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La ville lumiere

Da Traveltotaste
La ville lumiere

© Guy Thiant

L’estate non vuole proprio arrivare e questo clima un po’ autunnale, nonostante sia luglio, mi ricorda un lontano week end trascorso a Parigi, dove il caldo non sembra essere di casa. Ci sono però luoghi che non riuscirebbero a mostrare lo stesso fascino se fossero illuminati da un caldo sole e questa parte di Francia appartiene a quella categoria.

Parigi è da sempre considerata una città romantica ed oggettivamente bella, grazie alle numerose attrattive che offre. La Tour Eiffel, imponente e scenografica, il Louvre, custode di tesori inimmaginabili, Notre Dame, austera ed affascinante al tempo stesso e molto altro ancora ma niente mi interessa di più che perdermi nei suoi quartieri, ricchi di storia e di magia.

Se si ha a disposizione qualche giorno in più di un week end, il modo migliore per immergersi nell’atmosfera è affittare uno degli appartamenti in Parigi e fare finta, almeno per un po’, di appartenere alla ville lumiere.

Uno dei quartieri che più amo è quello di Montmartre, il punto più alto della città. Durante la Belle Epoque è stato centro della vita bohémienne e trovo che ne abbia mantenuto il fascino decadente ed il dinamismo che va oltre gli schemi dettati da una capitale nota in tutto il mondo per le sue oggettive bellezze architettoniche.

Mi piace vagabondare nei mercatini, come quello domenicale dedicato al vintage. Le bancarelle sono circa duecento ed offrono ogni tipo di merce sistemata nella maniera più semplice o valorizzata in vere e proprie scenografie degne di una Parigi di inizio secolo scorso. Gioielli, quadri, poltrone in velluto stile Luigi XV, abiti retro e pizzi riempiono gli occhi di colori e la mente di fantasie a riguardo di quegli oggetti che hanno vissuto chissà quali storie.

In un luogo così, poi, non c’è niente di meglio che sedersi all’esterno di un bistrot, all’ombra delle belle tende a righe verdi, con una musica allegra in sottofondo, a gustare una selezione di formaggi francesi come il Camemebert macerato nel Calvados o un Roquefort, erborinato fatto con latte di pecora, accompagnati, perché no, da una frizzante coppa di champagne.


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