Magazine Opinioni
La verità è un droga pericolosa.
Una volta che una persona entra in contatto con la verità ne diventa schiavo, ne vuole sempre di più, la ricerca disperatamente, con foga, come un tossico che brama un altra dose.
E' per questo che i potenti, siano essi criminali o legalizzati, la temono.
Perchè sanno che una volta che il velo di bugie si squarcia e le verità vengono a galla, le persone perbene, le persone normali non riescono più a fermarsi ma chiedono, invocano, gridano per averne ancora e ancora e ancora.
Chi non sa niente può fingere che vada tutto bene, che non ci sia niente di cui preoccuparsi, può trincerarsi dietro un ignoranza mai come in questo caso beata.
Ma chi sa, chi viene a conoscenza della verità no.
Chi conosce non può chiudere gli occhi, non riesce e non vuole diventare silenziosamente complice di chi quelle verità le tace, di chi le offusca, di chi le nasconde o le falsifica.
Chi conosce non è più in grado di fingere, di dormire placidamente, di girarsi dall'altra parte.
Chi conosce si spaventa, si incazza, si preoccupa, si indigna.
Ma sopratutto chi conosce diventa determinato.
Determinato a non lasciare che la sua conoscenza vada spersa, che ciò che sa sia inutile al bene comune
E' per questo che questa informazione, l'informazione che spopola in questo Paese dimentico, è così apprezzata nei palazzi del potere.
E' un informazione serva e asservita che con la forza rivoluzionaria della verità ha ben poco da spartire.
E' un informazione pavida e rassicurante che ci tace tutto ciò che potrebbe preoccuparci o disturbarci, che preferisce raccontare calde balle verosimili che fredde e spaventose verità.
E' un informazione che ci da sempre, o quasi, due versioni dello stesso fatto.
E non lo fa per il pluralismo dell'informazione o per completezza.
No, lo fa per rassicuraci, per darci sempre una versione appetibile a cui credere, una spiegazione che tenga a bada i nostri dubbi e calmi le ansie del nostro cuore.
Non ci sono sempre due versioni di una vicenda.
Ci sono i fatti e ci sono le menzogne.
E far scomparire i fatti è un modo semplice e complice per far sparire i reati, le collusioni, le relazioni pericolose e sconvenienti.
Per essere schiavi della verità, come di tutte le droghe, bisogna prima assaggiarla, entrarne in contatto, conoscerla.
La maggior parte dei telegiornali e dei giornali, ormai passati da cani da guardia del potere ad animali da compagnia fanno di tutto per evitare questo contatto.
Potremmo dire che fanno prevenzione, a modo loro.
Ma è più giusto dire che sono consapevoli e colpevoli complici di un sistema marcio, un sistema che dimentica, che nasconde, che relega a notizia breve di cinque righe in penultima pagina chi coraggiosamente e senza avere alcuna pretesa di eroismo svolge il proprio mestiere, sia esso quello di poliziotto, di giudice o di giornalista.
E che lascia che nell'Olimpo degli eroi moderni vengano posti dei mafiosi, o che i prescritti e amnistiati diventino innocenti, per puro quieto vivere o ancora che i condannati diventino perseguitati, che i ladri si chiamino statisti, che i mafiosi siedano in Parlamento nel silenzio, che lo Stato scenda a patti con il Male e che il vero problema sia chi denuncia questo comportamento e non chi lo ha perpetrato.
Bene, io non voglio più essere rassicurato.
Voglio spaventarmi, incazzarmi, preoccuparmi, indignarmi.
Voglio sapere
Perchè solo quando la maggioranza dei cittadini vorrà sapere, di Ustica, di Capaci, di Via d'Amelio, di Bologna e potrei continuare tristemente per ore.
Solo allora potremo essere e sentirci veramente Cittadini
Comunque la pensiate arrivederci da Brain on Air
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