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La vita che da e prende e restituisce.

Da Martina Frattini @frattini88
Oggi voglio raccontarvi una storia. 

Ieri sera, mentre uscivo di casa per andare dalla mia amata cugina Vera, a salutare il nostro bulldog preferito, un tale soprannominato dagli amici Cicciopasticcio, ho perso il portafoglio. L'ho perso tra l'androne di casa e la macchina, ovvero in una distanza di circa 50 metri. Mi sono accorta subito e sono tornata indietro, imprecando, urlando, piangendo, tirando giù tutti gli spiriti del nostro cielo, di ogni cielo. Niente. Perché non è la prima, non è la seconda e non è nemmeno la terza volta. Sarà almeno la diciottesima tra furti e perdite. Ormai quando entro in banca mi dicono che mi servono solo se non sono lì perché ho perso il portafoglio. Non c'è bisogno di aggiungere altro.Possiamo raccontarcela come vogliamo, che gli artisti sono persone che vivono nel loro mondo, che hanno una sensibilità tale che li porta a non essere troppo attaccati alle cose materiali, che hanno bisogno di mantenere la mente libera dalle opprimenti regole da seguire nel quotidiano, che sono un po' maledetti, spensierati, liberi...Va tutto bene! Ma io più che un poeta maledetto, mi sento un poeta maledicente! Ieri ne ho dette di ogni. Un susseguirsi di insulti a qualsiasi persona abitante sul pianeta, un cercare disperatamente la causa della mia sfortuna: vicinanza di certe persone, abiti indossati, rossetto, ora in cui mi sono svegliata, cibi mangiati, persone incontrate, abitudini, cambio di via durante la quotidiana passeggiata… Niente! Alla fine ho capito che la vita è fatta così, che un giornata non è quasi mai semplicemente una bella giornata, che qualcosa deve pur turbare la tua faccia da ebete sereno prima di andare a dormire. Per questo mi sono addormentata tardi, ma di sasso e stamattina non ho sentito la sveglia. Tua madre che poi ti telefona chiedendoti se ci sono novità e tu le chiedi "su che cosa?" Ecco. Appunto. Cosa dicevamo a proposito degli artisti?Prosegui la tua giornata tranquillamente, digitando stancamente parole su parole al pc, bevendo caffè, dando da mangiare alle tartarughe. Finché la mamma non richiama e ti infonde nuova ansia: devi bloccare anche la carta della posta. Lo fai, sapendo dentro di te che quest'ultimo sacrificio avrà delle ripercussioni. Ed infatti. Nemmeno il tempo di attaccare il telefono e ti citofona la portinaia: "Martina cosa hai combinato? Hai perso ancora i documenti? Perché me li hanno appena riportati." (Ore 16.00!)Scendi con tutta la tua flemmatica calma, sapendo di ritrovare solo un mucchietto di carte ormai bloccate. Scendi solo per riappropiarti della tua patente, unico tuo vero interesse, colei senza la quale ti senti di essere tornata alla frustrazione di avere 17 anni e mezzo.In un sacchetto della Feltrinelli c'è una busta della Gallo con dentro (ma che cazzo è un gioco?!) il tuo portafoglio con i baffi (altro motivo di immensa incazzatura pensando di averlo perso per sempre).Beh. La storia finisce qui. Con qualche foto che parla da sé. Con te che ti fai scendere una lacrima di fronte alla portinaia (tanto ormai è convinta che tu sia matta), una lacrima che ha dentro, tutta la gioia, dell'accorgersi che al mondo, ci sono ancora persone meravigliosamente pure.La vita che da e prende e restituisce.La vita che da e prende e restituisce.
La vita che da e prende e restituisce.La vita che da e prende e restituisce.

ps. se siete lesi come me chiedete il "Blocco CAUTELATIVO" delle carte, così in caso di ritrovamento ve le possono sbloccare, senza dover fare denuncia e tutto il resto delle rotture di scatole burocratiche uccidifantasia. 

n.b. Io, nonostante sia una professionista, non lo sapevo. 





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