al link sottostante dove troverai una interessante versione in lingua inglese dell’inno a Venere, tratta dal Proemio dell’opera di Lucrezio, del valente poeta e scrittore Angelo Ruggeri:

http://poetryandmore-albixforpoetry.blogspot.it/2013/08/titus-lucretius-carus_20.html

La Venere di Lucrezio Caro


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