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La vera ambizione

Da Marcofre

Scrivere con ambizione non a mai riscosso molta simpatia. Questo è abbastanza comprensibile: non esistono società “amiche” o amichevoli. Tutte, hanno un sogno: sumeri, hittiti, bantu o aztechi, vogliono dominare, oppure omologare.

Ogni tanto arriva questo bizzarro animale chiamato scrittore.

Come osa costui (o costei) avere delle ambizioni? Chi si crede di essere? Forse crede di essere superiore?

Ho sempre pensato che ci siano delle personalità superiori. Tolstoj, Mozart non sono come il sottoscritto, ma “abitano” una regione diversa, e meritano un trattamento particolare.

Nell’era dell’omologazione, dove non si devono avere delle ambizioni e tutto è concepito per rendere la mediocrità buona e accettabile, i geni del passato si onorano solo perché sono morti. Se fossero vivi sarebbero attaccati perché proporrebbero qualcosa che modifica l’orizzonte, e danneggia lo status quo.

Quando parlo di ambizione, intendo qualcosa semplice, capace però di fare paura. Vale a dire una scrittura efficace, di valore, rappresenta già una sfida notevole per chi scrive.

Se si scrive in questa maniera, il testo diventa una sorpresa per il suo stesso autore. Già, nemmeno le opere hanno tutte lo stesso peso. Alcune si discostano dalle produzioni industriali perché hanno da dire parecchio. Non è un seguire il protagonista, ma accompagnarlo alla scoperta di qualcosa che né lui, né chi scrive, conosce.

Rappresenta quindi una sorpresa e l’aspetto divertente è questo: il tempo passa e l’opera non perde il suo potere. Si parla di carrozze, di servi della gleba; di Dei e semidei; di cavalieri e mulini a vento, eppure quelle storie parlano.

La mancanza di ambizione non impedisce di scrivere, e raggiungere traguardi notevoli. E quando parlo di ambizione non mi riferisco (ma si è già capito credo) allo scalare le classifiche o conquistare premi. Se accade, è un caso. Di certo la scrittura che va a caccia del mistero, che non si limita quindi a inanellare belle parole, entra in rotta di collisione con gli stessi lettori.

Non solo sono impreparati, ma nemmeno desiderano che gli si dicano certe cose. È come svegliarsi da un sogno, guardare in faccia la realtà, e scoprire che non è come si pensava.

Se e quando si scrive con ambizione si arriva a risultati altissimi, che pochi sono capaci di apprezzare. Non importa.


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